Materiali menti e mondi-G.M. Poesia 2010 – Anthony Robbins

Pubblicato il 14 aprile 2010 su Eventi Milanocosa da Maurizio Baldini

Participle Partiality

Going is better than gone

Living than lived

Undressing’s nicer than undressed

Fucking than fucked

The list could go on

with one small exception, he said

dying’s not preferable to dead.

Preferenze participiali

Andante è meglio di andato

Vivente di vissuto

Svestendo è più bello di svestito

Fottendo di fottuto

L’elenco potrebbe continuare

con una piccola eccezione, mi sono accorto,

morente non è meglio di morto

Scootering into Night

(Mûrir, mourir; c’est presque le même mot. – V.H.)

These moist late-autumn afternoons

Sometimes a yellowing leaf will

Flatten itself on my windshield:

Filmy emblem of my ageing,

Faded and tattered flag of youth –

Its delicate skeleton revealed,

Past ripe, it turns to rottenness.

Spurred on, the Vespa seems to roar

Though others hear a waspish hum

And merely see a stingless wrinkly man,

His office duds and briefcase, his

Petty space in the maelstrom of the town.

¤

From this drizzly greyness how far

To that lush land of fragrant rain

Where at dawn the poet’s car smashed

A white cockerel – was it sacrifice

To Ogun, god of the highway,

Or omen-flash? What auspice lies

In my leaf and what in the crushed

Bird’s splattered feathers? Our more and more

Means ever less and less. One day we live:

Buzz, buzz, like puzzled wasps

Softly butting against a window pane.

____________________________________

The poet is Wole Soyinka (Death in the Dawn). Dawn in Nigeria seems more numinous (and ironic) than a suburban European evening:

…I promise marvels of the holy hour

Presages as the white cock’s flapped

Perverse impalement – as who would dare

The wrathful wings of man’s Progression

In moto verso la notte

(Mûrir, mourir; c’est presque le même mot. – V.H.)

Talvolta una foglia ingiallita

s’incolla al mio parabrezza

in queste umide sere tardo autunnali:

Emblema traslucente del mio invecchiare

Stinta e slavata bandiera di gioventù andata.

Più che matura, la foglia rivela

lo scheletro delicato, e marcisce.

Spronata, la Vespa mi sembra ruggire

ma altri non sentono che uno stizzito ronzìo,

e vedono un uomo rugoso, senza pungiglione,

gli abiti d’ufficio, il ventiquattrore:

un breve spazio nel maelstrom del mondo.

¤

Quanto è lontana questa pioviggine grigia

da quella terra rigogliosa di scrosci fragranti

dove all’alba urtò l’auto del poeta

un gallo bianco in volo: era un sacrificio

a Ogun, dio delle strade maestre,

o lampo di presagio? Quale auspicio alberga

nella mia foglia e quale nelle piume del volatile

spiaccicate sul parabrezza? “Tutto questo

passerà. Il nostro volere sempre più

significa essere sempre meno. Viviamo un giorno,

ronzando, ronzando, come la vespa disorientata

che dolcemente cozza, cozza contro i vetri.”

____________________________________

Il poeta menzionato è Wole Soyinka (Death in the Dawn). L’alba nigeriana sembra essere più numinosa (e ironica) di una sera in un sobborgo europeo:

… I promise marvels of the holy hour

Presages as the white cock’s flapped

Perverse impalement – as who would dare

The wrathful wings of man’s Progression….

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *