Saggi Società

Tra due fondamentalismi

Pubblicato il 21 gennaio 2015 su Saggi Società da Adam Vaccaro

Tra due fondamentalismi

Dinamiche capitalistiche, poteri occidentali e terrorismo islamico

Adam Vaccaro

L’ultima vicenda terroristica francese spinge a riflettere sugli attuali rapporti tra popoli, religioni e ideologie (sotto le quali, dovrebbe essere inutile ricordarlo, ci sono interessi economici contrapposti dello scacchiere mondiale), e a fare i conti con le proprie convinzioni, per rafforzarle o per interrogarsi su di esse, e magari rettificarle.

Credo sia utile un atteggiamento aperto, rispetto alle varie sfaccettature della situazione. Tra le quali c’è la necessità di darsi e dare dei limiti all’idea di libertà, in genere o praticata nel mondo occidentale. Spesso proclamata con sensi, accezioni e falsità ideologiche che fanno da corona alla sarabanda commerciale e propagandistica dei poteri in atto. Che rivendicano l’orgoglio di offrire il mondo migliore possibile in condizioni di massima libertà per tutti.

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Leopardi “sopra i costumi degl’Italiani”

Pubblicato il 8 ottobre 2014 su Saggi Società da Adam Vaccaro

IL TEMPO DEL NORD

RILEGGENDO IL DISCORSO LEOPARDIANO “SOPRA I COSTUMI DEGL’ITALIANI”

Vincenzo Guarracino

Gli Italiani, qualunque sia la loro classe di appartenenza, alle “classi superiori” non meno che al “popolaccio”, sono oggi i più cinici del mondo: “ridono della vita: ne ridono assai più, e con più verità e persuasione intima di disprezzo e freddezza che non fa niun’altra nazione”.

Privi di amor proprio e di orgoglio nazionale, “passano il loro tempo a deridersi scambievolmente, a pungersi fino al sangue”, tutti presi a combattersi l’un l’altro, in una sorta di bellum omnium contra omnes interminabile: questo perché ognuno, trincerato nel suo risentito individualismo, se non vuole essere travolto e oppresso, deve imparare a difendersi e combattere.

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Europa attuale e cleptocrazie

Pubblicato il 7 novembre 2013 su Saggi Società da Adam Vaccaro

L’Europa attuale sta ripercorrendo analoghe derive – inappellabili per le armate ideologiche e finanziarie neoliberiste – che condussero negli anni ’30 agli sbocchi tragici del nazifascismo e della guerra. E’ una forma di Europa dominata da poteri istituiti senza alcuna legittimazione democratica e di cui l’economia tedesca è con crescente evidenza il perno centrale. Sono poteri avvolti da pletoriche istituzioni elettive che diventano sovrastrutture supine, cui è concesso l’arricchimento lecito e illecito, quale compenso della loro funzione di copertura. Tale Europa non combatte caste e corruzioni (di cui l’Italia è prototipo apicale), non unisce ma accentua disgregazioni e divisioni nazionalistiche che, senza radicali cambiamenti, non potranno che portare a crescenti disparità tra aree, nazioni e classi sociali, con ignobili impoverimenti dei più e presupposti di barbarie di ogni tipo.

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Orizzonti di Letta

Pubblicato il 22 ottobre 2013 su Musica e Concerti da Adam Vaccaro

Il Sud Europa farà la fine della Ddr?

Pubblicato il 14 ottobre 2013 su Saggi Società da Adam Vaccaro

Il Sud Europa farà la fine della Ddr?

Fonte: Micromega Newsletter del 9 ottobre 2013 . Ancora oggi, a quasi 25 anni dal crollo del Muro, la distanza economica e sociale tra le due parti della Germania non accenna a diminuire, nonostante massicci trasferimenti di denaro pubblico dalle casse del governo federale tedesco e da quelle dell’Unione Europea. Sulla base di una ricerca scrupolosa, condotta attraverso i dati ufficiali e le testimonianze dei protagonisti, Vladimiro Giacché mostra come la riunificazione delle due Germanie abbia significato la quasi completa deindustrializzazione dell’ex Germania Est, la perdita di milioni di posti di lavoro e un’emigrazione di massa verso Ovest che perdura tuttora, spopolando intere città. La storia di questa “unione che divide” è una storia che parla direttamente al nostro presente. Essa comincia infatti con la decisione di attuare subito l’unione monetaria tra le due Germanie, prima di aver attuato la necessaria convergenza tra le economie dell’Ovest e dell’Est. L’unione monetaria ha accelerato i tempi dell’unione politica, ma al prezzo del collasso economico dell’ex Germania Est. Allo stesso modo la moneta unica europea, introdotta in assenza di una sufficiente convergenza tra le economie e di una politica economica comune, è tutt’altro che estranea alla crisi che sta investendo i paesi cosiddetti “periferici” dell’Unione Europea. Il libro di Giacché si conclude quindi con un esame approfondito delle lezioni che l’Europa di oggi può trarre dalle vicende tedesche degli anni Novanta.

Per gentile concessione dell’editore pubblichiamo alcuni estratti dal libro “Anschluss. L’annessione. L’unificazione della Germania e il futuro dell’Europa” (Imprimatur editore, 2013 (pp. 261-267 e 276-277), in libreria dal 9 ottobre.

di Vladimiro Giacché

Dall’unità monetaria tedesca all’unità monetaria europea

La configurazione attuale del capitalismo europeo e dei rapporti di forza interni a esso è semplicemente impensabile senza l’annessione della Repubblica Democratica Tedesca. Per diversi motivi.
Il primo motivo è che grazie all’incorporazione dell’ex-RDT la Germania ha riconquistato la centralità geopolitica (e geoeconomica) nel continente europeo che aveva perduto nel 1945 con l’esito catastrofico della guerra di Hitler. E questa riconquista ha alterato gli equilibri in Europa.

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Conferme e novità

Pubblicato il 7 luglio 2013 su Saggi Società da Adam Vaccaro

Dal Datagate ai moti egiziani alle (nostre) stragi di stato, un momento confuso ma anche ricco di rivelazioni e possibilità di riflessione sulle logiche dei poteri contemporanei.

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Il decreto del non fare

Pubblicato il 28 giugno 2013 su Saggi Società da Adam Vaccaro

Il decreto del non fare

Il “decreto del Fare” ha l’ambizione di dare un spinta all’economia attraverso una ottantina di misure: alcune di puro buon senso, altre discutibili, altre che sostanzialmente ripropongono provvedimenti già adottati dal governo Monti. Il bilancio complessivo è deludente, perché l’impatto del decreto sarà molto modesto e non contribuirà a rilanciare lo sviluppo.

di Civil Servant su Micromega del 18 giugno 2013

A scuola copiare è vietato, mentre al governo sembra sia concesso “reiterare” gli stessi provvedimenti leggermente modificati, ma senza finanziamenti aggiuntivi, e confusi tra petizioni di principio e norme di scarso impatto. Il decreto “Fare” non sfugge a questa tradizione. Si tratta del primo atto sostanzioso di questo governo, che in due mesi si è riunito nove volte per rilasciare solo provvedimenti essenzialmente formali (come quelli per la nomina di ministri e viceministri), di ordinaria amministrazione (come il riconoscimento dello stato di emergenza in varie aree) o semplicemente interlocutori (come la sospensione dell’IMU). Non è un caso se il Wall Street Journal, non senza una sottile ironia, ha tradotto “Fare” con “To do”, che è l’espressione che solitamente si riserva alle liste delle incombenze quotidiane.

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Nella crisi euroamericana

Pubblicato il 23 giugno 2013 su Saggi Società da Adam Vaccaro

Origini, domande e incerte prospettive dell’Italia attuale

Pubblicato il 23 marzo 2013 su Saggi Società da Adam Vaccaro

Uno spettro s’aggira

Pubblicato il 18 febbraio 2013 su Musica e Concerti da Adam Vaccaro