La Grecia e noi

Pubblicato il 19 giugno 2012 su Temi e Riflessioni da Adam Vaccaro

GRECIA. IL VENTO DEL CAMBIAMENTO CONTINUA A SOFFIARE

E così Syriza non ce l’ha fatta. Nelle elezioni greche di domenica scorsa, pur raggiungendo un risultato straordinario (oltre il 26% dei voti e il 40% dei consensi insieme alle altre forze della sinistra antiliberista), è stata superata anche se solo di qualche punto percentuale da Nuova Democrazia, il partito della destra che insieme ai socialisti del Pasok è il responsabile principale della situazione economicamente e socialmente disastrosa il cui si trova oggi la popolazione greca. Lo scontro era impari. Da una parte un fronte di partiti e movimenti di sinistra (non di centro sinistra, sia ben chiaro) che si è battuto come un leone da solo per ridare dignità alla nazione greca, per dare una speranza di cambiamento ai ceti popolari, per farla finita con il colonialismo finanziario tedesco. Dall’altra i due partiti della speculazione, del malaffare e della continuità del massacro sociale sotto i dettami dei mercati e della Ue a dominanza liberista: Nuova Democrazia e Pasok. E insieme a loro molti autorevoli opinion maker in tutta Europa. In Italia, Ezio Mauro, direttore di Repubblica, che pure in altre occasioni ha sostenuto posizioni condivisibili, è arrivato a parlare a proposito dei risultati elettorali di Syriza di sconfitta del populismo. Esempio da manuale di come l’ideologia, la cattiva ideologia, possa prevalere sulla onesta lettura e analisi dei fatti.

Le destre di tutta Europa hanno tirato un sospiro di sollievo. Tutte le risorse della disinformazione di massa sono state usate pur di raggiungere il risultato: Tv, radio, giornali, mobilitazione dei più affermati commentatori politici, dichiarazioni di capi di stato. Un coro unico che non ammetteva repliche e obiezioni. E’ stato detto che la sinistra greca voleva uscire dalla moneta unica. Falso. Ma si è continuato a dirlo. E’ stato detto che Syriza voleva uscire addirittura dall’Europa. Ancora più falso. Ma si è continuato a dirlo. A nulla sono valse le ripetute dichiarazioni di Syriza che l’obiettivo – più che legittimo e addirittura di buon senso – era unicamente quello di ricontrattare le condizioni del debito per salvaguardare un minimo le condizioni di vita dei greci. Fiato sprecato. L’obiettivo di Syriza non era compatibile con il progetto neoliberista. E così, sulla base di una vera e propria campagna di terrorismo psicologico, la santa alleanza ha prevalso e hanno prevalso le forze che stanno distruggendo l’Europa con le politiche di austerità e antisociali. Hanno prevalso i cosiddetti mercati, cioè quelle non più di mille persone che si incontrano ogni anno a Davos e che fanno parte della Commissione Trilateral e del gruppo Bildenberg. Monti, non è superfluo ricordarlo, fa parte di questa supercasta che sta facendo in Europa il bello e il cattivo tempo sulla pelle dei cittadini europei. Non ha vinto l’euro, come è stato detto. Hanno vinto la Bce, il Fmi, gli speculatori internazionali, la Merkel e i tecnocrati al loro servizio

Anche in Grecia verrà fatto un “governo Monti” che vedrà insieme conservatori e centro sinistra, con un centro sinistra in posizione assolutamente ininfluente, visto che il Pasok non è andato oltre un misero 13%. Ma costoro hanno poco da festeggiare, perché l’affermazione di Syriza rappresenta un fatto storico per l’Europa e, credo, non reversibile. Si può ben dire che da domani niente sarà più come prima. Innanzi tutto perché in Grecia la sinistra di alternativa non è più confinata in percentuali di consenso trascurabili ma diventa credibile alternativa di massa. Come opportunamente ricorda Gennaro Carotenuto, Syriza passa dal 4,6% del 2009 al 16,7% dello scorso maggio al 26 e oltre per cento di oggi. E poi, soprattutto, perché viene rotto il bipolarismo e l’alternanza di governo fra conservatori e socialdemocratici nel quadro delle compatibilità attuali, e si afferma invece un nuovo bipolarismo: quello fra le forze che sostengono l’Europa attuale e le nuove forze che propongono un’alternativa economica, sociale e di governo al liberismo.

La Grecia ha dimostrato che un’alternativa è possibile. Sta ai popoli europei, alle forze di sinistra, a tutti coloro che non si vogliono rassegnare alla ferocia del liberismo, far sì che questa possibilità diventi reale.
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