Barbara
Gabotto

(Foto Giacomo Guidetti)
Barbara Gabotto
Nata a Pisa, ha vissuto in molte città italiane, tra nord e sud;
attualmente risiede a Milano, dove svolge professionalmente l'attività
di fotografa, grafica e illustratrice, per l'editoria, l'industria e la
pubblicità. Parallelamente si occupa di musica, pittura e scrittura
prevalentemente poetica.
Per il teatro ha sempre alternato recitazione e canto; fu tra i costituenti
di un gruppo itinerante di teatro e musica, che si occupava anche della
rivalutazione della musica popolare internazionale, col quale effettuò
numerose tournée in Italia ed Europa e la registrazione di alcuni
LP di musica di impegno sociale.
Come pittrice ha esposto, dagli anni 80, in mostre personali e collettive;
recentemente ha realizzato sequenze pittoriche ispirate a testi poetici
(taluni pubblicati, in plaquette con CD, da Pulcino Elefante).
Sue poesie sono apparse su antologie, riviste culturali (cartacee e telematiche),
quotidiani; opera anche nel campo della sperimentazione per il web con
ipertesti multimediali, presenti nel sito Poemus ( www.poemus.it ) che
cura assieme a Giacomo Guidetti.
Da circa quindici anni canta un repertorio di poesie musicate (v. scheda),
e recita, talvolta su partiture musicali, in performance di poesia.
E' membro di diverse associazioni e cooperative culturali ed è
impegnata sul piano politico-sindacale nel Sindacato Nazionale Scrittori.
Autoritratto in S (ESSE)
E come potrò mai
dirvi che faccia ho se
la mia faccia per me
è speculare
e davanti allo specchio
faccio facce
che forse non faccio
a voi
e nella vita in cui non mi vedo?
Neanche della voce,
che in tutta legalità mi rappresenta,
posso saperne niente
dall'interno mi arriva e
dall'esterno contemporaneamente fuse
e voce e faccia
registrate al di fuori di me
non me le riconosco.
Mai!
Se puntigliosamente mi rappresento
attaccandomi al nero pastoso
e talvolta impastato dei capelli
degli occhi, sottili sopracciglia
al viso largo giallo zigomi che si vedono
alle occhiaie fisionomiche, polso rapido, cane che va per la sua strada
dettagli
sparsi, messi a fuoco
la bocca i denti
regolari
nessuno se ne accorge
che sono io quella immagine
statica
via via
su e giù Ofelia, mia madre, Monna Lisa, il mio nome, la cinese
che ride.
Di me so quello che mi dite voi,
forse
so come sospetto
mi pensiate,
voi,
so che gli anni trascorrono
trascorsero trascorreranno
spesso li spero numerosi
e non ne esco indenne
ma i segni del tempo conseguenti
sono segni al di sopra.
Al di sopra di segni indistinguibili
per me
che mi guardo di fronte
sempre occhi negli occhi
un solo punto di vista
e in quello stesso istante
per piacermi o spiacermi
contraffaccio
e come potrei mai dirvi
che faccia ho se la mia faccia
per me
è un'altra cosa?
da "Io sono il titolo - autoritratti in versi di poeti contemporanei",
a cura di Sergio Zuccaro - Dedalus, Roma, 2004
Tecnica mista su tela 60x80
Sito di riferimento e opere per il web in: www.poemus.it
E-mail: b.gabotto@tiscali.it
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