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ANNA
SANTORO
Poesie - settembre-novembre 2001
*
amica lo sai quante
stelle ho trovato e
senza fare rumore sulla pelle il
tepore di inebriata impazien-
za e di un perso dolore portato da
mondi furiosi sguardi gridati da
paura vissuta e mai più
ricordata voragine
senza risposta zampilla di
morte assolata -
lo sai tu questo?
Amica lo sai quanto
vecchio era il canto di
cento turcassi ossequienti al-
l'iniquo comando lanciato da
anonimi volti esalanti
sguardi di ghiaccio e da
manierosi gesti sciolti in
voglie grandiose di
peccaminose munifiche
torri scalate sempre tirando la
corda oltre il limite a cui si
poteva arrivare -
lo sai tu questo?
Amica lo sai quando
giungerà quell'amante e
quanto ancora dovremo aspettare per
fare reale la favola antica della
vagabonda che osò folle adorare il
figlio del re - che stupì a
vederla danzare tra felci in-
cantate - ottenendo in grazia di
taciturna preghiera di
percepire silenzi come
cascate di parole non dette -
lo sai tu questo?
Tu taci carezze tu
propaghi umori
severi che si prostrano
urlando luci a saette da-
gli occhi socchiusi per l'odio e
intanto tenerissime luci
scoppiano a sera e tingono il
cielo di rosso e intanto si
muore lontano da casa si
muore immersi nel verde di
speranze essiccate
(
)
*******************************************
*
Giocano ora alla guerra
Annunciano: ora è la guerra
Precisano: una guerra diversa
Uno dice: non dovete allarmarvi
L'altro dice: ci saranno anche morti
E rincara: bisognerà abituarsi
Il nemico è perfetto l'abbia-
mo trovato dopo qualche incertezza
: un nome una razza un paese
Il nemico è perfetto
L'abbiamo cresciuto
addestrato ed armato
Il nemico è perfetto
davvero mostruoso come
l'altro di qualche anno fa
Il nemico è perfetto
nessuno può amarlo e
nemmeno averne pietà
(
..)
*****************************************
*
L'incolumità accaparrata a
costi crescenti è di colpo
franata facendo contenti i
più cinici e vuoti finalmente
appagati nell'isterica smorfia che li ha
condannati per sempre a mediocri
esistenze passate dietro finestre
serrate a guardare invidiosi
Non era per loro la forza di
crescere figli capelli negli
occhi passo lungo sguardo lontano
Non era per loro la gioia di
figlie rosate mani sottili e
adamantino accogliere squarci di
luce pensieri fino ad ora non
ancora pensati
Era scialba e meticolosamente
banale la vita chiusi dietro
finestre a origliare: unico gaudio
sperare una vita non vita per tutti
I corpi spolpati da fame da sete da acidi e
bombe li sostenevano nelle lunghe sere
denti a gridare su nocche inutilizzate e
finalmente tutto il mondo è incendiato
finalmente potranno strisciare non più
lungo i muri ma in mezzo alla strada
potranno inarcare sopracciglia pelose
potranno godere al bar con gli amici
********************************
*
A volte è un fruscio lieve un
battito d'ali di farfalla nelle tempie
altre volte sono dita chiuse a pugno sul
mio cuore o una specie di bolla che
si gonfia nella pancia o un tremito degli
occhi un vago smarrimento
insomma è sempre prima questo corpo ad
avvertirmi che io sto soffrendo
mentre magari sorrido con gli amici o
vado da sola per strade profumate dalle
prime zagare fiorite che mi fanno stordita
mentre lavoro china le mani tra i capelli
sigaretta appena spenta e già desiderata
mentre ridendo con le amiche mi verso un
altro sorso e mi lascio andare sulla sedia e
sto per dire qualche altra cavolata di quelle
stupide carine gettate giù senza pensarci troppo
mentre ti penso e penso alla tua vita ai
tuoi occhi a quando arrivi e mi guardi luminoso
fronte aristocratica e gentile spalle dritte
mentre vivo insomma badando a scostare
dalla testa riflessioni lampi di pensieri lui mi
dice: è andata ormai non c'è ritorno
***************************************
*
Gioca come fosse un maestro di
chissà quale cerimonia
Fa entrare i suoi ospiti sornione
Anche oggi ne ha messi insieme un
bel mazzetto - tutti idioti o che tali
appariranno perché così gli piace e loro
pur sapendolo ci stanno: è tale e tanta
l'emozione di apparire in primo piano
mentre fanno i tondi occhi pensierosi
mentre dicono parole senza senso
mentre osservano le carte che lui ha
distribuito e ora aspetta quale giocheranno
Questa sera come altre sere si gioca a
fare la guerra come da bambini ciascuno
faceva con i soldatini: uno si alza e sulla
cartina con il dito segna le navi da
combattimento bersagli aeroplani un altro
pontifica di guerre che non sono guerre di
guerre umanitarie un altro ancora dice che però
ma insomma forse si potrebbe e di nuovo il
primo lo zittisce sorridendo: ma dai che dici ti
pare questo il modo ma allora mi fai capire che
anche tu sei un nemico un cattivone
Cade il silenzio nello studio il
macchinista non sa più l'inquadratura ma
Lui - il maestro che sa il cerimoniale- si
stropiccia le mani dalla contentezza
: la lite era quello che voleva speriamo che
ora vengano alle mani
*****************************
*
anche a noi un giorno verrà voglia di fuggire di
trovare una terra benedetta fatta calda da un abbraccio
pacificatore fatta fresca nell'acqua del torrente fatta
viva dal gonfiarsi degli umori nelle piante verdissime nel
profumo di occhi neri e seri
anche noi saremo tormentate dal rimorso per la
vendita di tutte le risorse che possedevamo del-
l'aria sbarazzina da bambine che certe volte ancora noi
ostentiamo delle rughe scavate dalla delusione di ciò che
abbiamo fatto di quei sogni ingenui ma
straordinariamente magnifici e veri
Anna Santoro
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