Senza categoria

Auguri 2024

Pubblicato il 9 dicembre 2023 su Senza categoria da Maurizio Baldini

Auguri 2024
di voli ritrovati

Milanocosa

Si libra libero

fantasma alieno che

traspare ignoto e resiste

Adam Vaccaro

Commiato per Anita Guarino Sanesi

Pubblicato il 16 novembre 2023 su Senza categoria da Maurizio Baldini

Commiato per Anita Guarino Sanesi

Replico il messaggio della cerimonia di commiato della cara Anita Guarino Sanesi al Cimitero Monumentale di Milano.
E nell’occasione voglio condividere qualcuno dei segni accumulati nei due decenni scorsi, prima fuggevolmente con Roberto Sanesi agli inizi degli anni 2000, poi con Anita estes e ripetuti. Sanesi è stato uno dei grandi poeti contemporanei con cui ho avuto la fortuna di interscambi, personali e culturali, a partire dalla poesia. Mi ha onorato con cordialità e stima, dopo aver letto due miei libri a cavallo degli anni ’90. La morte ha purtroppo interrotto i colloqui in presenza, ma sono proseguiti con letture e saggi (vedi i n. 2006 -2007 di Lunario Nuovo di Catania, diretto da Mario Grasso). Il mio saggio, La scarpa destra nel gorgo, sull’Opera di Sanesi, è stato certamente una delle tappe e dei pilastri fondamentali della mia ricerca teorica dell’Adiacenza.

Continua a leggere »

Il rumore della nebbia – Mauro Macario

Pubblicato il 16 settembre 2023 su Scrittura e Letture da Adam Vaccaro

AI GUERRIERI SENZA SPERANZA

Adam Vaccaro

Mauro Macario, Il rumore della nebbia, puntoacapo Ed.. 2023, pp.80, € 12

Questo piccolo grande libro esalta i fuochi di sensi che Mauro Macario inanella lungo tutto il suo percorso espressivo. Confesso di esserne entusiasta tifoso, poco adeguato a un distacco critico, ma non può essere altrimenti per gli echi di una Musa e una musica, cui in anni lontani ho dato il nome di Adiacenza.
La raccolta è stata dettata da una concentrazione creativa – specifica l’autore in una nota – tra febbraio e marzo di quest’anno. E già questo rovescia tante remore che invitano chi scrive versi a por tempo in mezzo e raffreddare il canto che sale in gola prima dargli forma. Un suggerimento certo utile, in certi casi, per la ricerca della migliore condensazione e intensità. Ma il poièin non fa che smentire ogni suggerimento normativo assoluto al suo progetto ignoto, per cui altre volte ci grazia di versi perfetti, che sembra siano frutto solo del tempo emozionale breve al fondo del loro fiorire, mentre in effetti, quei risultati sono l’epilogo di tutta la vicenda creativa precedente di un autore.
Ho ricordato altrove l’aneddoto di quel compratore di un’opera di Picasso che ne lamentava il costo, obiettando che per la sua realizzazione c’era voluta solo mezz’ora. Al che Picasso rispose: no, per creare quest’opera ci sono voluti quarant’anni più mezzora.
Anche i versi di questo libro nascono solo apparentemente in due mesi, perché, anche senza conoscere il percorso precedente di Mauro, è impossibile siano il frutto di soli due mesi, così innervati e vibranti – come dice nella Prefazione Marco Ercolani – nella loro congiunzione o con-fusione al calor bianco, di pensare e sentire, con una tessitura di cesure e continuum, dal sapore diaristico e poematico.
Sono testi che nascono e vivono nell’indicibile cui il poeta dà il nome di nebbia, con rumore costitutivo di una diade che non è semplice metafora, ma essenza, immagine metonimica del contesto. Del quale è implicita denuncia della sua cacofonia consustanziale alle derive che produce e in cui stiamo scivolando catatonici – come la famosa rana, ignara e bollita in una pentola libera e mortale. E alla quale i versi contrappongono la loro musica.
Ne scaturiscono squilli di avvisi, per chi ha orecchie, resistenti a un contenitore di buio accecante e silenzio assordante, rispetto al quale solo alcuni si affannano a resistere, al pari del tenente Drogo chiuso nella Fortezza Bastiani del Deserto dei Tartari buzzatiano. Nel breve orizzonte temporale non ci sono concrete possibilità di vittoria sui noti-ignoti scenografi del destino e declino in atto, i quali possono deridere e appellare con epiteti squalificanti i guerrieri solitari che saltano su punte luminose e lancinanti, come le scarpette su cui si libra una etoile. Guerrieri danzanti che non si arrendono, cui questo libro offre un esempio di canto ed epica moderna.
È di pochi poeti offrire un taglio spietato e disincantato che ci fa saltare da un verso all’altro, da orrori senza fine a delizie di una vita che resiste e non smette di rinascere.
“Navi da guerra spumeggiano/ al largo/ incrociando il destino/ su mine vaganti/ morire per la patria/,,,/ Motoscafi Riva/ in volo sull’acqua/ esaltano i primi bikini/…/ C’è di tutto in questo mare/ elmetti incrostati di corallo/ l’estasi della rinascita/ giovinezze sbudellate/ …/Una fauna esotica/ concima le coscienze/ in un acquario necrotico/ tra oblio occidentale/ e romantiche adolescenze/ un disordine perfetto/ uno stile di nuoto/ per restare a galla/ tra rimpianti canterini/ e grida di soccorso/ morire di letargia” (Crociera forza sette, pp. 13-14)
Ma non sono solo frecce avvelenate contro le ignobili crociere di guerra che ci stanno disegnando il futuro, perché il testo è in effetti il libretto di un’opera concertante, che non si accontenta di scagliarsi contro le ignominie del mondo in cui viviamo, deve dare voce anche agli incubi umanissimi creati in noi mentre incrociamo panfili, portaerei e zattere disperate nel mare-caos che ci regala le sue schiume. E allora occorrono altri tasti, oltre il sarcasmo e l’invettiva, risuonano accenti di scorticante autoironia, che ampliano i sensi con capacità di alleggerire l’orchestrazione, anche se elencano sbocchi privi di salvezza.
Questo il pregio della poesia autentica di questo libro, che sa rovesciare come una clessidra l’angoscia, facendone un fiore, seppure di sapore amaro e marcescente. La maestria dell’Autore sa trasmutarla in un fiore, anche se sa di sangue, cuore trafitto, intelligenza tramortita e calvario – tanto da far ricordare il pirandelliano uomo dal fiore sulle labbra – che tuttavia non produce in noi un ripiegamento lamentoso, perché esplode la coscienza della ricerca e dell’urgenza collettiva di un’uscita da quella pentola.

Continua a leggere »

Red Carpet di Mario M. Gabriele

Pubblicato il 12 settembre 2023 su Scrittura e Letture da Adam Vaccaro

Essere o Morire – moltiplicando sensi e realtà
Adam Vaccaro

Mario M. Gabriele, Red Carpet, Edizioni Progetto Cultura, 2023

Questo testo di Mario M. Gabriele è una summa del lungo percorso dell’Autore. E il termine è qui con echi più tesi a sommità che somma. In tal senso, il libro è una sorta di ossimoro canzoniere-oratorio entro l’orizzonte distopico della totalità tempo-spaziale in cui stiamo vivendo, fase di hybris che, mentre rovescia in ottimismo idiota l’ironico avviso leopardiano di Magnifiche sorti e progressive, ci degrada in crescente e inesorabile disgregazione. Che fare e dire in tale contesto?
Nella Nota dell’autore in apertura del libro, Gabriele sintetizza la sua visione e la relativa azione creativa, che parte da una intervista del 2021 a Fausto Curi, “dal titolo: Il Gruppo 63 e il manto di stelle sulla letteratura”, e una domanda “Cosa pensa del nuovo?, cui la risposta legittima sensi positivi: “incrina le fondamenta di quello che gli preesiste…abolisce lo stanco presente e rende presente il futuro”. Ne consegue la domanda successiva: ”E la tradizione?”, con risposta che aggrega riducendo l’alone di assoluto precedente : “Esistiamo perché esiste la tradizione.: è la nostra madre. Il nuovo non può cancellarla. Deve solo integrarla e mutarla.”
Dopo di che Gabriele, rapporta tali affermazioni al linguaggio del proprio libro, che definisce “tecnologico ed extra territoriale”, chiosando che “Il valore di un testo poetico non sta nella lunghezza o brevità del verso, quanto nella capacità di trasmettere il senso di una immagine, di un evento e di un trauma…al lettore”, mentre ribadisce che rileva che la “continua trasformazione” tra “passato e presente” è “evento normale nel corso del tempo”. Tuttavia, entro tale incessante successione, oggi “Ciò che manca è la coscienza del poeta nello scrivere”.
Una coscienza ridotta della complessità in cui viviamo che è non solo dei poeti, rispetto alla “società commerciale” fondata su “sfruttamento economico”, in cui “il Tempo annienta l’esistenza riducendola a perenne Vuoto”. Ne scaturisce, per l’Essere heideggeriano, “un chiuso perimetro all’interno del quale non vi è salvezza”.
È una condizione che può tuttavia produrre effetti positivi o negativi per chi scrive, in relazione alla sua capacità di moltiplicare realtà, che passa sia dalle modalità del fare del poièin, sia dalla sua energia di produrre condivisione. Un processo che ci riporta alla distinzione di Hegel tra “immaginazione riproduttiva” e “produttiva”, la prima che riproduce “intuizioni sensibili interiorizzate”, note e già denominate, la seconda che produce segni che danno nome al nuovo.
In rapporto a tali versanti di complessità della scrittura, Mario Gabriele conclude con sintesi esemplare: “è il tessuto organico che ogni poeta ha con sé” a produrre un nuovo capace di moltiplicare realtà, e a non ridursi a fare “semplice scrittura creativa” (pp. 5-6).
Da così ardue e lucide premesse, ne consegue un testo che non teme di declinare un calvario lancinante dell’Essere, entro la china distopica imposta dai poteri in essere nell’attuale fase storica. Un Essere che nel testo esplode incarnato nei milioni di esseri, fratelli o nemici con nomi conosciuti e sconosciuti.
L’Autore si pone tra dettati didascalici e spietato sarcasmo, che aumenta il piacere del testo moltiplicando sensi del nondetto, spazzando via nel contempo ogni forma di illusione salvifica. Citiamone qualche stralcio e brano, di una carrellata a tratti mozzafiato:
“Abbiamo messo insieme hi-tech e umanoidi/ convinti che ciò che abbiamo non sia sufficiente/ nel New Market, al colmo di fish and chips” (p.100);
“Elisa Pietrosanti volle esporci/ l’Universo in Entropia/ ma ne uscimmo con il Big.Crunch/ senza l’oracolo di Davide” (p.101):
“L’effetto peeling si notò dopo un mese/ sul suo viso con la crema Rocher./ Diventare estetista/ non era nelle intenzioni di Rosalinda” (idem);
“Nell’adunata culturale di settembre/ vennero in pochi a seguire le digressioni/ su storia e arte, poesia e filosofia” (idem);
“Grazie, cari anni di luci e colori/ ora che la strada porta al check-in/ senza by-pass e account./…/ C’è solo un vuoto a perdere,/ un buco nero nelle galassie dell’universo.” (p.104):
“ Tu, Bertolt Brecht, marxista ed esule,/…/ non so quante parole aliene ci mettesti/ nelle Cinque difficoltà di scrivere la verità/ già pietra miliare per Benjamin/…/ Nel tuo lascito ai Beni Culturali/…/ dove Sul muro c’era scritto col gesso/ viva la guerra./ Chi l’ha scritto/ è già morto.” (pp. 105-106)
“La casa va rinnovata”/ …/ oggi non è un bel giorno/ per le donne di Teheran/ nonostante il velo e le lettere di Iwojima/ e le Primavere Arabe.” (pp126-127);
“Dall’alto a sinistra della casa,/ sopra il tetto, c’era un nastro bicolore/ con l’avviso; ‘Attenti alla notte!’” (p.1238):
“Col tempo torneremo da dove siamo venuti/…/ Ci concentrammo sulla cosmologia moderna/ e il nichilismo, l’Essere e la forma”, intanto che “Una storia di comunità miste/ portò all’apice della guerriglia./ Tutti i dolori e gli amori del mondo./…/ nel giorno di San Silvestro/ per un nuovo Calvario.” (pp. 76-77)
Sono galassie vitali, in cui non ci sono glasse o aliti consolatori, ma è solo a partire dalla coscienza dello Zero disegnato sotto i piedi e davanti ai nostri occhi – spesso ignari e stupiti – che è possibile rielaborare il bisogno antropologico primario di un altro orizzonte. Credo sia questo il senso doloroso e tragico, ma necessario, che il testo trasmette.
12 settembre 2023

Continua a leggere »

Auguri Agostani

Pubblicato il 31 luglio 2023 su Senza categoria da Adam Vaccaro

Auguri Agostani

Pur tra orizzonti drammatici diversi, di guerra e di fenomeni sempre più gravi di squilibrio naturale, vi auguro una parentesi agostana di ri-creazione e ristoro di energie, in vista della prossima stagione di ripresa di auspicabili rinnovate iniziative.

Con auguri adiacenti

Adam

B. vivo e morto

Pubblicato il 13 giugno 2023 su Senza categoria da Adam Vaccaro

Dissonanze

B. da vivo e da morto, che parla anche da morto. E noi siamo vivi?
Lo scenario dei cicalecci masmediatici, unito al prevalente silenzio intorno, è purtroppo la riprova del precipizio in cui è finita l’Italia, come corpo sociale e come eredità culturale.
Una vergogna celebrata da caste politico-economiche con in testa il massimo rappresentante istituzionale. Un (quasi) unisono coro dell’esercito di media e voci di tanti devoti arricchiti alla corte del Capo scomparso. Comprensibile per loro inchinarsi e ringraziare. Ma tutti gli Altri, cioè Noi, abbiamo il diritto di difendere un po’ di sale in zucca e dignità, rifiutando di osannare la mezza verità elevata a Verità?
Tuttavia, arrivare al “funerale di stato” e al “lutto nazionale” era un oltre impensabile, segno che tutti gli argini dell’etica e del rispetto di sé sono crollati!
Faccio seguire perció la lettera di Tomaso Montanari, una delle poche voci dissonanti, rispetto alle orazioni dominanti e ai silenzi proni di politica e cultura.
Adam Vaccaro
***
Scrivo a tutta la comunità per assumermi la responsabilità di una scelta, evidentemente controcorrente, in occasione della scomparsa di Silvio Berlusconi.
Di fronte a questa notizia naturalmente non si può provare alcuna gioia, anzi la tristezza che si prova di fronte ad ogni morte. Ma il giudizio, quello sì, è necessario: perché è vero che Berlusconi ha segnato la storia, ma lo ha fatto lasciando il mondo e l’Italia assai peggiori di come li aveva trovati. Dalla P2 ai rapporti con la mafia via Dell’Utri, dal disprezzo della giustizia alla mercificazione di tutto (a partire dal corpo delle donne, nelle sue tv), dal fiero sdoganamento dei fascisti al governo alla menzogna come metodo sistematico, dall’interesse personale come unico metro alla speculazione edilizia come distruzione della natura. In questo, e in moltissimo altro, Berlusconi è stato il contrario esatto di uno statista, anzi il rovesciamento grottesco del progetto della Costituzione. Nessun odio, ma nessuna santificazione ipocrita. Ricordare chi è stato, è oggi un dovere civile.
Per queste ragioni, nonostante che la Presidenza del Consiglio abbia disposto (https://www.governo.it/…/bandiere-mezzasta-sugli…) le bandiere a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici da oggi a mercoledì (giorno dei funerali di Stato e lutto nazionale), mi assumo personalmente la responsabilità di disporre che le bandiere di Unistrasi non scendano.
Ognuno obbedisce infine alla propria coscienza, e una università che si inchini a una storia come quella non è una università.
Col più cordiale saluto,
Tomaso Montanari
Professore di Storia d’Arte Moderna e
il Rettore dell’Università per Stranieri di Siena

Continua a leggere »

Iniziative e Voci di Pace

Pubblicato il 19 febbraio 2023 su Senza categoria da Adam Vaccaro

“Fiorenza Casanova” per “Odissea” (Ottobre 2014)

Max Hamlet Sauvage
“Guernica oggi”

 

De Monticelli “Odissea”

https://libertariam.blogspot.com/2023/02/insieme-contro-la-guerra-di-roberta-de.html

 Artisti, donne e uomini di pace di Piazza della Scala “Odissea” 

https://libertariam.blogspot.com/2023/02/una-via-duscita-manifestazione-contro.html

 Genova contro la guerra “Odissea”

https://libertariam.blogspot.com/2023/02/blog-post_51.html

 Trieste contro la guerra “Odissea”

https://libertariam.blogspot.com/2023/02/blog-post_1.html

Continua a leggere »

Sella – Una Terrazza sul Cosmo

Pubblicato il 3 febbraio 2023 su Senza categoria da Adam Vaccaro

Una Terrazza sui Vuotipieni di Conoscenza
Adam Vaccaro

Lidia Sella: Una terrazza sul Cosmo – Meditazioni poetiche, Mimesis, Milano, 2022
(Testo in nuova edizione integrata, presentato a BookCitiy Milano 2022, e il 10 febbraio, al Centro Pannunzio di Torino, con Anna Antolisei e Patrizia Valpiani)

Nella mia recensione del libro precedente di Lidia Sella (Pallottole – contro la dittatura dell’Uno. Oaks Ed., 2021, vedi testo a seguire), sottolineo la fonte epifanica di questa Autrice: uno spirito critico del pensiero unico dominante, che a mio parere può aiutare anche la ricerca poetica ad andare oltre il consueto e il risaputo. Perché tale punto di partenza culturale implica, non solo opposizione alla china chiusa a salvezze di ogni equilibrio naturale e antropologico, quale è determinata dal neoliberismo finanziario globalizzato. Implica, credo, anche idioti settarismi ideologici e, quanto alla poesia, se questa è intesa come linguaggio volto a dare voce alla totalità della vita, può il cambiamento dello scenario mondiale nel quale siamo immersi non coinvolgere la sua passione e ricerca?
Il primo problema culturale è comunque l’acquisizione di una coscienza critica rispetto a un assetto, che produce sbocchi esiziali per il 90% della popolazione mondiale, lasciando a una minoranza sempre più ridotta a un 1%, totalitarie appropriazioni indebite. È una tendenza di regresso medioevale, con una distribuzione della ricchezza e uno svuotamento di ogni sostanza delle ritualità democratiche, a opera di una invisibile elite oligarchica, testa di ragno di una rete di dominio assoluto.
E se le posizioni critiche di tale contesto vengono squalificate e criminalizzate con ismi declamati da cantori di una incessante cavalcata progressista di magnifiche sorti e progressive, è prezioso ogni moto di coscienza del destino distopico della barbarie in atto. Nella quale dobbiamo aggiornare e riappropriarci di molte categorie del secolo scorso, rispetto al decalogo neoliberista.
Coloro che lo faranno riusciranno a rimanere vivi, cioè capaci di affrontare le catastrofi inevitabili prossime venture. Coloro che non lo faranno rimarranno “bruchi” (come i personaggi di “Alice nel Paese delle meraviglie”), bloccati in un passato immaginario, settari, terrorizzati e macinati dal rullo ideologico dall’esercito del main-stream, in prevalenza fedele megafono degli interessi del suddetto 1%.
Sono interessi di una testa imperialistica plurima (oggi concentrata in USA, Russia e Cina), che rivendica di essere, in ogni sua diramazione, il bene assoluto. A un pensiero critico all’altezza di tale contesto, competerebbe la sfida immane di costruzione di una quarta testa teorica e sociale. Che, allo stato, è solo un fantasma.
I testi di Sella reagiscono a questo assetto esiziale, dando un contributo di riflessione, denuncia e disagi sempre più insopportabili, muovendo da quel progetto ignoto del poièin, che ci conduce dove non pensavamo mai di giungere, alla ricerca di uno sguardo aperto al comune bisogno di seguir virtute e canoscenza.

Continua a leggere »

Turoldo uomo di pace

Pubblicato il 1 febbraio 2023 su Senza categoria da Adam Vaccaro

TUROLDO UOMO DI PACE

Per ricordarne l’anniversario, la Basilica di San Carlo al Corso e il “Comitato Amici di padre Turoldo” in collaborazione con The Art Company Como organizzano per sabato 4 febbraio 2023 alle ore 16 e domenica 5 febbraio alle ore 15,30 due incontri: Artisti contro le guerre e Poeti per il disarmo e la pace che si terranno nella Sala Turoldo della Basilica di San Carlo di Corso Vittorio Emanuele.

Esporranno le lore opere i seguenti artisti: Alessio Centemeri, Carlo Pozzoni, Filippo Borella, Gianni Rodenhauser, Carmen Monti Molteni, Elena Borghi, Giulio Mantovani, Judith Holstein, Orietta Bernasconi, Pierluigi Ratti, Sergio Tagliabue, Marzia Mauri, Matteo Galvano, Piero Campanini, Giovanni Padovese, Adriano Caversazio, Antonio Teruzzi, Giovanni Menta, Lorenza Morandotti, Gianfranco Sergio, Angelo Marsiglio, Stefano Paulon, Giuseppe Denti. Max Hamlet Sauvage.

Continua a leggere »

Memorie del futuro

Pubblicato il 27 gennaio 2023 su Senza categoria da Adam Vaccaro

Memorie del futuro

La cenere dei fumi di Auschwitz
così bianca, viola infine rossa
batte batte dentro al cuore

non volerà ricadrà su questi
ruderi e cori di blatte
a nutrire il nostro sangue

acceso che pesa ogni grammo
di carne umana
rossa poi viola infine bianca

di ogni vittima diventata cenere
deposta nelle mani di Cerere – che
ne faccia messi di una Terra

non più prona a poteri e follie
offerta al dio di tutti
senza figli prediletti

di una Terra non più
crocifissa da confini e
tavole imbandite di eletti

Continua a leggere »