Anticipazioni – Marco Bellini
Anticipazioni
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Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Marco Bellini
Tre inediti
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Nota di lettura di Luigi Cannillo
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Riflessioni sulla poetica e su ciò che agita la scrittura in versi
Definire e mettere a fuoco la propria poetica significa provare a fissare qualcosa che, almeno nei suoi elementi periferici, muta continuamente nutrendosi di nuove esperienze e di letture in grado di suggerire modalità e percorsi insoliti. Contemporaneamente esiste un fulcro centrale composto da più “forze” destinate ad interagire e dialogare costantemente. Tenterò qui di descrivere almeno alcune di queste componenti che, nel loro insieme dinamico, determinano quel “precipitato” vivo e pulsante che chiamiamo scrittura poetica. Forse, potrei dire che, nella mia esperienza, fare poesia significa tentare di dare ascolto a quello stato primario dotato di forza germinativa che rappresenta il nucleo profondo a cui sento di rispondere. Certamente, è importante porre il proprio sguardo sul mondo, lasciando che il reale ci tocchi e attraversi, per poi esprimere una capacità di identificazione con il processo che definisce la vita stessa. Vita, le cui infinite declinazioni vorrei poter innestare all’interno di un linguaggio basato sulla potenza simbolica delle immagini. Sono i versi, a questo punto, a divenire restituzione del reale in forma di parola e, se possibile, rappresentazione di un senso dotato di originalità. Non vi è dubbio che una delle accensioni poetiche di maggiore rilevanza sia costituita dalle ossessioni che ci abitano e che innervano, spesso sottotraccia, le opere di un autore; pensiamo, ad esempio, a ciò che Ted Hughes definiva “evento soggettivo di intensità visionaria”. Si tratta evidentemente di materiale emotivo che il poeta deve saper incanalare all’interno di un percorso attento anche alla diversificazione. Penso alla poesia come forma di espressione/comunicazione in grado di arrivare al lettore attraverso canali segreti destinati ad incontrare spazi nascosti della mente, luoghi del profondo densi di un magma sempre vitale. In ultimo, credo che scrivere in versi significhi, oltre che attivare ed esprimere delle riflessioni dai tratti filosofici ed esistenziali, anche cercare di suggerire/indurre la percezione dell’inconoscibile, di quell’ignoto che si colloca oltre la scienza, oltre le nostre possibilità di comprendere razionalmente.
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