Rossana
Brambilla

ROSSANA BRAMBILLA
vive a Rho dove è nata e lavora. Ha studiato Filosofia e Pubbliche
relazioni. Per motivi di lavoro ha vissuto in Tunisia, Algeria, Egitto
e Cina Popolare. Con le Ed. Guido Miano (Milano) è presente in"POESIA
CONTEMPORANEA" "POESIE SEGNALATE DALLA CRITICA" e "PRESENZE
d'ARTE" Sue raccolte di poesie nel 1995 "Il mio Orto Interiore"
nel 1999 "Respiro Privato" nel 2004 "Foglia durevole"
Ed. La Piarda - Le plaquettes: "Intarsi" con collage
di A. Mari Ed. PulcinoElefante - "La leggerezza del confronto""Cairo,
Shangai, Altrove
" Signum - Edizioni d'Arte "Verso
l'oltre Verso l'altro" Ed. Del Torchio. Con l'Ass. Culturale
"Milanocosa" è presente in "Versinguerra"
in "Bunker poetico" - progettato di M. N. Rotelli e curato
da A. Vaccaro alla 49a Biennale d'Arte di Venezia - in "Poesia
in azione" e " 7 parole del mondo contemporaneo"
Ed. Milanocosa progetti e Excogita editore.
Premiata in concorsi di poesia nazionali e internazionali
Ha fondato il Centro - Culturale Poetico "La Spera" Rho (Mi)
Presente con i suoi testi, dal 1992 in poi, in mostre d'Arte e nei cataloghi
degli artisti: Munari, Saturnino, Pelizzoni, Pigola, Balena, Mele, Diabbah,
Ruggiero, Olivieri, Minguzzi.
da "LA FORZA DELLA POESIA"
E' - quella della poesia - una forza particolare, discreta, apparentemente
disarmata - senza effetti immediati sul piano della realtà effettuale,
dei risultati eclatanti. E' la forza che le deriva dai mille modi con
cui essa contrappunta il tempo: controcanto che costeggia le pieghe dell'esistere,
si adagia sulle piaghe della vicenda umana, al tempo stesso esaltandole
e lenendole; talvolta se ne distacca, lancia il suo urlo disperato, e
magari punta verso un altrove completamente separato; oppure intraprende
l'avventura di una navigazione ardita che porta alla parola e la pronuncia
oltre i marosi dell'instabilità e della sofferenza, alla ricerca
di approdi inusitati che tuttavia - sia pure occultati - sono ben dentro
la trama della vita - non un suo mero commento, ma la dinamica stessa
del suo essere: alla degradazione oppone un nucleo forte, resistente -
ciò in ogni momento, ma soprattutto quando la crisi è più
acuta e come irriducibile - salva qualcosa dell'uomo e del mondo pur se
immersi nel loro storico abominio. La poesia, appunto - con la vastità
del suo respiro - costante partenza dall'umano - ad esso ritorna, testimoniando
da "CAIRO, SHANGAI, ALTROVE
" (Signum
- edizioni d'Arte - Bollate - Milano - 2001)
Con disegni di Candida Ferrari - La collana dei numeri -diretta dal pittore
Claudio Granaroli -
Sia senza un centro se è questo che chiede
all'essere che sono, che sarò
finché si alterneranno ansia ed inerzia.
E non voler sapere
quale precede o segue delle molte
dimore attraversate. Successive
vite, forse, o una stessa indecifrata
quella trascorsa in luoghi
che la perdita rese fatali.
L'immagine è illusoria; illusione
anche il passo
che vi si perde ancora o se ne spicca.
PARCO DI PLITVICE (Croazia)
Incanta l'occhio al piede
la rete verde, il margine dell'acqua.
Dalla parentesi al colloquio
scavato da morsi di correnti,
naufragato ai vortici.
Sollevato da ruvido balsamo,
nel marsupio della selva
scorre senza memoria;
improvviso fremito, distacco
tra cascate di forza non rappresa.
Risucchia lo sguardo sommerso in marea
con proposte riflesse
l'assidua catena di laghi sospesi
invita nella spirale alata
che risale alle piante:
tunica immateriale
scivolata sul tallone degli alberi
lungo il cammino
schiuso al primo passo
SAHARA
Aspro regime a frontali abbracci
né piede né mano
in fatica di sembianze
sudori seccati
contro il gelo delle ciglia.
Solo opalina parvenza
fa da madre e padre a quel che resta
di visceri mendicanti di senso.
Sordità, silenzio? - Cosa cambia?
Regge l'io originario
Al mercato dell'arido vero.
da "LUCE SULLE SOGLIE" - 2004
La luce sorregge
il sentiero che avanza
l'albero che resta
cerca il suo cammino
disegna fiume d'alba
su palpebre chiuse
- spera -
sul filo di una lama
palpa l'invisibile
gli occhi bevono chiarità
fiamma tagliata e lume in veglia
non assolve né condanna
attraversa un passaggio di riflessi:
è una mano che si inventa
un occhio che si guarda
la luce è tempo che si pensa
IL TEMPO
Il tempo ha strutture di pelle
per la caduta o la danza
il grido il sorriso
anche se la salvezza
è di un momento non puoi
estirpare né aggrapparti
se un poco non accosti
prima
tra te e il ramo
di ciliegio sta il sasso vacillante
per forza di gioco il pretesto
giocoforza precede improbabile
non t'inganni la sua evanescenza,
non si perda il solletico di uno stelo
da "IL PERIODO DENTRO L'ISTANTE" - 2005 -
Così tanti sé
così tanti demoni, dèi
(più cupido ognuno) è un uomo
così facilmente uno in un altro si cela
e non può da alcuno fuggire
frastuono così smisurato è il più semplice voto
massacro così spietato la speranza
più innocente così profonda mente ha la carne
e tanto sveglio ciò che la veglia chiama sonno
così mai solo è l'uomo solo
il suo più corto fiato vive l'anno d'un pianeta
la sua più lunga vita è il battito di un sole
il minimo non moto segue la stella breve
- come può uno chiamarlo io e credere
che un non numerabile chi si possa comprendere?
|