Resoconto, riflessioni, testi e immagini della Maratona

Pubblicato il 2 ottobre 2014 su Resoconti da Adam Vaccaro

Quale cambiamento?

Non pochi i commenti (molto) positivi sulla Maratona del 27 settembre scorso. Ringrazio tutti quelli che vi hanno contribuito, compreso il pubblico presente, e abbiamo in effetti dato vita insieme a un articolato e approfondito ventaglio di riflessioni e forme espressive rispetto alla domanda posta a titolo della nostra manifestazione, che chiunque voglia misurarsi col contesto in cui stiamo vivendo non può ignorare.

Ciascuno poi, declinerà la capacità di risposta nel modo che la propria sensibilità e visione di idee gli consentirà. Questo è stato offerto, con connotazioni di passione civile intensa ma non banalmente ideologica, tanto che la chiusura è stata quella di un ventaglio aperto di risposte tutt’altro che semplici, su cui però abbiamo il dovere di continuare a impegnarci sia singolarmente che insieme – sottolineando, come è stato detto nel corso della serata, che la complessità della domanda non deve giustificare atteggiamenti ambigui, opportunistici o indifferenti rispetto alle guerre, alle violenze e alle ingiustizie perpetrate dai poteri in atto. Oggi trionfanti con declinazioni diverse, ma tutte ricongiunte sotto il mantello di menzogne ideologiche del pensiero unico neoliberista.

E’ un mantello che ci sta riportando a un rapporto ottocentesco tra capitale e lavoro – con quest’ultimo inteso come merce schiavizzata e priva di ogni diritto. Tale ritorno reazionario è reso possibile dalla assenza di una adeguata opposizione sociale e di pensiero e da una pseudosinistra completamente omologata a una visione di destra.

Diritti e privilegi permangono per politici e strutture parassitarie, dirigenti e no, pubbliche e private. Come permangono intatte le aree della criminalità organizzata o i vasti strati di illegalità. Gli attori politici dipinti di sinistra si stanno dimostrando i migliori interpreti del piano della testa finanziaria euroamericana che persegue da decenni la restaurazione di un capitalismo libero da ogni freno. Restaurazione declamata come cambiamento e rinnovamento progressista.
Il risultato è quello che stiamo vivendo: impoverimenti
spietati dei più con corrispondenti arricchimenti giganteschi concentrati nelle mani di pochissimi. Pensano così di misurarsi con le economie dei paesi emergenti (Cina, India ecc.), in cui il rapporto capitale-lavoro risponde a logiche di schiavitù di un capitalismo dei primordi.

L’America procede – anche con Obama – con guerre esterne, repressioni interne e lobbies determinanti (a cominciare da quella israeliana con licenza di macelleria contro i Palestinesi).

In Europa hanno inventato negli anni ’90 uno schema, geniale quanto insensato, di reductio ad unum, in cui i vari poteri nazionali si sono piegati al dominio crescente della Germania. Lo schema è strutturato con diversi congegni tecnico-finanziari, a cominciare da un Euro, moneta senza una banca centrale, cosa mai esistita nella storia. L’Unione europea è in realtà un mostro tecnocratico inventato e necessario per accelerare quel processo economico-sociale suddetto. Non sono stati ad esempio né obbligate né casuali le scelte dei rapporti di cambio, come quello con la Lira. E non è stato per insipienza la rinuncia a qualunque controllo dei prezzi dopo il passaggio all’Euro. Prodi e Berlusconi hanno in effetti operato allo stesso modo, ognuno poi accusando l’altro….compagno di merende.
Ora siamo dentro una struttura che appare senza uscita e che realizza una sostanziale camicia di forza gestita da una Troika finanziaria sovranazionale che detta limiti e regole e scelte, comprese quelle dei capi di governo – avallate peraltro dall’attuale capo dello Stato, e che negli ultimi anni sono andate da tecnici organici alla struttura a
ossequienti cialtroni….

Di fronte a un intreccio di condizioni e problemi economici, sociali e culturali di questo genere, abbiamo posto con umiltà la domanda a noi stessi e a chi ci ha ascoltato: Quale cambiamento? ricercando risposte alternative al senso spacciato da chi ci governa.
La realtà, la verità, la felicità e la bellezza umane non crescono se non sono interconnese a una rete e a un terreno di relazioni che le alimentano, quanto più prive di calcoli strumentali. Sogno utopico, forse, ma è l’utopia concreta del filo rosso che l’arte in tutte le sue forme e la poesia (come intesa da G. Vico, quale anima di ogni ricerca di conoscenza umana) hanno intrecciato con la ricerca del senso della nostra storia.

L’unico rammarico è stato per i problemi, anche logistici, che hanno consentito solo a qualcuno di noi di proseguire la serata nel ramo del doppio evento, conclusosi alla Fabbrica del Vapore. Ramo diverso ma ugualmente vitale.

Adam Vaccaro

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Foto della manifestazione:


Donatella Bianchi

Adam Vaccaro

Adam Vaccaro

Luigi Cannillo

Marta Rodini

Giancarlo Fascendini

Mauro Germani

Alfredo Panetta

Rinaldo Caddeo

Laura Cantelmo

Giuliano Zosi

Patrizia Gioia

Filippo Ravizza

Claudia Azzola

Alessandra Paganardi

Aky Vetere

Annitta Di Mineo

Gabriella Girelli

Tomaso Kemeny

Il Pubblico

Il Pubblico

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