Voci di Pace 3

Pubblicato il 12 dicembre 2023 su Temi e Riflessioni da Adam Vaccaro

Voci di Pace 3

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Milanocosa cura questa rassegna di Voci che vogliono testimoniare, senza retorica e schieramenti di tifoserie acritiche, il bisogno di creare un’altra prospettiva umana rispetto alle derive sempre più gravi dell’orizzonte internazionale, in cui appare senza alternative uno stato di guerra assoluta (come definita da Cacciari), di distruzione totale dell’avversario, con logiche imperiali e sbocchi di terza guerra mondiale, che rendono patetico il sogno e bisogno umano di relegare nel macero della Storia la cultura di guerra per la cultura di Pace di una Fenice Resistente.

Sono testi di dolore condiviso e ricerca di pensiero critico, che non vogliono farsi ridurre al silenzio indifferente e connivente di gran parte del circo mediatico. Testi che continuano a interrogare il male e i responsabili di scempi e degradi, per riaffermare con forza la necessità di ritrovare il senso perduto dell’alternativa storica e vitale di restare umani!

I testi, in versi, in prosa, o in immagini, verranno diffusi con aggiornamenti aperiodici.
Redazione Milanocosa
(Adam Vaccaro, Lugi Cannillo, Laura Cantelmo)
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Con testi di Fabia Ghenzovich, Filippo Ravizza e Elda Torres
Report a cura di Laura Cantelmo, sugli eccidi in corso a GAZA

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FABIA GHENZOVICH
(Venezia)

Nel disordine delle stanze

contrarsi di nuovo senso
carnale insomma evidente
che almeno un poco brilli
la vita
non soltanto differita al solito
refrain occhi bassi spallucce
di uno dei tanti che tra sé
bofonchia:

nostro decrepito Occidente
sempre meglio di niente

alieni dunque siamo noi
al pianeta in fiamme stellette
sventolando dell’apocalisse
che ci sta a pennello addosso.

*
Abbiamo vissuto il nostro tempo.
Poco è rimasto se non una fine
senza tregua, della rovina al colmo
della recrudescenza accettata così
con nonchalace come fosse perduta
l’anima definitivamente

senza nemmeno un armistizio, appello
al desiderio del volo, il presagio
che la morte la portiamo a spasso
nel corpo

la morte di tutte le vittime
incistata dentro

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FILIPPO RAVIZZA
(Milano)

Nella tua stanza (2022)

Nel chiuso della tua stanza mio
fratello poeta soffri ti dispera
l’amore mentre fuori il mondo sta
crollando Europa brucia orrenda estate
del 2022 ma tu vorresti dirmi: “Vedi?” Non
serve a niente la poesia, non serve
la letteratura… “dolore?” Ti sciupa
la vita, pensa alle gonne della bella
che non ti guarda lascia perdere
il sangue che stilla dalla soglia dal
rombo atroce della bomba.

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ELDA TORRES
(Firenze)

quarrel

quarrel krieg lutte zwist
guerra combat lucha kampf
querelle luta guerre war
contenda struggle streiten

c o m b a t e

grumi di coatti
nel mondo sparsi

pronti a massacrare

ogni volta nuovo
il solito vecchio antico
spettro

*

question

abbiamo ancora diritto
a qualche eutopico sogno?

mediocrità
quando non c’è ferocia

parte il tempo della parola
t o t a l e

fino in fondo all’anima

al problema

n o d o e g r o v i g l i o

l due testi quarrel e question fanno parte del pometto: Lunario del tempo immobile, presente nella raccolta Lunario dell’anima e del tempo. Vagabondages, Dite Pars Ed. 2014, composta da quattro sezioni. Le prime tre: I. Lunario dell’anima notturna, II. Lunario del tempo immobile, III. Lunario dell’anima solare sono legate da tematiche sullo scandaglio della contemporaneità individuale e collettiva. Lunario del tempo immobile è nato, con il titolo Novecento, nel 1993, al tempo della guerra nei Balcani.

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LAURA CANTELMO

Seguono Informazioni fornite da un medico operante a Gaza. E altro.

———- Forwarded message ———
Da: info <info@parallelopalestina.it>
Date: dom 10 dic 2023, 01:09
Subject: Israele ha inventato i rapimenti di civili in cambio di ostaggi /// chi è Gadi Eizenkot? /// A Guernica /// Ursula von der Leyen, vergogna del mondo
To: parallelo palestina <parallelopalestina@parallelopalestina.it>

Fu Israele a realizzare per primo un rapimento di civili da scambiare con prigionieri e sempre Israele ha in realtà tenuto in ostaggio un intero popolo per decenni con la scusa del mantenimento della pace. Lo ha spiegato il prof. Joseph Massad, un accademico giordano specializzato in studi mediorientali, professore di politica araba moderna e storia intellettuale presso la Columbia University negli USA.

Terre espropriate
Il fatto che la maggior parte di coloro che vivono oggi a Gaza siano essi stessi discendenti dei palestinesi espulsi nel 1948 non è affatto irrilevante per l’attuale richiesta di Israele di auto-espellersi nel Sinai egiziano o affrontare l’annientamento.
Nel 1923, infatti, i palestinesi protestarono con gli inglesi dicendo che i sionisti volevano rubare il loro paese ed espellerli, una preoccupazione che Herbert Samuel, l’alto commissario ebreo britannico per la Palestina, respinse come infondata. “Nei suoi incontri con il governo britannico – spiega il professore – Samuel dissimulò che l’opposizione araba al sionismo si basava su un “fraintendimento” dei suoi obiettivi e che i leader sionisti responsabili non intendevano confiscare le terre arabe o inondare il paese di immigrati ebrei.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel dicembre 1948 adottò la Risoluzione 194 (III) che chiedeva a Israele di rimpatriare i palestinesi che aveva espulso. La risoluzione viene riaffermata ogni anno ed è una delle decine di risoluzioni che Israele continua a violare. Le Nazioni Unite e i loro funzionari, controllati dagli Stati Uniti, non hanno osato esigere che se i palestinesi di Gaza devono andare da qualche parte, allora dovrebbe essere loro permesso di tornare alle loro terre e alle loro case all’interno di Israele, come richiedono il diritto internazionale e le risoluzioni delle Nazioni Unite.
Fu solo il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, ricorda il docente, che in risposta alle pressioni israeliane, europee e statunitensi per consentire a Israele di espellere i palestinesi in Egitto, suggerì che Israele avrebbe dovuto spostarli all’interno del proprio territorio, nel deserto del Naqab.

Presa di ostaggi
Una delle tante menzogne di Israele dopo il 1967 era che stava tenendo in ostaggio i territori palestinesi occupati e la loro popolazione palestinese fino a quando gli “arabi” non avessero accettato di riconoscerli e di fare accordi di pace con esso. Solo allora avrebbe restituito i territori e liberato la popolazione palestinese che teneva in ostaggio.
Questo è stato incapsulato nella formula israeliana e statunitense di “terra in cambio di pace”. Date le spettacolari menzogne che Israele spaccia regolarmente, quasi nessuno (compresa l’Autorità Palestinese e altri leader arabi che fingono di crederci), tranne i veri creduloni, ha mai creduto a queste affermazioni.
La pratica di prendere in ostaggio i civili per contrattare il rilascio dei prigionieri è infatti un’innovazione israeliana. Nel dicembre 1954, aerei da combattimento israeliani dirottarono un aereo di linea civile siriano per catturare ostaggi da scambiare con quattro soldati israeliani catturati in Siria dopo che si erano infiltrati al confine giorni prima. Nel suo diario, Moshe Sharett, all’epoca primo ministro israeliano, affermò che il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti lo informò che “la nostra azione non aveva precedenti nella storia della pratica internazionale”.
Con il rifiuto della Siria e la condanna internazionale di Israele che impediva qualsiasi scambio, Israele lanciò un raid in Siria un anno dopo, nel dicembre 1955, uccidendo 56 siriani, tra cui tre donne, e rapendo 30 siriani come ostaggi per scambiarli con i quattro soldati israeliani. Gli Stati Uniti, allora “scioccati” dalla criminalità di Israele, appoggiarono una forte risoluzione delle Nazioni Unite che condannava la violazione da parte di Israele della linea dell’armistizio. I siriani alla fine accettarono lo scambio nel marzo 1956.
“Mentre la presa di ostaggi civili è un atto illegale, i tentativi occidentali di inquadrare i palestinesi come ‘barbari’ per averlo compiuto ignorando i crimini israeliani sono parte integrante della propaganda in corso” sottolinea il prof. Massad “Gli israeliani “civilizzati” non solo hanno introdotto la pratica, ma hanno nelle loro prigioni più di 9.000 palestinesi rapiti (tra cui 85 donne e 350 bambini, 180 dei quali sono stati appena rilasciati nell’ultimo scambio). Più di 3.290 di loro, tra cui centinaia di donne e bambini, sono stati rapiti da Israele in Cisgiordania e a Gerusalemme Est solo dal 7 ottobre.”
“Dal 1967, Israele ha tenuto in ostaggio l’intero popolo palestinese che vive in Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est. Dal 2006 imprigiona gli abitanti di Gaza nella più grande prigione a cielo aperto del mondo e ora li sta massacrando a meno che non accettino di auto-espellersi. La condanna da parte dell’Occidente di Hamas, che è designata come organizzazione terroristica da Israele e dalla maggior parte delle potenze occidentali, per aver preso in ostaggio civili israeliani (il cui numero è minuscolo rispetto ai civili palestinesi rapiti da Israele sia prima che dopo il 7 ottobre) riafferma l’assoluta ipocrisia dei valori “universali” di questo Occidente liberale razzista”.

Richieste ragionevoli
Semmai, afferma il docente “sono gli americani, gli inglesi e gli europei che dovrebbero ordinare ai propri cittadini, in quanto coloni illegali in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, di lasciare i territori occupati e rimpatriare nei loro paesi d’origine.”
Nel 2017 – e ciò può spiegare in parte i veti USA a tante risoluzioni sulla Palestina – è stato stimato che circa 65.000 cittadini statunitensi erano coloni nella sola Cisgiordania (il 15% della popolazione totale dei coloni all’epoca), senza contare Gerusalemme Est. Costituiscono quasi un terzo dei 200.000 coloni americani che vivono in Israele e nei territori occupati. Molti di loro si considerano “liberali” e “di sinistra” e sono professionisti istruiti.
“Il fatto che almeno un milione di ebrei israeliani abbiano nazionalità europea e statunitense dovrebbe spingere gli Stati Uniti e i paesi europei a invitarli a tornare nei loro paesi d’origine per garantire la loro sicurezza e in modo che possano fare spazio ai palestinesi indigeni di Gaza, che la loro colonizzazione aveva spostato in primo luogo, a tornare alle loro case e terre d’origine in conformità con il diritto internazionale e le risoluzioni delle Nazioni Unite” nota il professore.
“Nessun leader arabo, per non parlare dell’Autorità Palestinese, oserebbe fare tali richieste, sia in pubblico che in privato, agli americani e agli europei. – continua – Eppure queste ragionevoli richieste, che sono in linea con la legittimità internazionale, potrebbero contribuire a porre fine all’insistenza
belligerante di Israele nel mantenere la supremazia ebraica e il colonialismo di insediamento nella terra dei palestinesi.”
http://www.osservatoriosullalegalita.org/23/acom/12/09tamaramo.htm
di Tamara Gallera

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“Il generale israeliano del gabinetto di guerra, Gadi Eizenkot, firmò la condanna a morte di suo figlio, ucciso negli scontri con le brigate partigiane di al-Qassam a Gaza, quando attuò la sua politica di terrore, distruzione e sproporzionalità contro civili innocenti.
Ecco alcune delle sue citazioni:
“Applicheremo una forza sproporzionata su [ogni villaggio] e causeremo grandi danni e distruzione lì. Dal nostro punto di vista, questi non sono villaggi civili, sono basi militari”.
“Ciò che è accaduto nel quartiere Dahiya di Beirut nel 2006 accadrà in ogni villaggio da cui Israele viene colpito… Applicheremo una forza sproporzionata su di esso e causeremo grandi danni e distruzione”.
“Questa non è una raccomandazione. Questo è un piano. Ed è stato approvato.”
Ora il figlio è diventato vittima della stessa strategia messa in atto ptoprio dal padre.”

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A Guernica
https://www.rainews.it/video/2023/12/video-guernica-pacifista-di-picasso-manifestanti-formano-mosaico-murale-umano-in-solidarieta-con-i-palestinesi-5e529835-aab5-43c1-8fad-cab8458c3a71.html?nxtep

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Ursula von der Leyen, vergogna del mondo
[I comuni mortali si chiedono perché corteo e presidi risparmino sempre slogan e critiche a questa donna altrettanto criminale di Netanyahu e Biden nel trio Stati Uniti, Europa, e Medio Oriente responsabile del genocidio]
Vorrei spiegarvi perché la Commissione europea sia la più grande vergogna del mondo spiegandovi quello che accade negli ospedali di Gaza dove i medici sono costretti a amputare gli arti dei bambini senza anestesia. Se volete saperne di più, potete leggere l’intervista qui sotto al celebre medico di Gaza, il chirurgo britannico-palestinese, dottor Abu-Sittah, che ha operato negli ospedali di Al Shifa e Al Ahli. Molti di questi bambini palestinesi – racconta Abu-Sittah – sopravvivono all’amputazione, ma poi muoiono di dolore. Molto spesso questi interventi sui bambini avvengono davanti ai genitori. Piangono tutti: piangono i medici che amputano gli arti, piangono i bambini amputati e piangono i papà dei bimbi sottoposti a questa sorte dalla Commissione europea, dalla Casa bianca e da Israele.
La Commissione europea è schierata con Netanyahu nel massacro di Gaza. Le prove? Eccole.

L’Unione europea rifiuta di applicare sanzioni contro il governo razzista-criminale di Netanyahu; rifiuta di sospendere le relazioni economiche con Israele; rifiuta di designare Israele “Stato terrorista” come ha fatto con la Russia nel novembre 2022; rifiuta di sospendere le forniture militari a Israele; rifiuta di sollecitare la Corte penale internazionale a spiccare un mandato di cattura contro Netanyahu per i suoi crimini contro l’umanità come ha fatto con Putin nel marzo 2023. Quando la Commissione europea vuole usare questi strumenti, li usa. Contro Israele, invece, la Commissione europea non intende usarli perché i commissari europei sono favorevoli al massacro dei bambini a Gaza e operano per favorirlo. Purtroppo il sistema dell’informazione in Italia è completamente corrotto e nessuno spiega chiaramente queste cose.
Quando vedrete un membro della Commissione europea, che sia un italiano, un francese o un tedesco, ditegli pure in faccia senza esitazione: “Tu sei la vergogna del mondo, tu appoggi il massacro dei bambini a Gaza, tu non condanni Netanyahu con una dichiarazione pubblica, tu sei schierato dalla parte di Netantyahu, tu hai il potere di frenare questo massacro, ma non lo eserciti contro Israele perché tu, caro commissario europeo, sei un traditore dei valori dell’Europa, tutti i morti di Gaza sono anche sulla tua coscienza”.
Troverete tutte le informazioni in questa intervista con il chirurgo dei bambini palestinesi: https://dawnmena.org/surgeon-ghassan-abu-sittah-on-the-impending-catastrophe-in-gazas-hospitals/

Ecco la traduzione:
Il chirurgo Ghassan Abu-Sittah sulla “catastrofe imminente” negli ospedali di Gaza
• Omid Memarian
Omid Memarian, giornalista, analista e destinatario del premio Human Rights Defender Award di Human Rights Watch, è il direttore delle comunicazioni presso DAWN
Nota dell’editore: venerdì 10 novembre, Ghassan Abu-Sittah ha condiviso il seguente aggiornamento da Gaza con DAWN. Mentre le forze israeliane assediavano l’ospedale al-Shifa, la più grande struttura medica di Gaza, migliaia di palestinesi che avevano cercato rifugio lì furono costretti a fuggire a sud, lasciando bloccati nell’ospedale pazienti gravemente feriti, compresi neonati, e personale medico in diminuzione.
“Quindi oggi si è assistito al collasso definitivo del sistema sanitario, almeno nella parte settentrionale di Gaza. Attualmente, l’unico ospedale funzionante a Gaza City è l’ospedale battista Al-Ahli, o ciò che ne è rimasto dopo l’attacco missilistico.
Inizialmente lo gestivamo solo su base ridotta e portavamo qui solo i pazienti per operarli. Ma oggi, con il crollo dell’ospedale di Shifa, abbiamo ricevuto un afflusso di pazienti da Shifa, e gli israeliani hanno preso di mira le scuole qui intorno che erano rifugi per gli sfollati interni. Quindi abbiamo avuto un afflusso di feriti.
Attualmente, abbiamo trasformato l’area dell’ospedale in un ospedale da campo improvvisato, con un punto di stabilizzazione dei traumi con la Mezzaluna Rossa Palestinese.
Mentre parlo, il rumore dei proiettili dei carri armati esplode ovunque nell’ospedale.
Sono rimasti solo una manciata di medici e infermieri a Shifa con i feriti più gravi. Tutti gli altri ospedali di Gaza sono crollati e l’ospedale indonesiano ha finito il carburante. Stasera si sentono suoni di scontri a fuoco. C’è il fuoco di un carro armato. C’è fuoco di armi leggere. C’è il fuoco delle mitragliatrici.
Quindi Dio non voglia, durerà per un po’.”
*
All’inizio di questo mese, il chirurgo britannico-palestinese Ghassan Abu-Sittah ha lasciato ancora una volta la sua casa e il suo studio medico a Londra per andare a Gaza per curare i palestinesi feriti in un’altra campagna di bombardamenti israeliani. È stato a Gaza l’ultima volta nel maggio 2021 , durante la guerra di 11 giorni tra Israele e Hamas, quando ha lavorato senza sosta per curare i feriti, molti dei quali bambini, ed eseguire un intervento di chirurgia ricostruttiva d’emergenza. Negli ultimi 15 anni, Abu-Sittah si è recato nella Striscia assediata per prendersi cura dei feriti durante ogni ondata di attacchi aerei israeliani da quando Hamas ha preso il controllo di Gaza. Ha lavorato anche come chirurgo a Gaza durante la Seconda Intifada e, prima ancora, durante la Prima Intifada, nel 1987, quando era studente di medicina.
Pochi hanno la sua conoscenza e competenza di prima mano sul sistema sanitario in frantumi di Gaza. O la prospettiva su quelle che chiama “guerre cicliche di Israele contro Gaza”, di cui è stato testimone da vicino negli ospedali sovraffollati che sono diventati rifugi antiaerei improvvisati.
Ha parlato con Democracy in Exile tramite WhatsApp all’inizio di questa settimana. “I numeri aumenteranno una volta che le macerie saranno rimosse”, ha avvertito del crescente bilancio delle vittime a Gaza, che ora supera le 7.000 persone, il 40% delle quali bambini, secondo i funzionari sanitari locali, insieme a più di 15.000 feriti. “Ci sono circa 1.500-1.600 persone scomparse e il cui luogo di residenza sono gli edifici che sono stati abbattuti” dagli attacchi aerei israeliani, ha detto. “Il numero aumenterà anche perché ci sono circa 150 pazienti in terapia intensiva attaccati ai ventilatori. Sono gravemente feriti e alcuni moriranno per le ferite, soprattutto se non ci sarà tregua ai bombardamenti e non ci sarà un corridoio umanitario per consentire l’arrivo dei soccorsi”. farmaci e forniture.”
In una precedente intervista con Democracy in Exile dopo la guerra israeliana a Gaza del maggio 2021, Abu-Sittah ha affermato di sapere che presto sarebbe tornato all’ospedale al-Shifa, la più grande struttura medica di Gaza e il fulcro dell’intero sistema sanitario, per curare i feriti. . “I leader militari israeliani chiamavano questo ‘falciare il prato'”, disse all’epoca, riferendosi ai periodici bombardamenti israeliani su Gaza. “Ce n’è uno più grande all’orizzonte.”
In questa intervista, Abu-Sittah fornisce un’istantanea di ciò che stanno attraversando i civili a Gaza, mentre il numero delle vittime cambia di ora in ora e il livello di distruzione e sofferenza della gente comune intrappolata nella guerra tra Hamas e Israele.
La seguente trascrizione è stata leggermente modificata per chiarezza e lunghezza.
I numeri, la velocità, la ferocia e la distruzione intenzionale di interi quartieri: tutto è stato completamente sproporzionato rispetto a qualsiasi cosa.
-Ghassan Abu-Sittah
In che modo la mancanza di sostegno umanitario, il blocco e la decisione di Israele di bloccare la spedizione di carburante a Gaza, che potrebbe essere utilizzato per mantenere in funzione gli ospedali, hanno influenzato il tuo lavoro?
Il fatto che ci siano stati 15.000 feriti, che ciò avvenga dopo più di 15 anni di assedio e che prima della guerra l’intero sistema sanitario di Gaza avesse una capacità di 2.500 posti letto, dà l’idea che il sistema abbia iniziato la guerra in ginocchio. a causa dell’assedio. L’enorme numero di feriti, l’enorme numero di attacchi e ora il degrado intenzionale della capacità del sistema sanitario prendendo di mira ospedali come l’ospedale Ahli Baptist, come l’ospedale Beit Hanoun, e da ieri il fatto che il carburante sia finito nel L’ospedale indonesiano, che è il più grande ospedale nel nord di Gaza, mostra come il sistema non sia in grado di farcela.
Aggiungete a ciò che è tutto esaurito. Non abbiamo medicazioni per ustioni; i fissatori esterni, che sono i perni e le aste necessari per riparare le fratture, sono finiti. Sei davvero molto attento nel cercare di scegliere cosa utilizzare in ogni intervento chirurgico, per cercare di conservare tutti i materiali di consumo, le scorte e i farmaci che hai.
Nella tua recente intervista con Christiane Amanpour sulla CNN , hai detto: “Ora abbiamo un termine nell’ospedale di Shifa chiamato ‘bambino ferito senza famiglia sopravvissuta.'”
Molti bambini vengono semplicemente tirati fuori dalle macerie delle loro stesse case. Quello che sta succedendo è che le persone si sono rifugiate presso i parenti e ci sono più generazioni, fino a 50 in un appartamento, quindi più generazioni vengono spazzate via in ogni sciopero. Ieri ho avuto un bambino di 12 anni. Prima avevo la figlia di un medico, la cui madre è stata uccisa e la sorella è stata uccisa, suo padre non è a Gaza. Ho due bambine di cinque anni. Ho un’altra bambina, di otto anni, con ustioni. È proprio pieno di questi bambini.

Ghassan Abu-Sittah, al centro, mentre esegue un intervento di chirurgia ricostruttiva d’urgenza all’ospedale Shifa di Gaza nel maggio 2021. (Foto di Hosam Salem per DAWN)
Qual è lo status del personale medico, in termini di esaurimento dovuto a lunghe ore di lavoro e in condizioni così dure? Quanto personale medico è locale e quanto appartiene a organizzazioni internazionali, gruppi di aiuto ed enti di beneficenza?
Le persone non sono solo fisicamente esauste: stiamo lavorando 16 ore [al giorno] da quando è iniziata questa guerra, se non di più. Sono emotivamente esausti per le scene che vedono. Ma abbiamo anche perso così tanti membri dello staff. Abbiamo avuto 40 medici uccisi, 18 infermieri e molti miei colleghi hanno perso la famiglia. Quasi tutti hanno dovuto allontanare le famiglie dalle proprie case. Tre di loro hanno perso la casa quando gli edifici in cui vivono sono stati presi di mira. Le persone sono completamente esaurite.
Non è presente personale straniero. C’è Medici Senza Frontiere, io sono di MSF. C’è ancora personale locale di MSF.
Uno dei medici uccisi è il dottor Medhat Saidam . È un chirurgo plastico e un collega in questo dipartimento. Avevo lavorato con lui durante la guerra del 2009 e nel 2014. Ed era un uomo adorabile. Quel giorno stava lavorando e sua sorella è fuggita ed è venuta qui. L’ha semplicemente portata a casa sua, dove pensava che sarebbe stata al sicuro, ed è stato allora che la casa è stata colpita. Prima di ciò, stavo operando un intervento chirurgico sul figlio rimasto di un’ostetrica all’ospedale Shifa che era stata uccisa insieme all’altra figlia. Suo marito è in Giordania per lavoro.
Quali sono i bisogni immediati del personale medico e degli infortunati?
La necessità immediata è trasferire i pazienti gravemente malati e feriti fuori da Gaza, aprire un corridoio umanitario e portare i rifornimenti.
I media, come tutti gli altri, dovrebbero parlare apertamente e prevenire questa catastrofe imminente. Penso che i media debbano affermare che è del tutto inaccettabile, non solo alla luce di tutta questa carneficina, ma anche negare doppiamente ai feriti le forniture mediche di cui hanno bisogno, compreso il carburante per l’ospedale. Questo è un doppio crimine di guerra.
In che modo è diversa la situazione negli ospedali adesso rispetto alle guerre passate a Gaza, anche nel 2021? Come viene percepita la portata dei bombardamenti israeliani negli ospedali e nel tipo di feriti che state curando?
Stai paragonando un’alluvione ad uno tsunami. I numeri, la velocità, la ferocia e la distruzione intenzionale di interi quartieri: tutto è stato completamente sproporzionato rispetto a qualsiasi cosa. Forse la cosa più simile accaduta nella regione è stata durante l’assedio israeliano di Beirut nel 1982.
Stiamo rischiando che i giorni in cui l’ospedale finirà il carburante. Se così fosse, l’ospedale diventerebbe effettivamente una fossa comune.
– Ghassan Abu-Sittah
Cosa hai visto riguardo agli attacchi aerei israeliani sugli ospedali o su altri luoghi dove si rifugiano così tanti civili?
Ero all’ospedale battista di Ahli quando è stato attaccato e il missile è caduto proprio in mezzo al cortile, uccidendo le famiglie che si rifugiavano lì. L’ospedale aveva ricevuto minacce dagli israeliani per tutta la settimana, dicendo che avrebbero fatto questo. Puoi approfondire queste minacce israeliane e il loro impatto sulle persone che si rifugiano negli ospedali?
Fondamentalmente non c’è alcuna possibilità di evacuare nessuno degli ospedali. In primo luogo, è un crimine di guerra anche prendere di mira gli ospedali, e minacciare di farlo, di evacuare le persone, non lo rende meno di un crimine. Non è proprio possibile. L’ospedale di Shifa ha circa 1.700 pazienti gravemente feriti. Cosa ne faremo? Dove li porteremo?
Stiamo rischiando che i giorni in cui l’ospedale finirà il carburante. Se così fosse, l’ospedale diventerebbe effettivamente una fossa comune. Abbiamo 150 pazienti ventilati. Hai un’unità di terapia intensiva neonatale. Avete macchine anestetiche che non possono più funzionare per eseguire gli interventi chirurgici. Senza elettricità, questa è solo una fossa comune.
Gli israeliani affermano di bombardare obiettivi militari e affermano che Hamas usa i civili come scudi umani. Dalla tua esperienza diretta, cosa dovrebbe sapere il mondo riguardo a tali affermazioni?
Non vi è nulla di simile. Voglio dire, 16.000 scudi umani sono ora feriti e altri 6.000 scudi umani sono morti? Pur approvando questo tipo di sciocchezze, ricordo lo stesso discorso del 1982, con gli israeliani che facevano la stessa cosa a Beirut quando la assediarono: stavano prendendo di mira solo i combattenti dell’OLP. E il problema è che l’Occidente se ne frega perché è complice di questo omicidio.
L’idea che in qualche modo queste incredibili bombe stiano prendendo di mira solo Hamas, e che ci siano questi tipi di individui super malvagi che si nascondono dietro i civili, è solo che, per le persone che l’hanno sentito nel 1982, è proprio la stessa stanca argomentazione e giustificazione per l’omicidio .
L’amministrazione Biden ha spinto affinché 20 camion di aiuti entrassero a Gaza. Considerando la dimensione della popolazione di Gaza, gli anni di blocco e il livello di distruzione derivante dai bombardamenti israeliani, cosa dovrebbe accadere realmente?
Questi camion sono così minuscoli in termini di bisogni che costituiscono solo simbolismo. Non avranno alcun impatto visibile o addirittura palpabile sul risultato.
Puoi descrivere la tua giornata, come esegui gli interventi chirurgici e come ti prendi cura dei feriti durante i bombardamenti?
Esco a malapena dalla sala operatoria. Mi alzo intorno alle 6.30, alle 7 se non siamo stati svegliati di notte, e alle 8 iniziamo a discutere dei pazienti da una lista. Speriamo di iniziare a operare alle 9 o alle 10, a seconda della disponibilità anestesisti. Continuiamo a operare fino all’1 o talvolta alle 2 del mattino. Poi pulisco uno dei carrelli nella zona di degenza della sala operatoria e vado a dormire. Mi alzo e faccio di nuovo la stessa cosa.
Una volta ogni due giorni esco. Il complesso dell’ospedale Shifa è pieno di persone, decine di migliaia di sfollati interni. Quindi non è proprio una passeggiata piacevole e non vorrai allontanarti troppo dall’ospedale. Finora è stata un’esistenza piuttosto claustrofobica.
Con tutto ciò che sta accadendo, tu e i tuoi colleghi state mettendo a rischio la vostra vita. Come sopporti lo stress e le preoccupazioni per la sicurezza in queste situazioni impossibili? Cosa ti motiva ad andare avanti?
L’adrenalina dell’intervento distoglie la mente dalle preoccupazioni e ti aiuta a superare la fatica. Ma di tanto in tanto, c’è una massiccia esplosione nelle vicinanze e l’intero edificio trema e… vieni sobbalzato. Cosa ti aspetti che facciano il presidente Biden o i leader europei in questo momento?
Non mi aspetto assolutamente nulla. Lo hanno reso chiaro con i loro viaggi in Israele e con le loro parole. La mia sensazione è che l’unica cosa che può cambiare il corso degli eventi è che se gli americani ritengono che ciò che sta accadendo a Gaza sia destabilizzante per i regimi egiziano e giordano. Questo è tutto. Questo è l’unico modo in cui ci sarà un cambiamento nella politica americana o addirittura un miglioramento della politica americana – e la politica europea, credo, è completamente asservita alla politica estera americana.
Ghassan Abu-Sittah all’ospedale al-Shifa di Gaza City, 17 ottobre 2023.

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