ALTRE TESTIMONIANZE DA L’AQUILA

Pubblicato il 10 luglio 2009 su Resoconti da Adam Vaccaro

ALTRE TESTIMONIANZE DA L’AQUILA

Ci arrivano da Doriana Goracci e da un’altra delle donne, Luigia, che vivono nelle tende. Ci dicono altre cose rispetto a quelle illuminate dai riflettori. Forse qualcuno si rompe solo le scatole, ma ci parlano di cose che non riguardano solo l’Abruzzo. Vorremmo venissero smentite, l’unico modo per consentirlo è diffonderle.

Doriana Goracci

Torna Luigia a scrivere: dove dovrebbe andare, lei in una tenda in Abruzzo, aspettando l’Evento G8? Cosa non dovrebbe fare? Mi chiedo se serve scrivere, inoltrare, arrivare a poche centinaia di persone, che quando aprono il pc, sempre che ce l’abbiano, ne hanno piene le tasche di lamentele, appelli e lettere. Che senso ha continuare a farlo, quasi fosse un lavoro e neanche pagato per giunta?

Che senso ha comunicare, a chi e che cosa se tutto è già sotto ai nostri occhi, a portata di mano e di fiato?

Non sono in vacanza, sto in pensione e il mio tempo si dilata, senza chiedere permessi e ferie. Nel 2001 me ne presi due di giorni, per andare a Genova e conoscere, di persona. Con me c’era mia figlia allora sedicenne. Se la sua imprudenza, data l’età, era allora giustificabile, non lo era la mia. Siamo entrambe più grandi e non ci riconosciamo in questi sventurati che ci rappresentano, in ogni dove.

Siamo in tante e tanti a non riconoscerci in questi pupazzi, fantocce, mostri a comando. Ma non abbiamo perso il desiderio di conoscere, sapere chi sia quello che ci sta a fianco, che arriva dopo inenarrabili viaggi, quello che nessuno ascolta, quella che verrà il giorno in cui sarà lei a darti forza e aiuto.

Una volta ancora e finchè avrò vita, vi consegno delle parole scritte. Lei si chiama Luigia, vive in Abruzzo, in un campo e usa concludere con la una pratica di vita alla fine dei suoi testi: Rete di Soccorso Popolare. Il tempo che soqquadra tutto, ci porta a buttare nel cestino. Quale amara contraddizione se una volta si conservavano, dentro allo stesso, le cose più delicate e preziose, come la vita. Fate come meglio credete, io tento e non sono davvero sola. Neanche Luigia lo è e chi vive con lei queste vergognose Giornate che calano dall’Alto.

Da Luigia, in Trappola

Batterie di missili, caccia F16, cecchini sui tetti, elicotteri assordanti e molesti, oltre al Predator, che “discretamente” a quota oltre 3000 metri spia ogni nostro movimento anche quando ci “infrattiamo” per cagare. Noi non lo vediamo, ma sappiamo che è lì che ci scruta, come uno scienziato nazista osserva le sue cavie da laboratorio. Militari, polizia, digos da tutta Italia a sorvegliare ogni 10 metri la statale 80 dir, quella che dovrebbe essere interdetta al traffico veicolare e pedonale all’arrivo e alla partenza delle delegazioni. Facevano paura anche 2 giorni fa, quei mitra e quelle batterie di missili e quei cecchini piazzati sui tetti, che noi non vediamo, ma sappiamo che sono lì. Facevano paura anche 2 giorni fa, quando è scattata l’ordinanza di interdizione per il G8 anche per le greggi di animali, anche per i cani randagi sopravvissuti al terremoto, che animalisti e vigili del fuoco andavano ad alimentare nel centro storico. Tutti in gabbia adesso! Gli 8 grandi devono guardare le rovine del centro storico, ma non possono essere infastiditi da cani e da “cristiani”.

I cani li rinchiudono nel lager di Bazzano (da dove non usciranno più, perché essendo cani convenzionati frutteranno almeno 3 euro l’uno al giorno all’associazione che gestisce quel canile a L’Aquila) e i “cristiani” che non sono riusciti a fuggire dal G8 restano rinchiusi nelle tendopoli. Agli sfollati di piazza d’armi hanno imposto addirittura di non uscire dalle tende e hanno circondato con altre reti la tendopoli. “Neanche un giro dentro il campo potrete fare” gli hanno detto. Un ragazzo, un proletario residente in piazza d’armi uscì a comprare le sigarette qualche giorno fa ed è stato aggredito e quasi linciato da 2 agenti americane in borghese ed altri, forse dei servizi USA o dell’FBI, che lo avevano individuato come “sovversivo” per via dei suoi tatuaggi. Gli hanno detto che, come tutti, doveva rifornirsi di viveri, medicinali e sigarette prima del G8, perché poi non sarebbe più potuto uscire dal campo e avrebbero chiuso anche tutti gli esercizi commerciali, compresi i tabaccai. E così è stato.

Può essere fiero ora il sindaco Cialente di essere “stato costretto” a chiudere, per ordine delle forze dell’ordine, almeno 78 attività produttive per il G8. Non che il suo parere sarebbe valso a qualcosa, ma almeno avrebbe salvaguardato la sua dignità e quella di un’intera città. Lamenti, paura e rabbia, questo è quel che sta seminando questo G8 per l’evidente ingiustizia. Gli sfollati sempre più rinchiusi nelle tende; i pastori e le loro greggi non possono mangiare e circolare durante il G8; i lavoratori pendolari residenti nella zona rossa, che in seguito al censimento della digos hanno ottenuto un pass, devono subire controlli col cuore in gola ogni volta ai posti di blocco, per paura che parta “per sbaglio” un colpo dai mitra o un missile; gli abitanti della zona nord-occidentale della provincia di L’Aquila, quella fuori dal cratere, non hanno neanche avuto la possibilità di chiedere un pass, perché “non censiti dalla digos”. Questi ultimi non hanno via di scampo. In caso di malore o di forti scosse, non possono neanche fuggire: la S.S 80 è off limits.

Al distretto sanitario di Montereale, a 36 Km a nord-ovest di L’Aquila, tra i monti della Laga e quelli del Gran Ssso, c’è un cartello con su scritto: “non si effettuano esami del sangue ed altri accertamenti, causa G8. L’ospedale da campo del G8 è DEL G8, per recarsi lì, in caso di necessità, bisognerà essere scortati dai carabinieri e superare una serie di filtri e controlli incompatibili con una situazione di pronto soccorso. “C’è stato uno spostamento della crisi sismica verso nord dell’area epicentrale del movimento tellurico del 6 aprile…Nessuno può escludere che lungo questo asse si possano verificare altre scosse di notevole entità…la Protezione civile sa quello che deve fare”, dichiara Emanuele Tondi, docente di rischio terremoti presso l’Università di Camerino. Secondo i calcoli ufficiali dell’INGV, interpellata dalla protezione civile per l’organizzazione del G8, la probabilità che queste forti scosse si verifichino durante il G8 è del 26%.

Ora la caserma “Vincenzo Lo Giudice”, la cui antisismicità è stata opportunamente verificata in vista del G8, si trova ben 10-15-20 Km a sud del nuovo epicentro che potrebbe essere teatro di altre scosse al di sopra di 5-6 gradi Richter, ma la sola preoccupazione del duo Berlusconi-Bertolaso è stata quella di assicurare gli 8 grandi. Per loro e solo per loro sono stati spesi oltre 500 milioni per la sicurezza. Per loro e solo per loro è pronto un immediato piano di evacuazione in caso di forte sisma. Per loro e solo per loro i vigili del fuoco saranno impegnati a controllare la “tenuta” del bunker dove alloggeranno. Per loro e solo per loro si mobilita la protezione civile. I comuni fuori dal cratere, prossime probabili vittime al 26% di un altro disastroso terremoto, attendono ancora risposta alle richieste di prevenzione da rischi sismici, lanciate dai sindaci alla

>protezione civile. Ma se ci saranno altre scosse al di sopra dei 4 gradi Richter, gli 8 grandi saranno immediatamente evacuati verso Roma e gli abitanti di Arischia, Pizzoli, Capitignano, Campotosto, Montereale, Borbona e frazioni limitrofe, fino al reatino, staranno freschi ad aspettare i soccorsi! La SS. 80 è bloccata! Nessun problema! A piazza d’armi sono arrivate da un po’ 1.500 bare (confidano alcuni finanzieri e forestali), saranno le casette su misura per i vecchi sfollati o per i residenti a nord di Coppito che potranno morire sotto altre scosse causa G8? Oppure il foglio di via per gli anti G8? Intanto la zona rossa del G8 è ancora più ampia e deserta di prima, non volano neanche le mosche, l’unico rumore assordante che scuote i timpani, i vetri delle finestre e le mura già lesionate di Arischia, Pizzoli, Preturo, Coppito, Pettino, S.Vittorino e Cansatessa, è quello prodotto dalle eliche degli elicotteri militari.

Stanno uccidendo un’intera città 2 volte. Chi è sopravvissuto al terremoto è scappato per il G8. Si allunga la lista degli esiliati. Gli 8 grandi sciacalli deprederanno una città morta proprio grazie a loro, alle loro banche, al loro malaffare, alle loro speculazioni. È vero, al peggio non c’è mai fine, ma chi resiste conosce anche un’altra verità, l’altro lato della medaglia di questa filosofia della rassegnazione, che ha ben sintetizzato una compagna che ha perso la madre e la sorella sotto le macerie, per mano di padroni assassini: AL MEGLIO NON C’È MAI FINE!

Ed è con questo ottimismo, che deriva dalla nostra volontà, dalla nostra lotta, che diamo il nostro abbraccio di solidarietà a tutti gli studenti e i compagni che hanno perduto la loro libertà per la libertà di tutti. Ed è con questo saluto che diamo il caldo benvenuto a tutti coloro che vorranno essere al nostro fianco in un momento come questo, drammatico ma di lotta. Vi aspettiamo a L’Aquila, venerdì 10 luglio, ore 14 alla stazione di Paganica Per sentire insieme che “al meglio non c’è mai fine” perché noi, uniti, siamo 6 miliardi, loro sono solo 8, oltre la casa, il lavoro, la libertà e la vita dei nostri cari non abbiamo più nulla da perdere.

NOI CI SAREMO!

2 comments

  1. […] in campo: prima durante e dopo il Terremoto L’Aquila: Laura Tarantino scrive nonostante tutto ALTRE TESTIMONIANZE DA L’AQUILA Abruzzo G8. In Trappola L’ Abruzzo si risveglia incredulo ALL’AQUILA SI VIVE IN STATO DI […]

  2. […] accadde per l’ Aquila, c’è qualche voce che mi raggiunge in maniera semplice e diretta, e io spero nell’ […]

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