Versinguerra
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LETTERE
RICEVUTE
Tra le molte lettere ricevute di adesione e di apprezzamento
dell'iniziativa scelgo queste due, come esempio di scambi intensi, di
coinvolgimento umano, di costruzione reale di una rete di relazioni che
Versinguerra ha proposto. Ognuno si tenga le sue opinioni, ma credo che
continuare a cercare di tessere questo tipo di rete, non sia operazione
virtuale, e si ricolleghi all'operazione mentale complessa che costruisce
un testo - che appunto vuol dire tessitura.
Tessitura testuale intesa come eros ed ethos, che non si placano nella
pagina, ma tendono a una rete di possibile condivisione di pensieri ed
emozioni. È solo questa rete che può, guerra o non guerra,
far diventare reali, cioè corpi di una comunità, i nostri
sogni e desideri.
Adam Vaccaro

Castellanza, nov. 2001
Caro Adam,
spero ti sia arrivato per posta il mio resoconto di un giorno particolare
"11 settembre 2001". Dopo tanta guerra, che ci ha angosciato:
Bosnia ed ex repubbliche Jugoslave, Ruanda, Somalia, Palestina ed Israele,
diventa assai difficile trovare parole che possano essere di conforto
e di speranza. Nel mio caso sono in una fase di pessimismo assoluto. Tutto
si ripete come da copione...o forse vi sono anche nuove interpretazione,
salvo il fatto che poi a morire sono le persone che non c'entrano nulla...siano
chi siano.
Se vuoi ti posso mandare quelle fatte per Saraievo " Saraiero"
e "Lana", quelle su l'Iraq: "Guerra Fiction", quella
" morte di un telereporters". Se vuoi ho delle poesie sui "
Meninos de Rua".
Che è mai cambiato nel frattempo? Forse che i morti delle torri
gemelle di New York sono più tragiche di altre morti? Per me no...è
sempre la stessa tragedia, anche li andavano a lavorare persone innocenti,
come i morti di tutto il resto del mondo.
Forse potrei descrivere poeticamente (si fa per dire), quanto piace la
guerra ai fabbricanti di armi...la loro perversione mi dice qualcosa in
più dei morti innocenti...che vuoi che siano per loro qualche migliaio
di morti? Per alcuni sono dei benemeriti: sfoltiscono le genti quasi quanto
i virus. Dici poco?
Perdona il mio sfogo amaro...per ora la speranza, verde o di altro colore
che sia ancora non albeggia sul mio orizzonte di tenebre.
Ti manderò presto un mio libro di poesie " La ricerca di Shanti".
Mandami sempre l'aggiornamento di Versinguerra, lo ricevo volentieri,
anche se in questo periodo ho problemi familiari. Un abbraccio
Wilma Minotti Cerini - Varese

Parigi, 23/11/01
Carissimo Adam,
come fare per leggere tutto quanto sia stato fatto in queste ultime settimane?
Sono felice di essere in una cosi' bella compagnia - Anna Santoro la conosco
da quindici anni, quando frequentavo l'Araba Felice, Rosemary Porta è
una delle persone più belle ed ospitali che abbia trovato a Milano,
Guido Caserza è stata invece una scoperta più recente.
Ho anche riflettuto a lungo - ne parlavo col Cepollaro -, sulla possibilità
di scrivere o leggere versi, in tempo di guerra. credo che questo sia
possibile a condizione che non sia "pubblico", e mi spiego.
credo che anche tu abbia letto le pagine di Repubblica sull'attentato,
con delle poesie, tra gli altri di Magrelli e non so se hai provato come
me lo stesso disagio. La parola poetica che sia anche solo ad un passo,
di qui o di li' non importa, dalla realtà, risulta inutile. Ora
io non credo che la parola poetica sia inutile, ma allora. Allora va bene
che cio' avvenga tra amici, tra persone che ragionano su fatti, ed altri
che possano darle un senso - parlo dei lettori.
Ho in tal senso, riletto e ritrovato la straordinaria poesia di Fortini
"comizio", sulla guerra del Vietnam e la trovo, per esempio
assai utile nel modo in cui emancipa la parola poetica da una parte dall'ideologia
- pro, o contro -, dall'altra dalla propaganda. E' una parola attraversata
dal dubbio, perché dubbio non significa non prendere posizione,
ma interpretare il mondo e le sue visioni possibili. E' una lunga poesia,
fa quattro pagine, se ce l'hai varrebbe mandarla in rete, se non la trovi,
me ne potrei occupare io. A proposito, visto che sono a Milano abbastanza
spesso se mi lasci il tuo numero potrei contattarti quando sono da quelle
parti.
Per quanto riguarda il mio versificato andare ti mando un'altra poéthiquette,
lontanamente in guerra (poéthiquette 90) e poi ce n'era una da
farsi che era sul dubbio versi di guerra, poèthiquette pensata
ma non ancora realizzata, che farebbe, in verso di Marinetti sulla guerra,
un verso sul dubbio della guerra che accompagna la guerra. E bombe come
Boh! Boh boh! e mitragliatrici come mah mah mah mah, ( le madri intervistate
da Vespa, madri di quelli imbarcati sulla Garibaldi) e poi beh beh beh
beh beh mandrie di cronisti e sirene tu vois tu vois (tu vuà tu
vuà) che non vedi un bel niente e mais mais mais (ma ma ma) che
sono io io io io. boh boh boh bombe, bah bah bah bande , di gaza ( che
in francese sono le strisce) allianze del sud del nord, compagni leghisti
e però però.
Ma non era di questo che volevo parlarti. Volevo dirti.
Francesco Forlani - Parigi
24/11/01
Carissimo Francesco,
la tua lettera contiene riflessioni e osservazioni utili anche ad altri,
corrispondenti alle motivazioni che hanno dato vita a Versinguerra, quale
proposta e spazio di interrogazione che non cessa di fare domande, né
retoriche né al chiuso, tra persone che cercano insieme. Di qui
il suo inserimento nei testi di questa settimana.
Sono appena tornato da Roma dove ho presentato il mio libro di saggi.
è stata occasione di incontro e contatti stimolanti e positivi.
Tra gli altri, Valeria Patera, Massimo Giannotta e Anna Santoro, venuta
da Napoli. Tutti con progetti e proposte tendenti a cercare rapporti tra
espressività e guerra. Con esponenti del Sindacato nazionale scrittori
ho condiviso l'ipotesi di una manifestazione, una lettura collettiva da
realizzare in gennaio a Roma; da parte mia la vedrei come un incontro
tra persone che vogliono riflettere insieme, più che come manifestazione
con sensi movimentisti.
Come puoi immaginare, con questo tipo di persone che si spendono senza
calcoli personalistici, è stata occasione di scambi intensi su
poesia, guerra e tutto quello che succede. Ho avuto conferme dell'importanza
di inventare luoghi di incontro (reali e virtuali). L'utilità della
poesia può essere percepita da coloro che, scriventi o meno, la
vivono per mettere in comune pensieri ed emozioni, come linea di resistenza
al silenzio e al diluvio omologante e violento: se innesca scambio vero,
cambia qualcosa all'interno di chi ne è protagonista e quindi è
energia silente e invisibile
che è presente, che è.
L'utilità vitale (certo non mercantile) della poesia è la
stessa dell'amore: compie il miracolo di restituire più energie
di quelle immesse, moltiplica le potenzialità generative dei soggetti
che in essa e con essa si donano. Al contrario, la resa al senso di impotenza
diventa utero che genera orrore, individuale e collettivo. È la
coscienza di questo crinale in cui si fronteggiano amore e orrore che
mi è stata via via regalata e rinnovata dai testi, dagli scambi
e dall'esperienza complessiva di Versinguerra; crinale che ho poi cercato
di mettere a fuoco anche attraverso i miei testi.
Ti ringrazio in anticipo del suggerimento e dell'aiuto relativi al testo
di Fortini; ne ho memoria ed è sicuramente in sintonia con Versinguerra.
Mi sono piaciuti moltissimo i cenni a quel testo che parla attraverso
l'afasia o la regressione al balbettio infantile. Mi auguro di poterci
incontrare presto e...continua a dirmi.
Un abbraccio e a presto, Adam

Carissimo Adam
innanzitutto grazie per quello che fai per gli interventi che compongono
i giorni, questo tempo non tempo, sospeso ai fatti, alle guerre intestine,
alla testa dei governi, al suo mostrare i muscoli, e ricucire le ferite,
alla politica dei piccoli passi, alla lungimiranza degli sguardi, alla
sete, alla fame, tendere la mano e vendere il braccio, al prima al dopo,
che fanno un durante corpo, una resa del corpo. ti abbraccio impaziente
di sapere e ti invio una piccola poéthiquette su un état
d'âme
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