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L’azione dei media

Pubblicato il 26 aprile 2014 su Temi e Riflessioni da Adam Vaccaro

Comei media preparano un regime

di Guido Viale

Sul Manifesto di mercoledì 23 aprile

e Pagine On Line del 24 aprile 2014

Ci si è chiesto spesso, decenni fa, nelle scuole e sui media, come fosse stato possibile che nel 1931, su oltre milleduecento docenti universitari solo una quindicina avesse rifiutato di giurare fedeltà al fascismo; e come fosse stato possibile che con loro si fossero allineati migliaia di giornalisti, di scrittori, di intellettuali – la totalità di quelli rimasti in funzione – contribuendo tutti insieme a costruire una solida base di consenso alla dittatura di Mussolini.

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ESSERE POVERI DENTRO

Pubblicato il 17 marzo 2014 su Resoconti da Adam Vaccaro

ESSERE POVERI DENTRO

di Ninnj Di Stefano Busà

È un guazzabuglio la società di oggi, dentro un coacervo di contraddizioni sconclusionate e assurde, un artificio di azioni atte a rappresentarsi, autoreferenziarsi, mostrarsi all’ennesima potenza, senza costrutto, senza logica e raziocinio, né coerenza, essere privi di ragioni etico/morali.

Il comportamento umano è votato a dare la peggiore immagine di sé, il più lacunoso, estroverso, eterodosso progetto di squalificazione e di disfattismo: si ricorre all’orrido quando non si trovano modelli, già preconfezionati, standardizzati da seguire. Mai secolo è stato più patentato al libertarismo sfrenato e inconcludente, portato alle sue estreme conseguenze, come quello attuale, mai società più dispersiva, inadeguata e, sprofondata in dubbi, compromessi, contraddizioni, incognite, pregiudizi, incertezze, conflittualità e aberrazioni come quella attuale. Ma cosa succede alla ns. coscienza? Cosa fa scattare la molla di perversione che ci svilisce e ci disorienta in episodi di poca luce spirituale, in assenza di valori, di significati, di idealità e moralità?

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INTERVISTA A GINO STRADA

Pubblicato il 17 marzo 2014 su Resoconti Esperienze da Adam Vaccaro

Gino Strada: “Lista Tsipras, una speranza per cambiare la politica”

intervista a

Gino Strada di Alessandro Gilioli  5 marzo 2014

Su Pagine On Line, n. 17 del 6 marzo 2014

«Le nostre società hanno bisogno di profondi cambiamenti. In altre parole, di diventare più umane. Spero che la lista Tsipras riesca a portare quest’urgenza nelle istituzioni, a iniziare dal Parlamento europeo». Gino Strada, 66 anni, medico e fondatore di Emergency si trova in questi giorni in Sudan, a operare in uno degli ospedali della sua associazione. Segue però il dibattito politico italiano e l’inizio della campagna elettorale.

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Renzi tra propaganda e controriforme

Pubblicato il 5 marzo 2014 su Resoconti da Adam Vaccaro

Renzi tra propaganda e controriforme

di Pancho Pardi su Liberacittadinanza di venerdi 28 febbraio 2014

e su Pagine On Line, n 15 del 5 marzo 2014


I cittadini di centrosinistra hanno lottato per venti anni contro Berlusconi per ottenere alla fine solo che il loro schieramento sia guidato da un altro perfetto pubblicitario di sé stesso?

Il passaggio alle Camere del nuovo presidente del consiglio conferma in modo plateale la sua natura di prodotto e soggetto televisivo. Parte della stampa va in brodo di giuggiole di fronte al fenomeno: è post ideologico, parla al paese e non alla casta…
Trascuriamo il fatto che Renzi è da tempo elemento storico della casta. Ha scalato la casta con le tecniche della casta. E se ha conquistato il PD ciò dipende non solo dalla sua indubbia capacità di politico di professione ma almeno altrettanto dai limiti e dalle incapacità del PD. Anzi è il PD il vero solo responsabile della sua resistibile ascesa, fino dai tempi in cui non ha saputo produrre un competitore efficace nella gara a sindaco di Firenze. Quanto ai tempi più recenti, bastava che il PD fosse in grado di impedire ai 101 franchi tiratori di impallinare la candidatura di Prodi. Tutto avrebbe potuto andare in modo diverso. Ma con ogni evidenza il PD non ha voluto, saputo, potuto farlo.
Consumato questo atto che ha prodotto il ritorno di Napolitano al Quirinale (cosa di cui il PD mi sembra assai più responsabile di Napolitano stesso) la presidenza Letta è stata rapidamente insidiata dalla volontà del PD di consegnarsi alla volontà di Renzi.
Renzi stesso può sostenere, con somma improntitudine ma anche con qualche verità, che il suo partito stesso gli ha chiesto di venir meno alla promessa solenne di non aspirare a Palazzo Chigi senza passare attraverso il vaglio elettorale. Quale potenza ideale avesse la richiesta è tuttora oggetto di dibattito. Ma è difficile sottrarsi alla sensazione che di tutti i moventi immaginabili uno fosse il più irresistibile: la convinzione diffusa tra tutti i parlamentari, ma in particolare tra quelli del PD, che la presidenza Letta non avesse alcuna probabilità di giungere al termine della legislatura e che invece una presidenza Renzi avesse maggiori possibilità. Ora i parlamentari, e in particolare quelli del PD, sono accontentati. I malumori interni non vanno sopravvalutati: giacciono sul piano dell’intesa comune per la continuità della legislatura. A quel preciso prezzo. Nessuno lo giudica fuori mercato. Tutti gli interessati se ne sono fatti una ragione.
Ma tutto ciò fa parte del passato ed è inutile perdere tempo in rimpianti.

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Renzusconi

Pubblicato il 4 marzo 2014 su Temi e Riflessioni da Adam Vaccaro

Renzusconi

di Marco Travaglio sul Fatto quotidiano di domenica 2 marzo 2014

A gennaio, quando Renzi incontrò il pregiudicato interdetto decaduto Berlusconi nella sede Pd per discutere la nuova legge elettorale e le riforme collegate (Senato e Regioni), scrivemmo pur fra mille dubbi che non era proprio uno scandalo. Le leggi elettorali appartengono agli elettori, non agli eletti, dunque era impensabile tagliar fuori il maggior partito di centrodestra. Inoltre, stante l’indisponibilità dei 5Stelle persi nella Rete, per sbloccare l’impasse non restava che rivolgersi al terzo partito, Forza Italia: l’unico che poteva assicurare una maggioranza in Parlamento. Renzi, appena plebiscitato segretario del Pd, giurava che l’accordo con B. era per una legge che ci mettesse al riparo da altri governi con B. Intanto, mentre lui e B. si occupavano delle riforme, Letta poteva governare sereno. Non restava che prenderne atto e aspettarlo al varco, cioè alla prova dei fatti: per quanto inedita, l’ipotesi che un politico italiano dicesse la verità non andava scartata a priori. Ora, meno di due mesi dopo e alla luce dei fatti, possiamo tranquillamente affermare che Renzi mentiva. L’accordo con B., quasi sempre intermediato dal comune amico Denis Verdini, è ben più vasto e stringente di un’intesa tecnica per quelle tre riforme. È un patto d’acciaio le cui clausole restano occulte, anche se i risultati si manifestano ogni giorno più chiari. Il Caimano sa che il 10 aprile si riunisce il Tribunale di sorveglianza per decidere dove sconterà i 7 mesi di pena (quel che resta della condanna a 4 anni, detratti i 3 anni di indulto e i 5 mesi di liberazione anticipata extralarge sancita dallo svuotacarceri Cancellieri): in galera, o ai domiciliari, o ai servizi sociali. Forse, per non alimentare il suo vittimismo durante la campagna elettorale per le Europee, il verdetto slitterà di un paio di mesi. In ogni caso il pregiudicato sarà politicamente fuori gioco sino a fine anno: guiderà il partito per interposto Toti. Intanto tenterà il colpaccio: candidarsi ugualmente alle Europee in barba alla legge Severino e sfidare gli uffici elettorali della Corte d’appello a depennarlo, con una prova muscolare che mira a resuscitare il vecchio nemico, le toghe rosse; a incendiare una spenta campagna elettorale; e a mettere in difficoltà l’amico Matteo.

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DRAMMI E CINISMO DEI GOVERNI

Pubblicato il 17 febbraio 2014 su Temi e Riflessioni da Adam Vaccaro

Da La Redazione di “Pagine on line” del 17 febbraio 2014

LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL DI MONTIANA, LETTIANA E RENZIANA MEMORIA.

DRAMMI E CINISMO DEI GOVERNI

Istat: 6 milioni senza il necessario per vivere

Sei famiglie su dieci vivono con meno di 2.500 euro al mese. Nel 2011 circa il 58% delle famiglie residenti in Italia ha conseguito un reddito netto inferiore all’importo medio annuo di 29.956 euro, circa 2.496 euro al mese. Mentre alcuni milioni di esse sguazzano nell’oro E’ quanto emerge dal rapporto Istat ‘Noi Italia, 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo’. Un rapporto che mette nero su bianco alcune contraddizioni laceranti in cui si dibatte il Bel Paese da qualche anno a questa parte. Una fra tutti, “vantiamo” la pressione fiscale della Svezia, circa il 44,1%, comunque superiore alla media Ue, ma abbiamo la povertà della Grecia, con quasi sei milioni di persone, il 10% della popolazione, in povertà assoluta. Sono in situazione di deprivazione circa 15 milioni di persone in 6,3 milioni di famiglie. Nel 2012, per la precisione, il 24,9 per cento delle famiglie residenti in Italia presenta almeno tre delle difficolta’ considerate nel calcolo dell’indice sintetico di deprivazione, una quota in aumento rispetto all’anno precedente.

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Il ritorno dei falchi privatizzatori

Pubblicato il 31 gennaio 2014 su Senza categoria da Adam Vaccaro

Europee.Una lista per Tsipras

Pubblicato il 19 gennaio 2014 su Temi e Riflessioni da Adam Vaccaro

Europee. C’è una terza via tra chi vuole distruggere l’Unione e chi vuole mantenerla così com’è

A sinistra, una lista per Tsipras

di Andrea Camil­leri, Paolo Flo­res d’Arcais, Luciano Gal­lino, Marco Revelli, Bar­bara Spi­nelli, Guido Vialesul Manifesto di sabato 18 gennaio 2014

Oggi ren­diamo pub­blico que­sto appello cor­re­dato dalle sole firme dei suoi esten­sori.

L’Europa è a un bivio, i suoi cit­ta­dini devono ripren­der­sela. Dicono i cul­tori dell’immobilità che sono solo due le rispo­ste al male che in que­sti anni di crisi ha fran­tu­mato il pro­getto d’unità nato a Ven­to­tene nell’ultima guerra, ha spento le spe­ranze dei suoi popoli, ha risve­gliato i nazio­na­li­smi e l’equilibrio fra potenze che la Comu­nità doveva abbat­tere.
La prima rispo­sta è di chi si com­piace: passo dopo passo, con aggiu­sta­menti minimi, l’Unione sta gua­rendo gra­zie alle tera­pie di auste­rità. La seconda rispo­sta è cata­stro­fi­sta: una comu­nità soli­dale si è rive­lata impos­si­bile, urge ripren­dersi la sovra­nità mone­ta­ria scon­si­de­ra­ta­mente sacri­fi­cata e uscire dall’euro. Noi siamo con­vinti che ambe­due le rispo­ste siano con­ser­va­trici, e pro­po­niamo un’alternativa di tipo rivo­lu­zio­na­rio. È nostra con­vin­zione che la crisi non sia solo eco­no­mica e finan­zia­ria, ma essen­zial­mente poli­tica e sociale. L’euro non resi­sterà, se non diventa la moneta di un governo demo­cra­tico sovra­na­zio­nale e di poli­ti­che non calate dall’alto, ma discusse a appro­vate dalle donne e dagli uomini euro­pei. È nostra con­vin­zione che l’Europa debba restare l’orizzonte, per­ché gli Stati da soli non sono in grado di eser­ci­tare sovranità.

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Se i 5Stelle stanno a guardare

Pubblicato il 19 gennaio 2014 su Temi e Riflessioni da Adam Vaccaro

Se i 5Stelle stanno a guardare

di Marco Travaglio, da Il Fattoquotidiano del 5 gennaio 2013

(e su Pagine on line n.198 di lunedi 6 gennaio 2014.a cura di Alfredo Giusti)

Mi scrivono diversi elettori dei 5Stelle per contestare il mio articolo “I guardiani dello stagno”. In sintesi, ripetono ciò che dice Beppe Grillo. 1) Di Renzi non c’è da fidarsi, men che meno del Pd. 2) Noi non facciamo accordi con nessuno e il nuovo sistema elettorale lo discutiamo in Rete con la nostra base. 3) Questo Parlamento è delegittimato dalla sentenza della Consulta sul Porcellum e dunque non può riformarlo. 4) Napolitano deve sciogliere le Camere, mandarci a votare con il vecchio Mattarellum e lasciare che sia il nuovo Parlamento finalmente eletto e non più nominato a metterci mano. In linea di principio, sono tutti argomenti, se non condivisibili, almeno rispettabili. Ma completamente fuori dalla realtà.

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Se i 5Stelle stanno a guardare

Pubblicato il 19 gennaio 2014 su Temi e Riflessioni da admin

Se i 5Stelle stanno a guardare

di Marco Travaglio, da Il Fattoquotidiano del 5 gennaio 2013

(e su Pagine on line n.198 di lunedi 6 gennaio 2014.a cura di Alfredo Giusti)

Mi scrivono diversi elettori dei 5Stelle per contestare il mio articolo “I guardiani dello stagno”. In sintesi, ripetono ciò che dice Beppe Grillo. 1) Di Renzi non c’è da fidarsi, men che meno del Pd. 2) Noi non facciamo accordi con nessuno e il nuovo sistema elettorale lo discutiamo in Rete con la nostra base. 3) Questo Parlamento è delegittimato dalla sentenza della Consulta sul Porcellum e dunque non può riformarlo. 4) Napolitano deve sciogliere le Camere, mandarci a votare con il vecchio Mattarellum e lasciare che sia il nuovo Parlamento finalmente eletto e non più nominato a metterci mano. In linea di principio, sono tutti argomenti, se non condivisibili, almeno rispettabili. Ma completamente fuori dalla realtà.

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