Temi e Riflessioni

Testi al tempo del Coronavirus – 3

Pubblicato il 10 aprile 2020 su Temi e Riflessioni da Adam Vaccaro

Testi al tempo del Coronavirus – 3

Proseguiamo con questa terza serie di contributi, dopo la prima e la seconda del 21 marzo
e del 27 marzo scorsi.

Vedi a
https://www.milanocosa.it/temi-e-riflessioni/testi-e-immagini-al-tempo-del-coronavirus-1
https://www.milanocosa.it/temi-e-riflessioni/testi-e-immagini-al-tempo-del-coronavirus-2
A.V.

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Seguono testi di
Valentina Bufano, Roberto Caracci. Giancarlo Fascendini,

Giacomo Graziani, Massimo Pamio, Angela Passarello, Paolo Quarta, 

Adam Vaccaro, Giuseppe Vetromile

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Sulla esperienza del Coronavirus

Pubblicato il 3 aprile 2020 su Temi e Riflessioni da Adam Vaccaro

A più voci

Sulla rivista online Odissea interventi sulla interrogazione:
“Cosa ci sta insegnando la tragica esperienza del coronavirus?”

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Franco Astengo: 

https://libertariam.blogspot.com/2020/03/non-bastera-piu-la-sociologia-dei.html

Emilio Molinari: 

https://libertariam.blogspot.com/2020/03/a-piu-voci-tra-memoria-e-sperana-di.html

 Angelo Gaccione: 

https://libertariam.blogspot.com/2020/03/a-piu-voci-cosa-ci-ha-insegnato.htm

Adam Vaccaro: 

https://libertariam.blogspot.com/2020/03/a-piu-voci-grafica-di-giuseppe-denti.html

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Testi e immagini al tempo del Coronavirus – 2

Pubblicato il 27 marzo 2020 su Temi e Riflessioni da Maurizio Baldini

Testi e immagini al tempo del Coronavirus – 2

 

Proseguiamo con questa seconda serie di contributi, dopo la prima del 21 marzo scorso – Vedi a

https://www.milanocosa.it/temi-e-riflessioni/testi-e-immagini-al-tempo-del-coronavirus-1  

A.V.

 

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Seguono testi di

Claudia Azzola, Maria Carla Baroni, Rinaldo Caddeo,

Fabio Dainotti, Giancarlo Fascendini, Giuseppe Leccardi, 

Rita Pacilio, Fausta Squatriti


E video di

Barbara Gabotto e Giacomo Guidetti 

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Claudia Azzola

Anche gli ultimi capannelli si disfano. Gli italiani camminano soli, o col cane. Entrano in solipsismo. Ultimi tentativi di compattarsi, suonare dai balconi l’inno di Mameli/Novaro. Le bare deportate in camionette militari in cimiteri non di pertinenza. Non è giustizia alla fine della vita. Studenti e impiegati dislocati in stanze, stanno. Su skype, zoom, on twitter. Operai al montaggio, allineati come sentinelle, stanno. Sistema d’ultima generazione. Le generazioni degli umani in sistema intriso di termini inglesi schioccanti, in remoto. Ognuno aveva un retroterra, un retrogusto, arrière-pensée, lingua, inconscio. Psiche deportata nel deserto. Rimozione del dramma di fondo: lo sfruttamento diabolico – antitetico a simbolico – del pianeta Terra. Desertificazione dell’istinto. Inferno dell’immaginario nullificato. Celebrata la messa online, in cattedrale vuota. Cattedrali nel deserto. Occulto, strisciante nel bianco, scolorito, di seconda mano, il virus sta.

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Testi e immagini al tempo del Coronavirus – 1

Pubblicato il 21 marzo 2020 su Temi e Riflessioni da Maurizio Baldini

Testi e immagini al tempo del Coronavirus – 1

 Oggi, primo giorno di primavera, tradizionalmente dedicato alla Poesia, vi proponiamo un primo gruppo di testi e immagini, in risposta all’invito a mettere insieme l’eco collettiva di un diario riflessivo-emozionale della straordinaria condizione drammatica in cui siamo, non sappiamo fino a quando.  

L’obiettivo è prima di tutto quello di non rinunciare a forme di condivisioni, di azione culturale non egoica, tesa a rompere almeno in parte le segregazioni domiciliari. Che tuttavia non cancellano punti interrogativi, sia sullo specifico invisibile che ci tormenta, sia sui giochi di potere, ugualmente poco visibili, che tutti i teatri di guerra accentuano.

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Auguri 2020

Pubblicato il 4 dicembre 2019 su Temi e Riflessioni da Maurizio Baldini

Auguri 2020

Milanocosa

Per un attimo il cielo 

ti sembra a volte cadere che

pare smarrito il suo invito a salire.

Ma è solo un attimo – la tua isola lo sa!

Adam Vaccaro

Il Breviario di Gabriella Galzio

Pubblicato il 17 ottobre 2019 su Scrittura e Letture da Adam Vaccaro

Il velo la veste e le risposte di Gabriella Galzio
In Breviario delle stagioni, Agorà &Co Ed, 2019
Adam Vaccaro

Viene detto abitualmente, nel circuito ristretto degli addetti e appassionati di poesia, che ad essa non compete dare risposte ma solo, o soprattutto, fare domande. Col suo ultimo libro Gabriella Galzio conferma invece anche su questo la sua specificità anomala, perché offre con testi poetici e notazioni collaterali, sia domande aperte, che personali stimolanti risposte.
È un atteggiamento generale di responsabilità della scrittura, che va oltre la propria soggettività, e ricerca forme che riescano a mettere in comune (caro non solo ad Antonio Porta) riflessioni e percezioni, disagi e gioie del nostro vivere qui e ora. È ricerca di una poesia che non sia gesto appartato e appagato di sé, ma lingua condivisa “che finalmente possa parlare a un comune lettore…insperato dono della poesia, che pure mantiene i suoi segreti di tèchne” (p.117). È dunque un esercizio tutt’altro che naif, ma di elevata coscienza della complessità costitutiva del poièin e del suo farsi:
“Oggi ho mangiato pane e neve/ viola e violino…/ nella bianca fontana…nella madia di Vesta, nel quieto velo” (p.12); sogno una poesia/…candore di pane” (p.13); sono i primi versi del libro, in forme di lampi e musica lenta, frammenti e briciole, di un Pollicino che vuole ritrovarsi e farsi ritrovare in un velo che qui è forma e sostanza di poesia. È un candore-tensione di apertura e ricerca di calore e nutrimento, con immagini di neve congiunte a pane (ricordiamo la sentenza contadina, sotto la neve pane), primo alimento che sa beffarsi della morte mentre muore in bocca, perché sa che solo morendo può (ri)farsi corpo vivo.
È dunque l’innesco di un piano di complessità metamorfica, interminabile, di clessidra che continua a rovesciarsi. Di un tempo fuori da ogni delirio di tempo lineare. E il biancore donato da neve-pane non è qui immagine retorica, tantomeno maschera, ma velo adiacente, distinto ma non distante, dalla carne e dall’anima di chi scrive.
Sono sequenze strettamente connesse tra corpo operante (relazioni, emozioni, gesti della prassi vitale) e gesto scrivente, che pur sapendo di elaborare altro dal corpo, fa cantare e vincere la gioia di farne corpo ulteriore del proprio corpo. La poetica adiacente di Gabriella è lucidamente esposta e concentrata in luminose sintesi: “stai nella forma, stai nel grande velo”, “nel cuore il velo”, quindi è poesia in cui carne e carta tendono a essere con-fuse, perché sa che solo così ricrea gioia e conoscenza, meglio, gioia della conoscenza: “sii al velo grato, sii beato” (p.16).

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Angelo Gaccione, L’incendio di Roccabruna

Pubblicato il 5 settembre 2019 su Recensioni e Segnalazioni da Adam Vaccaro

Angelo Gaccione, L’incendio di Roccabruna,

Di Felice edizioni, Martinsicuro 2019

*

Laura Cantelmo

Sperduto in Calabria tra mare e monti, Roccabruna è il nome di fantasia di un paese reale, luogo d’origine di Angelo Gaccione e teatro delle storie narrate.

In bilico tra realtà e leggenda, esse risultano “talmente reali da parere inverosimili”, come avverte l’Autore, ma ciò che sorprende è come resti immutabile nel tempo la rete di soprusi e di sopraffazioni che si ripresentano ogni volta con la stessa brutalità. Quasi che nei secoli i rapporti umani e sociali fossero segnati da una insanabile dannazione che si tramuta in violenza spietata verso i propri avversari o verso gli animali, senza essere mai scalfiti dalla razionalità, da una consapevolezza umana o dal perdono cristiano. Ne emerge una distopia, un vero inferno dantesco i cui dannati, in corpo e in spirito, sono gli stessi abitanti di Roccabruna.

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Nella caverna neoliberista

Pubblicato il 21 maggio 2019 su Temi e Riflessioni da Adam Vaccaro

Le menzogne, il dominio mentale e i crimini sociali del neoliberismo.

Invito a utilizzare qualche ora ascoltando alcuni ricercatori, in campi quali la giurisdizione, l’ecologia, la filosofia, la storia e l’economia. Qualche ora utile per una visione critica delle logiche del pensiero dominante. Delle sue ombre di Verità, chiuse e diffuse nella moderna Caverna platonica, costituita dai media e dall’esercito di fedeli sacerdoti al suo servizio. Quelli che seguono sono alcuni esempi di passi fatti fuori da tale Caverna.

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Attraverso Milano

Pubblicato il 23 aprile 2019 su Eventi Milanocosa da Maurizio Baldini

Biblioteca Sormani
Sala del Grechetto – Via Francesco Sforza 7

L’Associazione Culturale Milanocosa
Presenta

13 Maggio 2019 – ore 17,30

Attraverso Milano

Staffette letterarie e artistiche

Idea-Progetto di Luigi Cannillo
Organizzazione a cura di Adam Vaccaro
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Tra letterati e artisti che sono passati per Milano, o vi hanno soggiornato per periodi brevi, e
altri, che invece vi hanno vissuto gran parte della loro vita, si possono creare relazioni creative
anche tramite luoghi della città. Come ideali staffette che attraversano Milano nel tempo e
nello spazio.

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Fondamenti neoliberisti e possibilità non contemplate

Pubblicato il 10 dicembre 2018 su Recensioni e Segnalazioni da Adam Vaccaro

Fondamenti neoliberisti e possibilità non contemplate
Dal libro di Marco Bersani
Dacci oggi il nostro debito quotidiano – strategie dell’impoverimento di massa

Adam Vaccaro
***

Al di là della sinistra socialdemocratica (PD e collaterali), completamente affondata negli ultimi tre decenni nel mare della ideologia e della prassi neoliberiste, anche le posizioni degli altri frammenti della sinistra storica, rimangono fallimentari e inefficaci su ogni piano: politico, sociale e culturale. La ragione sta nella carenza di analisi dei fondamenti neoliberisti, che non possono essere affrontati solo con gli impianti critici del secolo scorso, o con pappe del cuore buoniste, o con inflessibilità critica focalizzata sulle forme politiche nazionalpopuliste, nate per reazione ai crimini sociali del modello dominante.
Finché il focus della propria critica – per quanto riguarda l’Italia – rimane accovacciato su limiti (indubbi) dei 5S o su posizioni (inaccettabili) della Lega, si continua a oscillare sulla coda di una bestia che ci sta massacrando. E che persegue senza adeguate opposizioni il progetto di distruzione sociale, economica e politica, utilizzando immigrazioni, nuove tecnologie, crescenti impoverimenti sociali, per un azzeramento di quelle conquiste di civiltà che sono state ottenute (pur tra violenze e guerre prodotte dalle fasi capitalistiche fino agli anni ’70-80 del secolo scorso) nell’ultimo dopoguerra da un incrocio di visioni e interessi tra capitale e lavoro.
Conquiste – ricordiamolo – non regalate dal cielo, ma ottenute grazie a contributi di sangue di movimenti politico-sindacali. Ma rese possibili anche da una fase di capitalismo, ancora fondato – sintetizzando – sulla produzione e su una territorialità nazionale. Con un orizzonte mondialista, anche l’analisi marxiana andrebbe integrata nei confronti di un capitalismo che ha reagito alla caduta storica e tendenziale del saggio di profitto, facendo diventare primaria e dominante la componente finanziaria rispetto a quella produttiva, e rompendo ogni impedimento derivante dagli assetti nazionali. Un’azione che non poteva non produrre anche reazioni di vetero nazionalismo. Non è la fine della Storia – come qualcuno narrava – ma è certo tutta un’altra storia. Entro la quale solo con una sinistra a misura di tale Nuova Storia, possiamo sperare di riaprire alternative umane. In caso contrario oscilleremo tra barbarie, inferni perseguiti dal capitalismo globalizzato, e confuse reazioni popolari e nazionali, che rischiano di diventare solo appigli per ulteriori strette delle spire del liberismo da parte delle oligarchie dominanti a livello mondiale. Le quali, benché divise e contrapposte, sono unite nell’obiettivo comune di tenerci sempre più liberamente intrappolati, chiusi ad ogni altra prospettiva futura, economica e culturale.

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