Quale memoria

Pubblicato il 25 gennaio 2012 su Temi e Riflessioni da Adam Vaccaro

Nel giorno della memoria, vi propongo la lettura di due poesie mie, inserite nel blog Dedalus di Ivano Mugnaini:
http://ivanomugnaini.splinder.com/post/19669322/memorie-del-futuro-testi-di-adam-vaccaro
e su http://ivanomugnainidedalus.wordpress.com.

Segue una poesia di Giacomo Vit tratta dalla raccolta “Zyklon B”, che sarà presentata a Pordenone il 27 gennaio. La lingua è il furlano. La raccolta “fa parlare” gli oggetti di coloro che sono stati sterminati dai nazisti nei campi di concentramento. E’ stata inviata per il nostro blog in esclusiva da Gianmario Lucini.

Il senso complessivo è che la memoria sia dedicata a tutte le vittime e non risvegliata solo un giorno all’anno! E’ il solo modo per tenere accesa la memoria di un futuro migliore!
Adam Vaccaro

MEMORIE DEL FUTURO

La cenere dei fumi di Auschwitz

così bianca e viola infine rossa

batte batte dentro al cuore come

blatta che non volerà rimarrà

a rodere tra questi ruderi nutrirà

il nostro sangue nero sconfinato

insaziabile non si fermerà vorrà

sfamarsi di ogni sangue e vittima

diventata cenere deporla

nelle mani di Cerere a farne

messi di una Terra non più

prona a poteri e follie di ieri e

di oggi che sappia pesare

sulla stessa bilancia ogni

grammo di carne umana

rossa poi viola infine bianca

offerta al dio di tutti

i popoli di tutte le terre

ricche povere e senza

privilegi né figli prediletti

di una Terra non più

crocifissa da confini e

tavole imbandite da eletti

assediate da cumuli di blatte

affamate impazzite –

se questo è un uomo

* * *

IL ROSSO E LA NEVE

Qui è ormai tutto bianco

come una perfetta notte

di Natale mentre una fitta

si conficca nel costato

di questa impotenza

che può solo pensare

al rosso che cola

tra i muri massacrati

di Gaza

*

Qui da noi il padrone è una stella

che ci impone la misura della terra

della farina dell’acqua della dignità

che ci invade e distrugge le case

che ci affama e fa piovere bombe

nel nome di Davide e di Israele

che chiude il cerchio glorioso

della bestemmia Gott mit uns

su noi che non abbiamo più voce

in questo dominio del mondo

sommersi dalle mille voci

che del tempio fanno mercato

su noi resi ciechi e muti dall’oro

che scorre nelle reti e nei nervi e

comanda sapiente voce o silenzio

che non rompa la pace dei servi

o silenzio del dio dei popoli

tra scoppi di brindisi e bombarde

nell’impronunciabile nome YHWH

di un dio che ormai è solo tra gli eserciti

*

e voi qui ancora al caldo della favola di lana

del lupo e dell’agnello – di una stella che brilla

di dollari e uranio minacciata da un esercito

insensato di fame e stracci – di una stella

supernova del pensiero unico dominante di

una destrasinistra che balla abbracciata alle

stesse bugie e bolla da antisemita chi

rifiuta macelleria e storia che fa della speranza

umana una tomba, che rovescia la clessidra

e fa dell’Olocausto un grande ombrello

per coprire meglio tutte le vergogne, che

compra silenzi e falsità di politici e media

O Obama Obama, tu quoque!, ci dici

anche qui yes we can, incurante di quanto

verdelatte ti ha versato la lobby di Sion?, o voi

re della parola, poeti di lumini accesi

e voi che beati nuotate nel mare di cose

appesi alle code dei saldi – bambini dietro

aquiloni d’affari d’oro – non siate troppo disturbati

da bambini sventrati o ammutoliti di terrore

sulla striscia di Gaza

Gennaio 2009 – Adam Vaccaro

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Giacomo Vit

Fotografiis di feminis

lujza, marianka, esta, e tu

charlotta, magda, biela jeanette,

gigiuta da vui neris, e nena cun

sent ains in tal pùin, virginia

vacia dai sperimints, e tu bionduta

cul non dislagàt, e tu miute-stec

scalsàt dal vint, alina-cuarda ch’a

nissa un brut siun, patricia cul

rastiel dai dinc’, beta ch’a ciucia un got

di timp mars, la piel sbregada di tatiana,

e rachele ch’a siga il nuia il nuia il nuia.


Fotografie di donne

lujza, marianka, esta, e tu

charlotta, magda, bella jeanette,

luigina dagli occhi neri, e maddalena con

cento anni nel pugno, virginia

vacca da esperimenti, e tu biondina

col nome liquefatto, e tu miute-stecco

calciato dal vento, alina-corda che

dondola un brutto sogno, patricia col

rastrello dei denti, elisabetta che succhia un bicchiere

di tempo sfatto, la pelle scorticata di tatiana,

e rachele che urla il nulla il nulla il nulla.

2 comments

  1. Flora Lalli ha detto:

    Una poesia sanguigna quella di Adam, una poesia pregna di dolore e di rivolta nei confronti delle ingiustizie presenti sulla terra. Una poesia che, come un bisturi, incide nell’anima del lettore sollecitando una risposta al muto grido degli ultimi !

  2. Franco Nicola ha detto:

    Ecco una poesia in cui il poeta diventa attore alla difesa della pace e della giustizia. Lo rivelano la forza e la pertinenza del linguaggio, lo rivelano lo stile infuocato, battagliero, senza compromessi……
    Il poeta ottiene lo scopo principale ricercato : sensibilizzare il lettore che invita a vivere e promuovere la pace e la giustizia……
    C’é pure nella poesia uno spiraglio di speranza che riconforta e spinge a passare a l’azione…..
    Franco Nicola

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