Seeds (e non solo) a Piacenza

Pubblicato il 12 novembre 2017 su Resoconti da Adam Vaccaro

Ieri è stata una occasione (vedi a https://www.milanocosa.it/eventi-milanocosa/seedsviaggio-con-la-poesia-di-adam-vaccaro) che ha onorato non solo il mio fare con attenzioni critiche e un pubblico molto qualificati, quali quelli promossi dalle iniziative culturali proposte dal Museo della Poesia di Piacenza. E voglio dare innanzitutto rilievo adeguato a strutture come questa, nate e gestite dalla passione di singoli, che nel caso sono Massimo Silvotti (poeta e artista) e alcuni collaboratori, che si impegnano con altrettanta passione e identico titolo volontario.

Per quel che più direttamente mi riguarda sottolineo il merito dei critici – Amedeo Anelli e Luigi Cannillo – e degli altri ospiti coinvolti (col solo rammarico della forzata assenza per ragioni di salute di Giancarlo Majorino) per aver evidenziato come nell’arco completo del mio fare, di poeta, critico e organizzatore culturale con Milanocosa, ogni ambito sia inscindibile e interconnesso con l’altro. L’analisi del libro presentato, Seeds, è stata dunque una occasione di utile riflessione su una concezione di fare poetico (forse di non molti, ma non solo mio), che vuole essere medium e fonte di misura con la complessità del mondo contemporaneo, la cui conoscenza spesso ci sfugge sia per la velocità di cambiamenti e innovazioni – mai così alta come in questa epoca – sia per azioni e caratteri dei poteri in atto.

Sono perciò grato non solo per me, per i contributi che hanno posto un – se non il – problema culturale enorme di (in)adeguata coscienza e pensiero critico nei confronti di questa epoca, che tende a una concentrazione medioevale di ricchezze, e che attua violenze istituzionali contro differenze e identità profonde in nome del profitto/progresso globalizzato. Un’epoca di cui stiamo vivendo solo gli albori, dopo il postmoderno definito da Lyotard, e alla quale – come dice Eleonora Fiorani – dobbiamo dare ancora un nome.

Adam Vaccaro

 

 

 

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