Scrittura e Letture

Il Testimone e l’Idiota – Paolo Valesio

Pubblicato il 19 maggio 2023 su Saggi Poesia da Adam Vaccaro

OLTRE LO SCONTATO

Adam Vaccaro

Paolo Valesio, IL TESTIMONE E L’IDIOTA, La nave di Teseo, p. 284, 2022

Tra i tanti libri che ricalcano forme e contenuti che non riescono a produrre in noi meraviglia, né tantomeno acquisizione di conoscenza, ci imbattiamo poi in alcuni libri capaci di rimescolare il risaputo e offrirci squarci e percorsi oltre lo scontato. Utili e preziosi, ancor più nella attuale china distopica che ci sta cullando entro il suo orizzonte che pare fatalistico accettare passivamente. Diventa perciò ancora più acuto il bisogno di libri col coraggio di uno sguardo radicale, oltre le miserie e il destino apparentemente immutabile e irreversibile, disegnato dalle logiche vincenti nel presente.

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Le crepe del Paradiso – Roberto Caracci

Pubblicato il 20 aprile 2023 su Scrittura e Letture da Adam Vaccaro

Diluvi e Perdite

Entro un’alba esplosa dopo una lunga notte di ombre

 Adam Vaccaro

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 Roberto Caracci, Le crepe del paradiso, Moretti Vitali, Milano, 2022

Tra i libri di Roberto Caracci di cui mi sono occupato ricordo i racconti, Le radici del silenzio (2007). Nelle ovvie differenze con Le crepe del Paradiso, riemergono lampi e ombre dello scenario napoletano, contesto del suo primogiardino (Claudio Magris), fonte dei caratteri portanti della sua poliedrica espressività: paradossi, immaginazione e ironia – che in questo libro ricreano scavi profondi in orizzonti più ampi, volti a trasmettere sensi universali.

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Google – Il nome di Dio e l’Identità Bonefrana

Pubblicato il 11 aprile 2023 su Scrittura e Letture da Adam Vaccaro

Ultima, non per importanza, una acuta nota di lettura del mio “Google – Il nome di Dio”, di Nicola Picchione, fraterno amico d’infanzia, di professione cardiologo con molteplici interessi culturali ed espressivi, che vanno dalla fotografia alla narrativa, con risultati sempre eccellenti.

La radice comune della nostra identità e i tanti scambi umani e culturali intercorsi con Nicola nei decenni hanno certo influito su questa ricca lettura. Tra i suoi punti di rilievo, sottolineo il richiamo di Tirteo, poeta spartano (di origine Attica) del settimo secolo A.C., autore di un’epica modernissima – diversa da quella eroica, di Omero -, volta all’impegno etico del cittadino nella pòlis. Guarda caso, Tirteo era trapiantato a Sparta, condizione di esule che accentua interessi politico-civili e senso di appartenza. La pòlis implica il termine Patria, che la la visione neoliberista ha ridotto a termine di destra. Ma ricordo alle smemoratezze del presente, che i partigiani di ogni colore gridavano, viva la Patria, utero poi della Costituzione. Invito perciò a questa lettura stimolante. A.V.

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Ballerina di fila – Mauro Macario

Pubblicato il 7 aprile 2023 su Scrittura e Letture da Adam Vaccaro

Mauro Macario, Ballerina di fila, puntoacapo ed., Pasturana 2021

Figlio del grande comico Erminio Macario – “il Commendatore”, capocomico della Compagnia di giro che nella finzione non ha legami parentali con Marco, il giovane protagonista – Mauro Macario entra nella trama di questo romanzo autobiografico, che lui stesso definisce necessario, con la bruciante intensità e l’amarezza che caratterizza ogni suo scritto, a partire dalla fitta produzione poetica la cui alta qualità e originalità sono ormai ampiamente riconosciute. Una storia animata dalle dinamiche relazionali di una frequentazione quotidiana segnata da umanissime vicende, da affetti e amori più o meno fugaci, da amicizie, rivalità e solitudini lenite dalla tenerezza di improvvise intimità – tale era la vita quotidiana di una Compagnia di giro.
Il romanzo intende conservare la memoria storica degli anni in cui il genere teatrale d’intrattenimento chiamato Varietà assumeva i caratteri del Musical, che da noi si chiamò Rivista con un’intonazione meno grandiosa, rispetto allo spettacolo statunitense, che conservava, però, la dignità del teatro drammatico. Spettacolo d’evasione per eccellenza, che gareggiava con la magia del cinema, grazie all’emozione della vicinanza, della gravitas del corpo, della duttilità vocale di coloro che agivano sulla scena. Torna alla mente il felliniano Ginger e Fred (1985) che metteva a confronto la poesia di quel mondo con la volgarità della scena televisiva. Questo lo scenario del romanzo di Mauro Macario, che di quel teatro restituisce la genuinità e la serietà entro l’esperienza di vita palpitante di legami affettivi – ora profondi ora effimeri – e di fragili speranze. Nella cerchia degli affetti spicca la presenza del “Commendatore”, il cui demiurgico sguardo tutto vede, riuscendo, grazie al suo carisma, a conservare l’unità e l’armonia in quella temporanea famiglia costituita dalla Compagnia. Figura, la sua, che pur restando sullo sfondo, è circonfusa dall’alone mitico che un figlio molto amato riserva a un padre tenero e imprescindibile.
Tra le incertezze e le emozioni dell’esordio teatrale del giovane Marco irrompe una ballerina oggetto del desiderio vicenda personale di struggente intensità, la storia d’amore con Erika, ballerina di fila, che diviene il nucleo centrale nella trama del romanzo. Un’operazione di memoria intesa a fare i conti con un passato che assumerà nella conclusione le dimensioni di una tragedia.
Come si conviene a un romanzo di formazione, l’improvviso affacciarsi dell’amore all’orizzonte di Marco delinea lo sbocciare alla pienezza della vita e, in quanto esperienza suprema, sottolinea il passaggio dal bisogno di assoluto dell’adolescenza alla presunta “misura” della maturità. Il padre e altre figure minori che ruotano intorno a quell’evento rappresentano la cerchia di rapporti all’interno della quale si celebra quel distacco.
Nella quotidianità di un genere di spettacolo che si muove tra il comico e il poetico, la passione divampa, come comprensibile, in un alternarsi di momenti di felicità e di dolore, tant’è che la acerba rimembranza dell’amore di Marco si muove dentro la costellazione delle altre relazioni, inevitabilmente precarie e in quanto tali segnate da un senso di perdita. Vale a dire che il piano della realtà, costituito dal lavoro e dalla vita degli attori, si confronta specularmente con la dimensione onirica tipica dell’adolescenza in cui si muove Marco, con il timore della perdita dell’amata.
L’Autore sottolinea con grande efficacia l’unicità esaltante, dolce e tragica, dell’amore, l’estasi del sesso, i fremiti di paura dell’abbandono, elementi che lasciano presentire un finale amaro. Simbolicamente, infatti, è una tragica catastrofe a decretare il crollo delle illusioni e perfino la fine della Compagnia. Un improvviso incendio riduce tutto in cenere, dalle attrezzature ai costumi di scena, insieme ai sogni e alle illusioni già declinanti di Marco. Una svolta netta, che con molta crudezza e con continue dissolvenze condizionerà per sempre la sua idea della vita: “di una cosa era certo: se non l’avesse più rivista sarebbe andato incontro a un’esistenza desertificata, per molti chiamata, con orgoglio, maturità.”
Affinché quella storia perdesse quanto di unico e di assoluto che, pur col passare del tempo, ancora tormentava le fibre più intime di Marco, il poeta Macario ha voluto riprenderne in mano il filo, per ritrovare la ragione di quel travaglio, liberando quanto ad esso ancora lo vincolava. Richiamando in vita la memoria della felicità di quei giorni – atto catartico pari all’incendio finale del romanzo – tenterà di cancellare il deserto che inaridiva il suo essere.
Non conosciamo l’esito di quella operazione, ma la conserviamo per riflessioni future, poiché resta in sospeso la non trascurabile domanda sullo spazio che la vita matura può davvero riservare alla felicità degli umani.

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Ricerca della (sulla) felicità – Massimo Silvotti

Pubblicato il 3 aprile 2023 su Scrittura e Letture da Adam Vaccaro

Felicità & Comunità

Adam Vaccaro

Massimo Silvotti, L’ulivo e il suo respiro – Ricerca della (sulla) felicità, puntoacapo Ed. 2020

“Il sommo bene è la felicità” ricorda Giacomo Leopardi, in esergo a questo libro, che propone un viaggio arduo, denso di richiami filosofici e non solo, trattandosi di nucleo di sensi che – a partire dalla felicità –riguarda tutta la vita. Che cos’è, dunque, la felicità, come la intendiamo? Come “mancanza di dolore” o come condizione di massima espressione, se non di esplosione di tutte le capacità potenziali dell’essere umano? Massimo Silvotti va a caccia di tutto ciò che la sapienza umana ha elaborato nei secoli e millenni a partire da questo cratere profondo della fenomenologia costitutiva degli esseri umani. Il libro si svolge in cinque parti, dalla sua definizione al suo rapporto con l’etica, con la politica, con l’economia, fino al tentativo di riassumerne i molteplici sensi entro una sua possibile cosmologia. Dalla matassa che compone il filo della ricerca, scelgo tre nodi, per me fondanti.

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Presentazione di Google a Roma

Pubblicato il 23 marzo 2023 su Scrittura e Letture da Adam Vaccaro

La presentazione di “Google – Il nome di Dio” a Roma, il 21 marzo 2023 nella Sede dello storico Circolo Culturale “Il Lavatoio Contumaciale”.

E’ stato un appuntamento ricco di condivisioni, per cui sono grato di questa occasione creata da Francesca Farina e Grazia Menna, con tanti amici presenti, vecchi e nuovi, venuti anche da diverse parti d’Italia. Ma devo sottolineare i contributi importanti di Francesco Muzzioli e Donato Di Stasi, che hanno arricchito i sensi della mia ricerca teorica e poetica, donandomi momenti in cui mi sono sentito conosciuto e riconosciuto per ciò che sono.

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Google a Roma alla Giornata Mondiale della Poesia

Pubblicato il 10 marzo 2023 su Eventi Milanocosa da Maurizio Baldini

Associazione Culturale “Lavatoio Contumaciale” di Roma

è lieta di presentare

 Google – il nome di Dio

In quattro quarti di cuore

Viaggio con la poesia di Adam Vaccaro

Alla ricerca di senso sotto il sole del pensiero unico

Adam Vaccaro

 Martedì 21 marzo 2023, ore 18

Nell’ambito della Giornata Mondiale della Poesia, l’Associazione Culturale “Lavatoio Contumaciale” di Roma è lieta di presentare il libro di poesie:

Google – il nome di Dio. In quattro quarti di cuore” di Adam Vaccaro, edito da “puntoacapo Editrice”, 2021

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La corteccia del mondo – Giacomo Graziani

Pubblicato il 2 marzo 2023 su Scrittura e Letture da Adam Vaccaro

L’acuto squillare del sole sotto la corteccia del dominio
Adam Vaccaro

Giacomo A. Graziani, La corteccia del mondo, La Vita Felice, 2020

Giacomo Graziani incarna uno stile consonante a quella che Saba definiva poesia onesta, che qui si muove come un fiume carsico, dalle esondazioni disinteressate a zampilli spettacolari o a forme innamorate di sé, perché prevale l’interesse a un contributo di conoscenza, di sé e del Mondo. Un Senso complessivo interrogante che il Soggetto Scrivente trasmette e ci raggiunge, se non siamo seduti su qualche scranno idiota di Verità sussiegosa, come quella scodellata quotidianamente dall’ideologia e dalla propaganda dominanti, attraverso i mille canali della informazione accreditata.

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Guarracino, L’Angelo e il Tempo

Pubblicato il 30 gennaio 2023 su Recensioni e Segnalazioni da Adam Vaccaro

L’Anima, la Rosa e la nostalgia del Padre
Adam Vaccaro

Vincenzo Guarracino, L’Angelo e il Tempo – e altri poemetti, Book Editore, 2022, pp.70

Un libro dal titolo che potrebbe essere tradotto in lo Spirito e la Storia, seppure ogni traduzione è sempre tradimento, e la storia è evocata nelle Note dell’Autore in fondo al libro, non solo nel richiamo del primo poemetto che dà titolo al libro e sintetizza la sua visione espressiva: “dar voce per scorci visionari a questa storia”. Ma sono due in ogni caso le polarità o colonne di senso della costruzione di questo splendido libro di Vincenzo Guarracino: il divino e il profano, l’invisibile e il visibile, della realtà totale e vitale che ci costituisce. E per uno studioso appassionato di Leopardi, quale è Guarracino, non stupirà se rilevo quale nervo della forma che unisce e restituisce la tensione alla totalità – per me timbro di poesia – la stella polare leopardiana sintetizzata nel sintagma di una parola materiale e lirica.
Certo, il tempo del titolo è anche quello che va dal 1978 al 2022, in cui sono gemmati e maturati i nove poemetti che costituiscono il libro. Ognuno dei quali è radicato in un Autore/Maestro, un Padre (cui è dedicato il poemetto in forma di raccolta preghiera, “NEL NOME DEL PADRE”) o di un tratto di rilievo del proprio percorso umano e culturale, oppure in entrambi: lieviti epifanici dei testi, di cui Guarracino offre nelle sue Note ampi richiami, che confermano come lo spirito e la forma siano con-fusi in quella parola, che guida la sua scrittura, saggistica o creativa che sia.
A una lettura superficiale tutti i poemetti possono risuonare come un concerto raffinato di parole, appagato della musica che intonano, ci culla e delizia. Ma gli echi e alimenti che sostanziano i testi risalgono sempre a quell’Oltre che chiamiamo Vita, tra squarci di Memorie, Incontri e Nomi, che vanno da Catullo a fari della poetica moderna, luci del percorso nel Tempo di chi è stato colto dal silente annuncio di quell’angelo chiamato Poesia.
Ognuno dei poemetti meriterebbe un’analisi specifica, per la loro dispiegata immersione rigenerante in quel Tutto di cui si fanno voce e forma. Ma – entro i limiti di una recensione – scelgo di soffermarmi in particolare sul secondo, UNA VISIONE ELEMENTARE, che ha in esergo versi e richiami di Roberto Sanesi, poeta e Maestro che ci ha trasmesso una visione di poesia interminabile, come linguaggio necessario nella misura col mistero inesauribile della Totalità.
Il poemetto è un oceano in XXV strofe, isole di una micro-macro nesia, rima poesia, con un Nettuno-Poseidone umanissimo, remigante e lampeggiante col suo sorriso denso di dolcezza e sapienza, ricondotto a noi da Guarracino, con memorie e versi nati sul crinale della nostra irriducibile dolorosa-gioiosa distanza. Che tuttavia si fa lievito di adiacenza, che risale come salmone alle fonti dell’incessante bisogno di rinascita:
“Non c’è più nella casa del poeta/…/il triste richiamo del telefono:// la voce scivola nel vortice/…/oscura tra il glicine la stanza:”, dove il poeta ci riappare con le sue indimenticabili reinvenzioni; “sorridesti; ‘M’affumico d’incenso’” e “’ti dirò chi c’è in cantina’ disse/ con la neve che scese su Milano” (XXIII, p.33).
Versi che si svolgono fino a una sorta di cantico della necessità del male, se “il pensiero col male esce dal sogno/ e la stanza è invasa d’improvviso/ da tutti forse i sensi della rosa/…/ le parole a te ormai più necessarie/ quelle che giorno dopo giorno danno/ corpo a una vita solo sognata// non fanno che riscrivere il destino/ nel vuoto di questo impenetrabile/ presente oltre l’opaco dello schermo:” (XIV, pp, 33-34).
Devo dire, versi che ricompongono una forte omofonia con i ritmi, i sensi e la musica di Sanesi, mentre interloquiscono, cercando di chiudere un cerchio che non può essere chiuso: “e qui forse potrebbe fatalmente/ padre fratello amico tu poeta/ qualcosa nel molteplice apparire:// l’ossimoro perfetto che è la vita” (XV, p.34).
Poesia immersa nell’indicibile, per spingerlo fuori dall’ombra di una caliginosa caverna platonica, quale orchestrata dagli schermi dell’”impenetrabile presente”, per strappargli alla fine quel lembo inarreso che sfugge, “ove ripensa la rosa la sua anima” (I,p. 21) e sa farne parola dicibile, senso e poesia.
26 gennaio 2023

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Google – Il Nome di Dio – Letture12

Pubblicato il 25 gennaio 2023 su Scrittura e Letture da Adam Vaccaro

Replichiamo su Milanocosa l’articolo pubblicato dalla Rivista “Odissea”:

Ravizza su Vaccaro “Odissea”, mercoledì 25 gennaio 2023- 

https://libertariam.blogspot.com/2023/01/libri-corpo-corpo-con-la-totalita-di.html

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Sono grato delle pregiate letture critiche dedicate al libro, con contributi e testimonianze che ne moltiplicano i sensi di resistenza umana e culturale.

A.V.

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Nel corpo a corpo con la totalità

Filippo Ravizza

Adam Vaccaro: “Google – Il nome di Dio. In quattro quarti di cuore”
Puntoacapo Editrice, Pasturana (Alessandria) 2021

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