Anticipazioni – Michele De Luca

Pubblicato il 22 giugno 2023 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni
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Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Michele De Luca
Quattro poesie inedite

Con nota di lettura di Lara Cantelmo

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Nota di poetica
Il mio sistema “binario” ha il suo principio dalla pittura, linguaggio primario frequentato fin dall’infanzia e poi negli studi. Col tempo le esperienze musicali e teatrali mi hanno gradualmente avvicinato alla fruizione e poi alla pratica della letteratura, quindi inesorabilmente alla sua più acuta e immediata forma espressiva: la poesia. Una poesia che parte dal suono e si compiace della musicalità del verso, del suo piacere auditivo e avvolgente. E’ il concetto di “rivelazione” che mi ha spinto all’indagine acustico-concettuale della parola, spesso mescolato o addirittura partorito dalla compiacenza manuale del disegno, della grafia, dell’automatismo e del gesto attraverso serie di parole, quasi elenchi potenzialmente infiniti di titoli e situazioni intuitive. Queste si concatenano in rime, gergalità, risvolti compositivi, compressi e spesso brevi, oppure si esplicano in minute grafiche, poesie visive o pagine di possibili futuri libri d’artista.
L’esplorazione della ricerca pittorica e le sue rivelazioni di spazi inconcepiti e di ritmi interiori verbali e gergali mi portano a una mimesi visivo-sonora di descriptio letterale di questi accadimenti in atto, quasi in forma di scrittura automatica (di surrealistica memoria?). D’altronde fra espressionismo, informale e surrealismo è partita la mia ricerca visiva avanzata, nei primi anni Ottanta, spesso abbinata a una sua pratica scritturale che ben poco chiariva concettualmente la visività ma, anzi, probabilmente la complicava.
I piccoli universi che nascono da questi connubi portano a frammenti, flash di penetrante psichismo, scivolano in rivoli di sparsa versificazione che poi confluiscono in un nucleo, un nerbo di rivendicazione di una corposa o lacerante passionalità in forma nostalgica o, a volte, tragicamente panica. La scrittura diventa quindi autobiografismo spinto, in fase mimetica: calembour, versicoli, giochi di parole o nonsense che però sonoramente fluiscono in andamento armonico di fibrillazione poetica, intenta a indagare un cosmo interiore irrivelato ed esterrefatto.

Michele De Luca

DISCORSO METEOROLOGICO

In questo frammento
di gradimento assurdo
nella notte officiale
che digrigna sensi asme e peripezie
Nel pulviscolo del tempo
in aria acqua e sottospecie
in garrulo di trotto
in insipida confidenza del dovere
In pausa vuota a memoria
dilapida la notte
il suo evolversi viola
che passa sul nastro del pensiero
nel candeggio delle cose
nell’inusuale trasparenza dell’olfatto
Lieve giorno disturbato
nella tua musica che sa di acqua
nel temporale evoluto
nell’agronomia necessaria
nell’obbligatorio accudirsi del verso
come l’insolito affacciarsi
di quel mattino.

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IGNOTA DEDICA
Come tutto ritorna e non ritorna,
e se ritorna mi muore nella mani all’istante.

Paolo Bertolani
La tua primordiale statura
fiocco d’elemosina tardiva
miete calore iridescente senso
Apici momentanei alla scadenza del giorno
e andamenti analgesici
sintomi espliciti delle cose avvenute
Nell’ordine delle apparenze
trova cerchi emotivi e motivazioni labirintiche
contatti del cosmo
Puro sudore nènia latina
ritorno di luce
accende il sorriso chiama bianchi livori
cardini del programma esecutivo
Volutamente soli
come fasi come modi
e loro sottili conseguenze.

*
PER SENSO

Indole specifica
rosso orgoglio di Marte
fase sensitiva
abbracciarti per misura per fattezza e sensazione
Dico di farlo tento il traguardo
dopo lo sguardo il tempo finito
la magica sete che sale
il gioco di sanità menzognera
Vado per senso tocco il galoppo
– giorno che sbianca si fa acido teutonico
e rattrappisce – costola di nebbia
di fuoco smunto di radice delle cose
Certo quel vuoto svanisce s’incrosta
trauma d’incanto cessione leggera
lucente apparenza
Che torni come prima
la velocissima estate.

*

SOLO

Solo il principio del sogno
la sua chiarissima ascesa
l’organo della riuscita
squillo di giallo nell’incolore dominato
nel guizzare di fatica
acquoso dilagare nell’orizzonte imperfetto
Mi ripeti lo sguardo
mi indichi percorsi
funambolo di luce moltiplicazione d’epoca
Nel pilastro invetriato nel cimitero del nulla
nella mia mania misteriosa
che cova questa frase
la riduce a sottinteso
Per venirti incontro per gioco e per sfida
per conduzione laterale
dietro la porta d’ogni luogo
al suo fragore di giustizia
nel caldo animale che cerca
punti di congiunzione metafore annullate
suoni che piacciono alla lingua.

*

Biobibliografia

Michele De Luca è nato a Pitelli, La Spezia, nel 1954. Artista e poeta, ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Firenze e ha lavorato come scenografo in teatro e cinema. È autore in pittura di un’originale linea di ricerca astratta che vede nella luce un dato di costante riferimento; la sua parallela ricerca visiva e letteraria, intimamente legate, tende all’analisi delle forze primarie. Ha esposto in gallerie, fondazioni e musei in Italia e all’estero, anche a rassegne di poesia visiva e libri d’artista. Vive e lavora in Liguria e a Roma, dove insegna all’Accademia di Belle Arti. Suoi testi sono apparsi su riviste e antologie e ha pubblicato: Non condirmi di senso, (con un disegno originale), a cura di Alberto Casiraghi, Edizioni Pulcinoelefante, Osnago, 2008; il volume antologico Altre realtà, Poesie 1982-2007, con dodici disegni dell’autore, prefazione di Stefano Giovanardi, Edizioni Quasar, Roma, 2008, che raccoglie quasi interamente la sua produzione poetica dagli anni ‘80 al 2007; Episodi del diluvio, poemetto in dodici canti e tredici tavole a colore, Edizioni e Galleria Roberto Peccolo, Livorno, 2015; Parvenze, prefazione di Marzio Pieri, collana CentodAutore, Eureka Edizioni, Corato, 2017.

*

Nota di Lettura

L’evidente piacere che si avverte nella ricerca espressiva di De Luca trae origine dall’attività pittorica, dai segni che danno vita a forme, a cromie impiegate nella composizione di immagini per lo più astratte. La sua stessa formazione artistica, compiuta all’Accademia di Belle Arti fiorentina, nel realizzarsi fattivamente in ambienti teatrali e cinematografici in qualità di scenografo, ha determinato l’applicazione delle sue abilità pittoriche nel confronto con testi letterari, cioè con copioni e sceneggiature. La realizzazione delle scene, in quanto opere visive legate a un testo, stimolando gli automatismi della creatività, richiedeva necessariamente che se ne individuasse il ritmo, al cui respiro esse dovevano adeguarsi.
L’esplorazione si è successivamente estesa al suono musicale fino ad approdare, quasi di necessità, alla forma letteraria che per eccellenza tutte le compendia, la poesia. Opere che per De Luca si sono andate componendo come dettate automaticamente da un impulso interiore che si può definire come procedimento di stampo surrealista. Questo metodo ha conseguito risultati sorprendenti “di penetrante psichismo”, che nel disvelare misteriose interiorità sconosciute all’Autore stesso, hanno prodotto in lui effetti esaltanti, rendendolo consapevole di alcuni meccanismi del suo inconscio.
Come poeta e come pittore – essendo le due attività esercitate contemporaneamente sulle scene – De Luca si dichiara interessato all’effetto sensoriale, sia auditivo che visivo, più che alla comunicazione di contenuti del pensiero, al predominio dei segni e dei suoni magicamente indirizzati a suggerire pure emozioni, come avviene nell’arte astratta. Ciò si percepisce chiaramente attraverso i testi. La frequentazione del disegno e della pittura, insieme a quella dell’esperienza musicale hanno inevitabilmente dato vita a un’indagine di carattere astratto, in base alla quale nella composizione poetica le parole non sono disposte secondo una sequenzialità logica, bensì tendono all’individuazione di contrasti di senso, a giochi di suoni, a calembours che adombrano tratti autobiografici inevitabilmente più noti all’Autore medesimo che non al lettore: “Dico di farlo tento il traguardo/ dopo lo sguardo il tempo finito/…./ Vado per senso tocco il galoppo/…./ Certo quel vuoto svanisce s’incrosta/…/ Che torni come prima/ la velocissima estate. (“Per senso”).
Vi si ritrovano echi della Neoavanguardia, una spiccata concentrazione sul ritmo con effetti “orfici” che richiamano l’ermetismo del primo Luzi, in una distanza dalla realtà tale da raggiungere effetti esoterici.
Quando leggiamo: ”Nel pilastro invetriato nel cimitero del nulla/ nella mia mania misteriosa/ che cova questa frase/la riduce a sottinteso/” già ci sentiamo investiti da un messaggio che non può e non intende arrivare ad un destinatario”. E i versi che ne seguono sono ancora più chiari, se così si può dire in questo caso: ”Per venirti incontro per gioco e per sfida…/ punti di congiunzione, metafore annullate/ suoni che piacciono alla lingua” (“Solo”). Il gioco si riduce in tal modo a un ripiegamento dell’Io su se stesso. Una mania misteriosa che sembra nascondere una forma di nichilismo escludente dal proprio dire l’Altro da sé – in quanto “cimitero del nulla”. Una scelta poetica che abbiamo già incontrato e che persiste oltre le avanguardie della seconda metà del secolo scorso.

Laura Cantelmo

2 comments

  1. Laura Cantelmo ha detto:

    Sarebbe interessante conoscere l’opinione di De Luca o di altri sulla mia lettura dei suoi versi. Penoso vedere una nota critica cadere nel nulla dell’indifferenza. Ci si chiede perché i testi siano stati inviati , se poi non si legge il lavoro critico ( sottolineo: lavoro) compiuto. Indifferenza, mancanza di rispetto anche di se stessi.
    Laura Cantelmo

  2. Michele De Luca ha detto:

    Leggo in ritardo il sito milanocosa.it. Ringrazio Laura Cantelmo per la sua accurata nota critica alle tre poesie pubblicate, anche se una ricerca ultratrentennale è difficilmente rilevabile in pochi nuovi componimenti. Giusta la comparazione fra visivo e verbale e le reciproche influenze e suggestioni che si alimentano alternativamente fra percezioni sonore e stati visivi. Credo che in tutti questi anni la ricerca scritta si sia sempre più espansa in descrizioni di microcosmi d’invenzione che portano a nuove campiture di fantasia lirica.
    Michele De Luca

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