Francesco I e le ombre del passato

Pubblicato il 18 marzo 2013 su Senza categoria da Adam Vaccaro

Francesco I e le ombre del passato

Jorge Mario Bergoglio si presenta umile, povero, assertore dell’onestà e della rettitudine, ma qualcuno sostiene che abbia appoggiato la dittatura argentina

Nato a Buenos Aires nel 1936 da una famiglia di origini piemontesi, Jorge Mario Bergoglio si laureò in Chimica e fece il suo ingresso in seminario nel 1958. Nel 1960 si laureò anche in Filosofia e dal 1964 insegnò Letteratura e Psicologia per tre anni. Dal 1973 al 1979 fu superiore provinciale dell’Ordine dei gesuiti dell’Argentina e rettore della Facoltà di Teologia e Filosofia dell’Università di San Miguel a San Josè. In occasione del Consiglio episcopale latinoamericano del 1979 si oppose alla teologia della liberazione (cfr. Teologia della liberazione, in http://it.wikipedia.org), ispirata ai principi del Concilio Vaticano II, che mette in evidenza i valori sociali e politici del messaggio cristiano. Nel 1992 Giovanni Paolo II lo nominò vescovo ausiliare di Buenos Aires, mentre dal 2005 al 2011 è stato a capo della Conferenza episcopale argentina.

1-BergoglioAccusato di collusione con il regime dittatoriale (1976-1981) di Jorge Rafael Videla, caratterizzato da una brutale violazione dei diritti umani (di cui i desaparecidos sono l’emblema), il nuovo pontefice avrebbe non solo fatto segregare i prigionieri della dittatura nella sua residenza estiva nell’isola di El Silencio (unico caso di un campo di concentramento in una proprietà ecclesiastica), ma anche “ignoratoepisodi di tortura e rapimento di sacerdoti o donne avversi al regime, come Elena de la Cuadra (cfr. Diego Martinez, «Es la impunidad total» in www.pagina12.com.ar). Le ombre sul cardinale Bergoglio, a quanto pare omofobo e machista, sono lunghe e meritano un approfondimento: padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, le ha liquidate, in un suo comunicato, con due righe fin troppo scarne.

Hebe de Bonafini, presidentessa dell’Asociación Madres de Plaza de Mayo (che lotta affinché il genocidio. avvenuto durante la dittatura di Videla, non venga mai dimenticato), fa sapere: «Da moltissimi anni le Madri, sin dai primi tempi della nostra lotta, hanno intrattenuto relazioni solamente con i sacerdoti del Terzo mondo. Abbiamo redatto una lista di 150 sacerdoti assassinati dalla dittatura che la Chiesa ufficiale ha censurato e per i quali non ha mai proferito parola alcuna. Le Madri hanno parlato della Chiesa ufficiale [del suo coinvolgimento, ndr] quando ancora nessuno ne parlava. La Chiesa ufficiale è un oppressore, quella del Terzo mondo è una chiesa liberatrice. Continueremo a intrattenere rapporti di amicizia e collaborazione solo con i sacerdoti del Terzo mondo e a proposito di questo papa che è stato nominato ieri diciamo solamente: “Amen”» (cfr. Declaraciones de Hebe de Bonafini sobre el papa Francisco, in www.madres.org). La posizione delle Madres apre scenari imbarazzanti per il Vaticano e per l’Argentina, che ha visto la propria rinascita grazie ai peronisti di sinistra Nestor Kirchner e Cristina Fernández, osteggiati da Bergoglio.

1-VidelaI cardinali della Chiesa cattolica, spinti dalla paura di un calo di credibilità, hanno tentato di riverginare la propria reputazione. Un papa dalla lingua spedita, infatti, dovrebbe essere l’arma migliore per combattere gli errori, la corruzione e le collusioni con il potere. Gli alti prelati, tuttavia, hanno compiuto un passo che, a nostro avviso, non darà i risultati sperati. La storia oggi, a differenza del passato, è molto più comprensibile al comune cittadino e presenterà alla fine un conto molto amaro. La scelta, che oggi sembra ottimale, si potrebbe rivelare, a un occhio più attento, errata: lo scrittore e giornalista argentino Horacio Verbitsky ha definito Francesco I un bugiardo e un surrogato di Giovanni Paolo II (cfr. Bergoglio è un bugiardo, in http://video.sky.it e il libro di Verbitsky L’isola del silenzio, edito in Italia da Fandango).

Il nuovo pontefice dovrà muoversi da navigato manipolatore in un mondo in crisi, che, ricco di istanze di cambiamento, può trovare risposte solamente nella teologia della liberazione così aspramente combattuta. Per la gente comune, vittima dell’oblio dei giornali, si tratta, almeno per il momento, di un papa che rifiuta la croce d’oro, paga personalmente l’albergo nel quale ha soggiornato e parla a braccio: dunque, di un pontefice, tutto sommato, simpatico. Viene da chiedersi se, con questi cambiamenti di ordine simbolico, non si voglia adottare la vecchia tecnica del panem et circenses, regalando ai fedeli un nuovo “papa attore”. Staremo a vedere come sarà la sua interpretazione…

1-Bergoglio e KirchnerFrancesco I ha svolto i suoi primi incarichi puntando su una facciata moderna, dal basso profilo, citando frasi un po’ avulse dalla realtà e poco credibili come: «I cardinali sono i preti del Santo Padre. Quella comunità, quell’amicizia, quella vicinanza ci farà bene a tutti. […] Non cediamo mai al pessimismo, a quell’amarezza che il diavolo ci offre ogni giorno» (cfr. Discorso del Santo Padre Francesco, in http://vangelodelladomenica.myblog.it). Egli sta adottando uno stile millenarista in cui, a parte l’aria comunicativa molto friendly, si ripropone lo stereotipo della Chiesa padrona e del popolo “minorenne”. Siamo, perciò, lontani anni luce dal cambiamento invocato da Maria José Rosado Nunes, presidentessa del movimento Brasil católicas por el derecho a decidir (cfr. Mariana Carbajal, Bergoglio debería llamar a un tercer Concilio Vaticano, in www.pagina12.com.ar).

Le immagini: Jorge Mario Bergoglio, in una foto del 2008 (fonte: http://it.wikipedia.org; autore: Aibdescalzo); il dittatore Jorge Videla; l’incontro tra Bergoglio e il presidente argentino Cristina Fernández, avvenuto alla Casa Rosada nel 2007 (fonte: www.casarosada.gob.ar; autore: Casa Rosada).

Matteo Tuveri

(LucidaMente, anno VIII, n. 87, marzo 2013)

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