Commiato per Anita Guarino Sanesi

Pubblicato il 16 novembre 2023 su Senza categoria da Maurizio Baldini

Commiato per Anita Guarino Sanesi

Replico il messaggio della cerimonia di commiato della cara Anita Guarino Sanesi al Cimitero Monumentale di Milano.
E nell’occasione voglio condividere qualcuno dei segni accumulati nei due decenni scorsi, prima fuggevolmente con Roberto Sanesi agli inizi degli anni 2000, poi con Anita estes e ripetuti. Sanesi è stato uno dei grandi poeti contemporanei con cui ho avuto la fortuna di interscambi, personali e culturali, a partire dalla poesia. Mi ha onorato con cordialità e stima, dopo aver letto due miei libri a cavallo degli anni ’90. La morte ha purtroppo interrotto i colloqui in presenza, ma sono proseguiti con letture e saggi (vedi i n. 2006 -2007 di Lunario Nuovo di Catania, diretto da Mario Grasso). Il mio saggio, La scarpa destra nel gorgo, sull’Opera di Sanesi, è stato certamente una delle tappe e dei pilastri fondamentali della mia ricerca teorica dell’Adiacenza.

Ma, in questo percorso, Anita ha costituito sollecitazioni concettuali e sensitive notevoli, scaturiti dal suo rapporto di straordinaria con-fusione con Roberto. Per darne una idea, e non per meschina autocelebrazione, allego una delle lettere che ci siamo scambiati, ricevuta dopo una intensa serata di presentazione della poesia di Roberto, che feci nel 2017 in una Galleria d’Arte di Milano, insieme a Vincenzo Guarracino.

Con questa lettera Anita mostra di non essere stata una semplice supporter della grandezza del Marito, ma anima e alimento essenziale di tutta la sua Opera. Sono poche le coppie, conosciute o della storia della Letteratura, che hanno incarnato tali livelli alti di condivisione e arricchoimento reciproco. La memoria di Anita, insieme a quella di Roberto, mi rimarrà e mi sosterrà nelle anse buie che stiamo attraversando.

Adam Vaccaro
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Cari amici, la cerimonia di commiato per Anita Guarino Sanesi,
si terrà mercoledì 22/11/2023 ore 11,
presso la Sala del Cimitero Monumentale di Milano.
Ingresso indipendente a sx del piazzale del cimitero reparto Acattolici
Con la successiva tumulazione delle ceneri insieme al marito.
Un grande abbraccio.
Federico e Nuria

 

Piantina della cerimonia 

 

Email del 28 ottobre 2017 

 

Info:

Associazione Culturale Milanocosa – www.milanocosa.it – info@milanocosa.it – T. 3477104584

One comment

  1. Adam Vaccaro ha detto:

    Ricevo per email da Fausta asquatriti il commento che segue e inserisco in sua vece per suoi poroblemi tecnici
    Adam Vaccaro
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    La morte è forse l’accadimento più significativo delle nostre vite. Ci sta accanto, dalla culla fino alla fine quando ci porterà via con lei, nel suo ampio mantello. La paura della Morte conferisce alla vita il senso di un labirinto.
    E allo stesso tempo usiamo la Morte come concetto temporale, ci scherziamo, la allontaniamo, in un vai e vieni scaramantico, perché l’unica certezza, l’unica meta, appartiene alla contabilità di sorella Morte, con o senza la falce.
    La poesia di Roberto Sanesi si struttura su quel dubbio che la Morte ci induce a coltivare.La malinconia, scherzosa, profonda, trapela non soltanto nel suo linguaggio scritto, ma nella casa di Via Macchiavelli, condivisa con Anita. La casa assomiglia a quelle inglesi, dove avevano attinto, Roberto e Anita, il gusto della penombra. Particolare attrazione per loro era il giardinetto, con l’ormai famoso glicine, richiamo alle atmosfere anglosassoni preraffaellite. Voglio azzardare una riflessione sulla casa, che sempre era stata allestita come un rifugio, memoria nel suo stesso farsi, e la memoria ha con se il senso e la percezione della Morte. La casa con i suoi abitanti, Roberto, Anita, Federico, Nuria, nel sottobosco accogliente, era ed è il luogo del dubbio anche sulla Morte, paragone allo specchio delle nostre predilezioni che consumiamo nell’incognita del quando la Morte ci prenderà. In quello spazio vuoto, prima che tutto si compia, l’artista crea, mette un segno sul cammino del mondo, sfida la Morte.
    Mi piace terminare con la frase che Roberto, in ospedale gravemente malato, aveva detto ad Anita: adesso capisco!.

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