Nella Foresta – Franz Krauspenhaar

Pubblicato il 8 ottobre 2023 su Scrittura e Letture da Adam Vaccaro

Labirinto nostra libertade

Adam Vaccaro

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Franz Krauspenhaar, Nella foresta, Ed. Ensemble, Roma 2021, pp48, 12 €

Questa raccolta di Franz Krauspenhaar è un viaggio labirintico in cui non si riesce a intravedere un’uscita o un punto di arrivo e riposo. L’Autore trasmette sulla pagina la tempesta che oggi attraversa la foresta della vita, termine del titolo che, incasellato dalla preposizione articolata che lo precede, va oltre la metafora e diventa metonimia della furia inesausta sia delle energie vitali, sia del vento contemporaneo che le domina e tende a ridurle a utopia di pace impossibile: “Spingere la postazione del nostro/ mare di servizio, quando spruzza la melma/ dalla sala macchine, e questo sfiato/…è l’ambiente/ che porta alla fine del mondo” (p.9)
E per il singolo qual è l’opzione di resistenza e salvezza?
“Quando vidi un relitto parlare/ di benessere, e farlo con la metrica/ del lupo, coi ringhi e la gola arsa/ il gorgoglio di una benzina/…/ Mi senti, cuore/ vecchio come un pallone di plastica/ …/ scomparso nel cielo come un MIG” (p.10)
Non è sconcerto, per un accidente imprevisto, è perdita di senso, spiaggiato su una riva nebbiosa (nebbia è tra i termini che si ripetono), di cui si intravedono alcuni contorni, tra intrichi e trappole della “colpa nera” che ha determinato quell’illusione di approdo:
“Fu essenzialmente la colpa nera/ del marketing, uno scudiscio/…/ sempre quello, sempre a ripetersi/ l’ossessione del rito, come se/ non fosse prevista dal Creato/…/ strano…pensare a Dio, non uno/ qualsiasi, proprio quello della tua storia” (p11).
E di fronte a tale perdita assoluta si stagliano, improvvidi e disarmati, il gesto e la parola in cerca di poesia. Cui il soggetto, sia scrivente che storicoreale, urla:
“Tu mi farai dannare! Tu sarai il poeta/ del danno, dell’esercizio di morte/ lenta, e dire che eri un fascino puro,/ un gesto del cielo, corroboravi meglio/ le vittime del mondo, eri l’angelo/ che appianava la sorte, la pace nella gola./ Poi sei saltato sul fuoco, e non hai/ più speranza che ti netti il volto” (p. 12).
Ma il testo è una non arresa registrazione nel diagramma quotidiano, in cui rimbalziamo su “Duemila watt di disperazione” (p.14), e “non c’è perdono ma sale/ sulle labbra”, e “la mancanza di una mano/ nel ventre delle cose” (p.15), “frutto esploso, divenuto/ seme in una fossa spenta” (p. 16)”. Ciononostante, siamo “ancora vivi… alla luce d’inverno oltre la nebbia” (p.17).
I conti della vita che resiste restano appesi “Nel vivere un assolo, sconfitti/ i vermi e le lingue taglienti/ e il verbo amare…/…senza scelta che quella di lottare/ per una felicità senza scampo” (p18), con la sola luce di una lucida coscienza critica e visione fenomenologica, che riafferma “non finisce mai” anche in questa “specie di prova della fine/…/ di noi stessi alla fine del tempo” (p.19).
È in sostanza un serrato viaggio da fermo, che sbeffeggia se stesso poeta e il mondo, nella Foresta-Milano che mentre sfugge nella nebbia, “è un coltello cifrato” (p34), “non ha altro che gelo, merci/ e disperata irrealtà” (p. 35). Tuttavia, proprio a partire da tali denunce, il poeta non rinuncia al sogno del “sacro momento di tuffarsi in questa vita” (p.23).
È questo il merito esaltato dal libro, quanto più inchioda sulla propria soglia, singola e collettiva, “Siamo nel nulla, nel nessuno, nel può darsi” (p31). E se pure “ho mangiato un banco di nebbia”, con solo in questa “foresta,/ un bastone di difesa, la mia lunga mano./. E quanto freddo nuovo” (p.48), è arrivato il momento di chiedere/ il conto./ O a Dio, o alla sua controfigura” (p. 42).
3 ottobre 2023

Adam Vaccaro

3 comments

  1. Adam Vaccaro ha detto:

    A causa di problemi tecnici di Franz Krauspenhaar, inserisco il suo commento invito con email:

    Caro Adam,
    innanzitutto ti ringrazio molto della lucidissima recensione-analisi del mio testo. Complimenti davvero.

    Grazie ancora per l’acuta disanima del mio testo.

    Ti mando un abbraccio affettuoso.
    Franz

  2. Adam Vaccaro ha detto:

    Copia del ommento in Fb di Franz Krauspenhaar

    Ringrazio pubblicamente il poeta e critico Adam Vaccaro per la nota critica al mio libro Nella Foresta qui postato. La sua è la critica più vicina al mio operato, quella che è entrata in non molte ma consistenti righe nel cuore di questo mio libro, nel quale si respira certamente un dolore tutto metropolitano. E chi meglio di Adam può entrare non solo negli interstizi di questo dolore ma spiegare, per così dire rabdomanticamente, delle poesie messe in fila con uno stile che egli ha compreso dalla prima all’ ultima riga. Ecco, vorrei proprio sottolineare il fatto che da Adam mi sono sentito capito, sia come poeta che di conseguenza come persona. Dunque, al di là di ogni tipo di retorica, ringrazio davvero Adam Vaccaro per ciò che ha scritto sul mio ultimo lavoro, estendendo il mio ringraziamento a tutti i componenti della bella e prestigiosa compagine di poeti della mia città, che forma da tempo una sorta di resistente baluardo contro la banalità generalizzata e quella “cattiva prosa” che è diventata molta cosiddetta letteratura.

    Franz Krauspenhaar

  3. Adam Vaccaro ha detto:

    Felice del caloroso articolato riscontro alla mia lettura critica, che Franz ha dato. È questa circolazione di idee ed emozioni che ci si augura!
    Grazie a te, Franz!
    Adam

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