Versinguerra
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PAOLO
PAGANI
Io sono il custode del faro.
Vigilo un mondo umano
ai bordi dell'inorganico.
Proteggo un'esile traccia
come ultimo contrassegno
dell'ordine nei suoi confini.
Disegno col mio compasso
ritornelli canonici nel buio
che col loro liturgico tornare
recitano la presunzione
che lo si sappia governare.
Visto da lontano,
a volte porto la salvezza,
e spesso nel caos della bufera
l'illusione
che l'uomo di guardia ai recinti
sempre addomestichi il sacro
urlante dall'incondizionato
e da dentro ponga col limite
un sigillo ai cancelli
dove insaziato preme il profano.
Non so perché sorreggo
questa gratuita spedizione,
da tempo intrappolata
perché più in là
- e ormai neppure in qua -
noi non possiamo andare.
Ma come una trottola da preghiera
replico parole di specchio
che amo sparse in uno scarno regno
fra la terra dei pochi uomini che ascoltano
e lo scettico metabolismo del mare.
E mi preparo
fra poco persino qui
finito questo sermone
ad una macchina da guerra
un ordinatore elettronico
sorto a fregargli il posto dall'interno
soccomberà l'umano.
Paolo Pagani
Milano, settembre 2001
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