Anticipazioni – Serena Piccoli

Pubblicato il 25 novembre 2023 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni
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Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Serena Piccoli
Inediti
Poenta Tocio e Pulci

Con nota di lettura di Adam Vaccaro
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Nota di poetica
La poesia POENTA E TOCIO è stata scritta nell’ottobre 2023, dopo aver passato una sera ad ascoltare i racconti d’infanzia di Angelina, cara amica (classe 1943), che sin dalla nascita vive nella campagna padovana. Padovana anch’io, sento racconti di povertà vissuta dopo la II Guerra Mondiale, quali testimonianze e spunti di riflessione rispetto i problemi attuali.
Le altre due poesie, invece, sono state scritte il primo e il due novembre 2023 e sono il frutto di pensieri di questi ultimi anni. Ci sono decine e decine di guerre nel mondo: in questo momento la Siria continua ad essere bombardate, giovani ragazzi su campi ucraini tornano a casa nelle bare, Gaza – un lager a cielo aperto di 2.3 milioni di persone che, come diceva Edward Said negli anni 70, sperimentano “la lenta morte” – è circondata dall’esercito israeliano. In Sudan la crisi umanitaria è sempre più grave con 6 milioni di sfollati. Julian Assange ha svelato a tutti noi le ingiustizie e violenze delle classi al potere negli USA con le guerre in Iraq e Afghanistan e per questo è rinchiuso – senza processo – in carcere.
Vi sono classi dirigenti che – nelle situazioni più rosee – hanno dilettanti allo sbaraglio, una Unione Europea che non ha indipendenza né autorevolezza, con mass-media asservite. Minoranze etniche e linguistiche vessate e schiacciate anche in territorio europeo da anni.
Davanti a tutto questo non ci sono parole. Che fare? Siamo condannati solo a ripetere a memoria con intonazione monotona – come nella seconda poesia – ciò che i fantasmi delle pulci ci ripetono? O dobbiamo avere parole, nostre parole – almeno quelle! – per comunicare e prendere coscienza Il mio compito come poeta, è quello di puntare il dito contro gli errori che fa il mio paese e “la parte” del mondo con cui è schierato.

Serena Piccoli

 

POENTA E TOCIO

all’amica Angelina Betto

6 vacche coi vitelli, 5 maiali, tanti campi

 

e sta bimbetta sulle rovine

Eravamo in affitto dal conte

perché la guerra ammazza i poveri, non i ricchi

e fa lavorare i bambini

 

A San Martino il conte batteva cassa

vendevo paglia, fieno, latte per pagare l’affitto

 

Spanna il latte

metti la panna nel fiasco

e sbatti

finché dentro diventa burro

di malinconia e allegria

 

Quanto battevo sto burro nel fiasco

pensando a Candido che passava – forse –

a prendermi in bici per la sagra

 

il vestito da festa ballava e puzzava di formaggio

la brezza dei campi, l’umido della libertà

 

il mattino dopo via in cucina

a fare il cibo giorno per giorno

 

pane burro zucchero latte

a colazione e a cena

non c’era altro

 

Angelina, metti il burro e il brodo col lesso nella scatola di legno

 

le campane scandivano il sole

e io ponevo la scatola di legno

sotto la pompa dell’acqua gelida

 

Per ricompensa la mamma mi faceva i tajoi

fino alla morte

sta crema con zucchero sopra che era il paradiso

mentre mescolava ricordava le nozze nel ‘42

in carrozza alla basilica del Santo

Il venerdì vendevo 10 uova per due etti di sgombro sott’olio

 

La tavolata grande come la nebbia

la polenta sul panaro la tagliavi col filo e lo sguardo

 

Poenta e sgombro, tutti assieme

tocia ea poenta e magna un toco de sgombro

 

tranne la mamma che mangiava solo polenta

 

La domenica, finalmente, uscivo con Candido.

 

A pranzo poenta e tocio. Puntuale come la fame.

 

La domenica, finalmente, uscivo con Candido. A pranzo poenta e tocio. Puntuale come

la fame. Parcheggiava la bici nel momento in cui mangiavamo i bussolà.

 

Quella bimba mingherlina tra compiti e formaggio

 

da vendere e da tenere per l’inverno

mentre il papà andava in bici in Lombardia e Piemonte

alle risaie per due mesi

per tornare con un sacco

di riso e fame

 

Abbiamo tanto lavorato

Abbiamo tanto pianto

 

Adesso sventolano giorni sereni

dopo che la povertà mi ha sfidata

perché la vita

na volta xè da latte

e na volta xè da ovi

 

*

SALVIAMOCI DA CHI DICE DI SALVARE IL MONDO

 

Il potente fa la lotta al male

il potente fa la lotta per il bene

viva il potente viva il potente

 

non è peccato uccidere animali umani

poiché privi di anima

è il potente, noi gli crediamo

 

poi come fosse niente

vince la lotta

perde il popolo

 

e noi gridiamo:

viva il potente viva il potente

1.11.2023

 

*

I FANTASMI DELLE PULCI

 

Mi hanno fatto vivere in un’adorabile illusione

dove a colazione mangiavo burro e ortica

 

davanti a me sorseggiavano la zuppa con sospetto

col divide et impera in mano

 

Mi hanno iniettato il veleno dell’estasi

credevo a ciò che dicevano

 

tenevano aperti orecchi e occhi

per evitarmi i pidocchi, certo

 

non muoverti\non parlare

muoviti e parla come dicono

 

come non ha fatto Assange

che ha dato e non verrà scordato

che tengono vivo e morto come il gatto di Schrödinger

 

E mentre corrompono e si nascondono

ci temono

tremano

 

sputacchiano il brodo grasso

 

siamo i loro intralci

pavimenti sollevati da radici

per vedere la fine

dei fantasmi delle pulci

2.11.2023

*

Nota Bio

Serena Piccoli, poeta e drammaturga padovana. Scrive in italiano e inglese soprattutto contro le ingiustizie sociali. Il suo ultimo libro di poesie “gulp\gasp” è stato pubblicato nel settembre 2022 da Moria Poetry (Chicago, USA). Le sue poesie sono state tradotte in rumeno e spagnolo e pubblicate in riviste e antologie letterarie di ogni continente. Viene invitata a Festival di Poesia.  https://www.serenapiccoli.com

*

Nota di lettura

Ponti di parole tra passato lontano-vicino e presente. Figure e scenari che li incarnano. La nostra identità che chiede di essere costantemente ripensata, ricostruita e rinnovata, per poterne fare un ponte su cui far transitare la nostra vita. Che non è vita se non si interconnette alle molteplicità e complessità passate e presenti. Per fare che? Per continuare semplicemente a essere, degni di essere vivi di fronte alla vita, e non già ombre illusorie di vita, come coloro che si fanno inondare passivamente dal diluvio di cose, violenze, illusioni e menzogne della potente macchina sociale e massmediatica della struttura economico-finanziuaria del capitalismo globalizzato.

Che fare, se non è morta in noi la capacità di articolare una visione altra e un pensiero critico, quali pedane per riaffermare il bisogno di un futuro diverso? Questi versi di Serena Piccoli, si collocano in tale doloroso, duro e resistente bisogno, anche se come dice nella sua nota di poetica “Davanti a tutto questo non ci sono parole…Siamo condannati solo a ripetere” noiose lamentazioni, o “dobbiamo avere parole, nostre parole – almeno quelle! – per comunicare e prendere coscienza, senza la quale si eternizzano le barbarie del presente e non è possibile immaginare quel futuro che non vuole rimanere patetica utopia.

Serena Piccoli, partendo dalla vita di Angelina, eroina dell’epica ignota del reliquiario del poco, dei milioni sopravvissuti alla fame con “poenta… e toco de sgombro”, o simili. È una immagine rievocata con efficacia, accentuata da opportuni inserti di lengua padoana, che ci immerge in un orizzonte veneto, specifico e simile a molte altre aree della società contadina del secolo scorso.

Ma questo squarcio di memoria, rievocato con una affettività partecipe di chi ne è stato testimone, non ha alcun lucore nostalgico. Serve però a far brillare la dignità del personaggio, rispetto alle miserie umane che le armate delle magnifiche sorti e progressive del presente producono come danni collaterali, ignorate dall’orchestra imponente dei mass-media.

Serena, ricorda le illusioni di Angelina, “Abbiamo tanto lavorato/ Abbiamo tanto pianto/ Adesso sventolano giorni sereni/ dopo che la povertà mi ha sfidata”, cui contrappone il sarcasmo della sua nuova coscienza: “Mi hanno fatto vivere in un’adorabile illusione, mentre veniva ancora e ancora rinnovata “la zuppa…col divide et impera in mano”, e spacciati gli evviva de “Il potente fa la lotta al male/ il potente fa la lotta per il bene/ viva il potente viva il potente”.

Un potente che non sopporta chi dice la verità, come “ha fatto Assange…che tengono vivo e morto come il gatto di Schrödinger”: “siamo i loro intralci/ pavimenti sollevati da radici”. “Aperti orecchi e occhi”, non facciamoci ridurre a “fantasmi delle pulci” dell’inferno contemporaneo, dai suoi cantori, che urlano dal palco “vince la lotta”, ma sordomuti poi se “perde il popolo”.

Adam Vaccaro

 

 

 

8 comments

  1. Fabia Ghenzovich ha detto:

    Una voce forte quella di Serena Piccoli, che apre gli occhi sulle storture e su dolore del mondo: Angelina, le illusioni perdute, calpestate dal divide et impera dei potenti. Una scrittura che sa, anche con ironia, lasciare il segno graffiare la scorza dell’ indifferenza per dirci umani e liberi. Grazie Serena !

  2. Serena Piccoli ha detto:

    Caro Adam, grazie mille per la splendida nota poetica e per l’opportunità di condividere con chi legge queste mie ultime e inedite poesie. Grazie a tutta Milanocosa per il gran lavoro che svolgete.
    W la Poesia!

  3. Adam Vaccaro ha detto:

    Grazie a Serena e a Fabia, per i riscontri dati e le note di condivisione, certamente utili ai lettori
    Adam

  4. Francesco De Napoli ha detto:

    Poesia civile di ferma e attenta denuncia questa di Serena Piccoli, mai scontata o banale, capace di individuare anche nei minimi dettagli della quotidianità – come nei versi “davanti a me sorseggiavano la zuppa con sospetto / col divide et impera in mano” – l’assurdità dei soprusi e delle ingiustizie del mondo.

  5. sardella sandro ha detto:

    el tocio lascia unto .. macchia .. irrancidisce .. la polenta si può spiaccicare su certe facce ..pure col tocio !?! Serena con freschezza tagliente racconta tiene memoria guarda ascolta .. i suoi versi con un sorriso seppelliscono la boria smargiassa del potere ..sono fastidiosi granelli di sabbia .. piccolini .. ma Serena Piccoli con la sua poesia attenta e fine non le manda a dire ..e senza diventare ombelicamente nell’Italietta poetante ..
    Grazie Abbracci
    sandro sardella

  6. Lucia Guidorizzi ha detto:

    La poesia di Serena centra dritto il bersaglio nell’evocare sapori odori e parole della tradizione veneta ormai mondo lontanissimo e nel raccontare senza filtri l’odierna crudeltà della norma, il processo di ottundimento delle coscienze e i fantasmi che s’aggirano per le nostre contrade. Riuscire a raccontare la violenza nascosta del vivere con parole autentiche è la cifra della sua poesia, limpida, disincantata, ma al tempo stesso coraggiosa e ardente.

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