Lina Angioletti

 


Lina Angioletti è nata a Verona l'8 febbraio 1914, laureata in Giurisprudenza nel 1937, vive e lavora a Milano. Ha pubblicato, a partire dal 1952, oltre trenta opere di narrativa, poesia e saggistica; tra le ultime: Transito con catene (saggi critici), supplemento della rivista Testuale, Edizioni Anterem, Verona 2000, e Maria e gli altri (narrativa), Edizioni Tracce, Pescara 2005. Ha poi svolto un lungo lavoro di traduzione, in particolare di poesia anglo-americana; tra le oltre dieci opere pubblicate: Il grido del corvo, di Don Burness, prima edizione americana e versione italiana, Collana Scrittori contemporanei diretta da Lina Angioletti e Elsa Marotta, T. Marotta Editore, Napoli, 1996 (poesie); Il Natale di un bambino nel Galles, di Dylan Thomas, Medusa Arte Editore, Milano 2000 (narrativa).
Molte le opere a sua cura e gli interventi a presso riviste o convegni; tra questi: Saggi critici per dodici poeti, di Salvatore Quasimodo, Marotta Editore, Napoli 1993; e I problemi di definibilità della realtà in Atti del Convegno "Scritture/ Realtà", a cura di Adam Vaccaro e Rosemary Liedl Porta, Milanocosa, Milano 2003.
Sue opere sono state tradotte in Americano, Arabo, Danese. È tra i soci fondatori di Milanocosa, di cui ne è ora Presidente Onorario

Poesie inedite da
Parole per un uomo

ANCORA LA VITA
Il vento non accarezza
spoglia il cielo e la mano tesa
passi tenaci sussurrano alle mie notti
presenze incluse alla mia carne

Mentre a spogliarmi dall'ombra
sospesa nell'indugio degli anni,
entro l'ambigua profondità dei sensi
la luce di mani nuove
rinnova
l'acuta sentenza che scuote la carne
donde
la vita
rinasce
prima della morte


LA MAGNOLIA
Ancora una volta
pianta al cui candore innesto
le molte primavere
hai srotolato i larghi fiori
del tuo verde sangue
generoso ai nostri anni.

Il giardino freme e già
tu spogli la tua veste.

Ma i fiori della vita
sono confusi alle tue mani
inturgidiscono al tuo calore
s'aprono ancora
prima che il vento forzi la terra
li confonda


LO STELO
Lo stelo cerca
la terra
penetra e distende
radici acute
agli umidi canali
ramificati salienti
aperti gioiosi.

Lo stelo assorbe e dona
fiorisce
la terra si copre dei
petali che presto
si confondono al suo umidore

nel firmamento forse
è nata una nuova luce.


NON E' FINITO IL PIANTO
Non è finito il pianto
la terra l'ha raccolto
la sponda s'allontana
la solitudine s'affolla e intriga
il mio cervello.

La tua mano sapiente
cerca e distende il mio fervore
tenace affonda e freme
entro il mio stupito fluire
accarezza e scuote
l'ombra che permanga


L'AMICIZIA

Aristotele dice che:
"....l'amicizia consiste
nell'amare piuttosto che
nell'essere amato"


Amo di te la veloce sicurezza
la voce inquieta
la volontà di avere
la tenera presa del tuo dare
i bruschi lampeggi e gli abbandoni
i ritorni sull'orlo degli addii
amo di te la tua voce snella
la fluente stretta nel silenzioso addio.

Non conosco di te razionalmente
altro che la voce fattasi d'ombra
lo sguardo tenace sopra il mio dolore
la luce della tua conoscenza
la meditazione nemica dell'azione
che ti chiama,
ma conosco di te la fuga dal piacere
e i tuoi ritorni.

L' amicizia è una carezza
è la fune annodata alla vita
il riflesso multicolore
nell'acqua che la luna indora,
l'amicizia è una presa sul
mio inerme andare

è questo aspettare il vivido futuro
in mezzo al grido che lacera la terra.

IL TEMPO
E' un'astrazione
una sfera variegata
un andare e un ritorno
un percorso informe
un attimo che ritorna
più ricco e disteso
più carico e non finito
nell'inseguirsi dell'infinito
affiorante e profondo

lo percorso nell'istante del tuo sguardo
nella ricerca del mio calore dentro al tuo
nell'immemore abbandono.

NEI LUOGHI PREDILETTI DEL NON VERO
Fra dolore e dolore ha camminato
questa storia estesa
mai conclusa.
Poiché si diffonde lo sguardo
a raccontarmi di te sopra la soglia
eletta per altri incontri
prediletti del non vero,
poiché l'ora ancora mi ricopre
di questo enigma rappreso
preferirò lo scoglio là dove s'incrocia
l'acqua convulsa da noi percorsa
in attesa che l'onda confonda
nella sua levigata esperienza.

nel luogo prescelto senza ritorno concederemo
alla memoria la coscienza del viaggio
e sentiremo insieme che "non è vero niente"
se non questo scrutare della mente
alla ricerca.

L'ONDA
L'onda inconscia e innocente
aprì la terra e consegnò all'eterno,
potente nel gesto, inseguita
capovolta rincorsa s'avvolse più volte
inconscia e sapiente;

eppure ancora entrerò nella sapienza indotta
di cui sono costrutta
aspetterò l'istante ribollente che concede i cancelli
aperti all'ignoto
ancora misurerò la tua potenza al mio cervello
e lascerò il mio corpo alla tua
furia clemente assaporando la morte
dentro le tue braccia

l'onda irrefrenabile
la sua liquida innocenza
di cui sono costrutta.

L'ALTRA RIVA
Aperta la finestra sull'ontano
la schiera si aprì luce su luce fitta
le immagini evidenti a larghe ondate
m'era difficile al momento
rivestire d'ombra perché
d'ombra ciascuna immagine era fatta
e nei confini soltanto era palese
cercavo
la luce grigio azzurra del padre
la morbida luce della madre fra
l'altre tante in brusio diffuso
cercavo la figura giovanetta azzurro cielo
le mani nelle mie; stava lontano sopra la vetta
dall'apposta riva e mi guardava
non con la voce eppure mi raggiunse
"non è l'ora ancora sarò io nel momento"
e subito coinvolto nel lungo lampo
se n'era andato assieme agli altri all'altra riva.


NOTTE
Questa primavera fragile
i lampi fra i lumi del giardino
le foglie tarde ad inchiomare il bosco

Questa lontana estate riporta
una carezza al fianco ondeggiante
di quella giovinezza

questa lunga storia di negato amore
s'abbatte lungo le gioia del giorno breve
alla mia vita, dice nel momento senza paura

il nome di Dio mai mescolato al
mio sentire prima di quest'ora,
sulla strada che conduce al ritorno

LA POESIA
Ancora al ticchettio perenne del "computer"
si leva lo scritto turbato e vivo
anima e sesso

La grafia alta e scomposta
nell'ordine acuto della mente
sulla pagina bianca mi ricorda
il principio offerto al tempo della vita
dove
l'onda s'affolla priva di orpelli.

Ignoro se il fiore composito
che nel momento mi riguarda
somigli alla mia gioia dolore
mentre
la tua grafia mi parla nella mente
la voce definitiva s'intreccia alla
immagine di te
tenera e crudele
acuta di possesso e di abbandono

L'ALBERO
Alto diritto
si leva solitario
dilunga lo sguardo chiaro
dentro al torrente che da lunghi anni
ne irrora le radici
e il vento trasporta le parole fra di loro
albero ed acqua
mentre i rami tentano un flutto
inverecondo che si leva.

Le prime foglie nate già chinano alla terra
e cercano la
vita lontana.
Ma
lo scorrere dell'acqua in mulinelli
rivela forme
primigenie
seni materni affiorano e cercano
mani tenere che li trattenga a rinnovare
la sete della vita.

E' UNA ROSA
E' una rosa rossa
aperta colma
petali avvinti
tenaci alla caduta
petali aperti al profumo del sole
al silenzio della notte;

domani forse
sfioriranno nella tua mano
chiudila
e portali con te lungo la riva
a cadere nel solco
dell'onda al biancheggiare della spuma