L’Enigma e il Gioco
Adam Vaccaro
Paolo Gera, Scarti alfabetici, con Abbeccedario di Alessandra Gasparini, Terra d’ulivi Ed. 2024
I libri di poesia – come nell’esempio offerto da questi Scarti alfabetici di Paolo Gera, con opere di Alessandra Gasparini – si muovono su due binari di senso: bisogno di aiuto e piacere del gioco. La forma, la titolazione e la veste tipografica della copertina ricordano un album scolastico, con colori vivaci consoni a fantasie infantili, giocose ma a tratti angosciose, quali quelle che strutturano ogni fiaba, che oscilla sempre tra rosa e nero, tra fiduciosa attesa e minacce, che implicano richieste di consolazione e aiuto.
Aggiungo che i due linguaggi, verbale e figurativo, si compenetrano in questa pubblicazione d’arte, con disegni che traducono in modi autonomi ma adiacenti gli echi dei versi, lungo il percorso espressivo di Paolo Gera, che qui sviluppa le tematiche del libro precedente, Ricerche poetiche. Nella sua Introduzione, Paolo sintetizza il complesso intreccio cercato, partendo da una citazione del filosofo Giorgio Colli, in cui “l’enigma sorride” anche se “interviene sullo sfondo il presentimento della ferocia…di una violenza spietata”.
Disegno che in me genera l’immagine di un toboga che scivola nell’indefinito, nell’Autore produce l’ossimoro di uno “schiaffo allegro”, su una “altalena” incessante e senza soluzioni definitive, tra “Il sì e il no”. Ne deriva che se la poesia si misura con la complessità della vita, trova forme nelle quali “La poesia è gioco ed enigma”. Bipolarità irrisolta persino ne “La dolcezza della madre”, che non cancella “la sua violenza, i suoi pensieri imperscrutabili”, mentre “mi afferrava i polsi e mi faceva dondolare” senza poter eliminare il timore di battere “la testa con violenza contro il pavimento”. È un illuminante scorcio di memorie infantili, nucleo epifanico della poetica dell’Autore, di voler “trasformare un gioco linguistico in poesia”. (pp. 5-6).
Un gioco, che se in Ricerche poetiche va dalla lallazione primaria all’articolazione di parole di senso e denominazione compiuti, qui ci offre il percorso opposto, che ricava da una parola scarti verbali, dopo aver eliminato via via, lettere e sillabe. Ne deriva un gioco serio, ricco di stimoli, con i quali Gera mostra l’enigma custodito da ogni parola, dietro l’apparente chiarezza del suo nome. Evidenziando con ciò che ogni parola non è un termine, ma un inizio. Un abbrivio, tuttavia, di libera impotenza, senza punti di arrivo solutori.
L’enigma non si scioglie, e le 21parole scelte, “una parola per ogni lettera dell’alfabeto italiano dall’A alla Z” sono sbucciate come cipolle e, strato dopo strato, diventano metafore di vuoto terminale e di scarti nel nulla. Detto altrimenti, ogni parola è una somma di bamboline nascoste in una matrioska, che apre, invita, illude e allude, a una esplicazione molteplice e sospesa, che perviene a scarti privi di senso. E tuttavia, il percorso del libro non ripiega su un pessimismo nichilistico, perché fa brillare l’energia di una scossa amorosa tra violenza e sorriso, sintetizzata in uno schiaffo allegro, che “cerca di capirci qualcosa, di quest’epoca di parole incerte, spezzate, violate” ma “resistenti”, come ribadisce nella sua nota, Alessandra Gasparini.
Talché, ogni testo ci immette in un pozzo dei desideri, senza uscita, ma ci regala ali di risalita, rispondendo così a suo modo al sottotesto, di richiesta di aiuto del poièin. Che qui, in ogni poesia sprigiona scintille di invenzioni, di cui ci limitiamo a citare pochi brani tratti dalla prima e dall’ultima, riferite alle lettere A e Z.
E non a caso ho utilizzato la metafora dell’ala, suggerita dal primo testo, che si snoda a partire dalla A di Alea: ALEA-ALE-AL-A:
“L’alea ha prodotto/ questo entanglement/ di lettere e parole/ l’alea è rischio/ il dado che tira/ il crocicchio a cui si ferma Edipo/ l’azione del destino e la destinazione/ dove la linea diventa verticale/ l’abisso classico, lo sprofondo grave”. E in tale sprofondo “Appare ale”, co-autrice “compagna d’impresa” del libro, con un lampo autoironico finale; “Rimane a, la prima/ di questa impresa assurda/ termine iniziale e finale.” (pp.9-10).
L’ultima poesia, dedicata alla Z di Zero, titola: ZERO-ERO-ER-R:
“Quanto doveva il gioco è durato./ via dal tavoliere le pedine e i dadi, le carte coi valori e gli imprevisti,/ proprietà dei poetici nomi./ Questo mio gioco senza meraviglia/ io do all’incanto./…/ e zero è solo zero./ Se guardo indietro ero una dea africana/ una bestia feroce accanto al focolare/ un gruppo di scrittori sovversivi./ Ero una bimba saltata su una bomba,/…/ Una r alla giugulare, arrotata al punto giusto” (pp. 57-58).
Confido, anche solo con queste limitate citazioni, di riuscire a sollecitare la lettura, e aggiungo quanto ribadito da Paolo Gera in chiusura della sua Introduzione: “Le mie 21 parole piene di altre, corrispondono ai 21 Arcani Maggiori, più il numero zero, che nei tarocchi come nel mio mazzo corrisponde al matto, alla libertà finale che non ammette freni.”. Una rivendicazione che nel libro, come spero di avere mostrato, è svolta in un controcanto critico di ogni delirio di onnipotenza, quale declinato dall’ideologia dei poteri in atto.
20 gennaio 2025
Adam Vaccaro
Ho trovato con Adam Vaccaro una sintonia veramente notevole sul piano intellettuale e riguardo alla interpretazione politica del mondo in cui viviamo. In questa recensione del mio ultimo libro ha colto perfettamente la dimensione formale e il senso ultimo della mia operazione poetica. È vero, “Scarti alfabetici”(Terra d’ulivi) è uno”schiaffo allegro”, un indovinello pauroso, un gioco tragicomico, un passo forzato verso la libertà. Inoltre ha saputo collegare in maniera assolutamente centrata la ricerca di questo libro alla mia precedente raccolta” Ricerche poetiche”, quando coglie finemente un passaggio inverso dalla costruzione alla decostruzione. E’ necessario che i poeti oggi riflettano sulla lingua, sulla sua promiscuità e standardizzazione, denuncino il suo uso volgare e propagandistico e propongano progetti in cui l’analisi si unisca alla fantasia. Lo ringrazio molto anche per aver capito la connessione profonda fra le mie 21 composizioni e le 21 immagini create da Alessandra Gasparini , che col suo “Abbecedario” sottolinea lo spirito del gioco e dell’enigma e lo reinterpreta col suo stile inconfondibile. “Milanocosa” è una bellissima realtà, che dimostra come sia ancora possibile, in questo tempo di omologazione, creare e conservare uno spazio indipendente di creatività e di spirito critico. Grazie, Adam!
Caro Paolo, sono felice delle nostre consonanze e condivisioni, così ben esposte nel tuo commento, sia in fb che qui
Grazie a te!
Adam
Sono contento di aver conosciuto Adam Vaccaro, alla presentazione del proprio libro a Genova.
Una persona concreta, che ha dedicato e dedicherà ogni istante della propria vita alla consapevolezza, alla ricerca, al dubbio, alla comprensione dei fenomeni anche tecnologici che impattano come non mai sul destino dell’uomo.
Leggendo il commento di Adam relativo a “Scarti alfabetici” rivedo l’uomo che in poco tempo si delineo’ e, come me, è incuriosito da un libro originale, forse criptico per molti, ma decisamente difficile da ripetere.
Paolo Gera lo conosco da più tempo, è un resistente, un dubbioso, uno studioso, e nella coerenza con ciò che scrive non strizza l’occhio al lettore, preferisce la sincerità, la cruda realtà, quella che a volte fa male, rispetto al conformismo.
Alessandra Gasparini completa magnificamente il libro, con l’esperienza di una vita nella grafica, nel teatro ed in mille altri impegni artistici e lavorativi, con il ritorno alla scuola, alla quale ha dedicato tempo ed energie, e a un abbecedario che, lettera per lettera, rende il libro ancora più interessante con note di colore perfettamente incastrate.
Quello che segue è ciò che scrissi dopo la lettura:
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Un libro che apre molte porte.
mentali.
Nasce come gioco, sfida, fare un libro casuale.
Mi ricorda uno scultore, molto bravo, che ha una tecnica particolare, prende il materiale, e cerca ciò che il materiale nasconde, senza avere obiettivi prefissati.
Ed escono capolavori.
Prima la difficile ricerca di parole che si prestino al gioco, con pochissime eccezioni alle regole, e poi, da questo scheletro, far nascere la nuova creatura.
Ma la creatura, se pur inventata, somiglia all’autore, esce l’esperienza di una vita sui libri, e l’ordine di migliaia di libri diventa disordine, rimescolare carte, le lettere come sostanza di una nuova formula chimica, uno scrittore in tuta che smonta e rimonta, per trovare qualcosa di nuovo, laddove tutto o quasi è già stato scritto.
Assomiglia perché c’è anche la cara Alessandra, che illustra questo abbecedario, e lo scandisce con la sua presenza nella vita, e con lo stesso amore per lo scrivere, per l’immaginare, per il sapere.
C’è poi l’irriverenza, quel bambino sempre presente che dice ciò che pensa, senza maschere, per un libro che ha attraversato i lockdown e le incoerenze di quegli anni, che rimescolarono appunto le convenzioni precedenti, e divisero le persone come le parole, sciolte in tante lettere, e spesso diventate sole come la lettera finale.
Ma alla fine il miracolo si compie, le parole, a furia di scarti, divisioni, abbandoni, giungono a nuova vita, ed il puzzle prende forma, ognuno ci legga quel che vuole, come in un dipinto surreale, ma lo scopo è quello, nonostante un mondo che cambia.
E nonostante tutte le ipotesi surreali e distopiche, resterà vita nel linguaggio, nella comunicazione, nell’umanità che saremo capaci di salvare, patrimonio irrinunciabile.
Grazie, Francesco, di questo splendido commento, che conferma anche le mie percezioni umane e culturali, ricevure nel corso dell’incontro di Genova…con poche ma preziose presenze e conoscenze come la tua. Mandami per favore la tua casella email a adam.vaccaro@tiscali.it
Un abbraccio
Adam
Rettifico, Francesco, l’email mi è già pervenuta dal sistema del Sito
Grazie a te, magari ci saranno altre occasioni.
Un abbraccio
Franco (per gli amici)
Gentilissimo Adam Vaccaro, spero di poterla presto incontrare per il piacere di fare conoscenza con lei e ringraziarla di persona per un’analisi così calzante, approfondita, generosa, a tratti giocosa. Anche lei partecipa al nostro misterioso gioco, che è il gioco della vita e dei suoi mille enigmi, risolti qui nei 21 Arcani maggiori. Quale futuro ci aspetta? Non lo sappiamo, viviamo l’assurdo del nostro pazzo tempo, con la speranza di stringere ogni tanto una mano amica, solidale, tenace. Così io spero di poter stringere la sua!
Cara Alessandra, consentimi il “tu”, anche se non ci siamo ancora incontrati, ma ti ho conosciuta attraverso i tuoi disegni. E sono felice di questi cerchi che allargono scambi e condivisioni, con complimenti per la tua sapiente trasmutazione dei testi di Paolo.
Con cari saluti e auguri
Adam
Caro Franco, ( Francesco ) Gimelli, che bel commento il tuo , carico di amicizia e di passione per la ricerca poetica e artistica.Ti abbraccio riconoscente!