Versinguerra - Espressioni
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FRANCESCO MANDRINO

Serramanici spuntati

L'altrui digiuno mi pesa sullo stomaco, le notti in cui non digerisco,
a volte vorrei tanto accontentarmi di un alibi, il libero mercato
ne offre tanti, variegati e a prezzo modico, la scelta è ampia,
invece sono fatto così, è comodo lo so, ho un debole per i perdenti.
Fossi stato un Anarchico o un Marxista oggi sarei sepolto
lungo i marciapiedi; fossi stato un cattolico sarei del tipo
di chi ha sprangato le giovani marmotte della figici, o che ha sparato
ai medici abortisti, o che ha messo le autobomba a Londra,
invece ho un debole per i perdenti, e ciò che più mi umilia,
e qui non c'entra l'umiltà, è di non essere compreso.
Col tempo e con la paglia mi hanno accettato, non lo nego,
ma come sono e non come dei loro, di qualsiasi di loro,
eppure sarò sempre, io lo so, uno dei loro, chiunque loro.
Per fortuna mi sento Musulmano, ma m'indigna il pensare
che sian serviti mille morti (mille ancora), cinquemila dispersi,
quattordicimila scomparsi (in tutto ventimila) per smuovere
una telefonata, che sia pure Eccellente, risolutiva un poco.
Ci vorrà tempo per la pace, che non sia quella Romana
o del Manzoni, ma io ho un debole per i perdenti e sto con loro
anche se non lo sanno e parlo agli altri, con la lingua degli altri,
e loro non lo sanno o non vogliono saperlo: io sto con loro.
Non sto con chi si danna per proporsi come "Lady di Latta"
dopo aver invocato il "Buonsenso", lo stesso che gronda
dai radi capelli degli Angi ex precipitati come burro che cola
dalla fluente barba degli Ebrei del Vecchio Testamento.
Nato per la vittoria, ho un debole per i perdenti; perché accontentarmi
di un trionfo tronfio perché consociativo, nato per vincere io sono
come tanti altri che non riescono a crederci, forse non oggi né domani
e se neanch'io riesco a vedere la Vittoria resisto combattente
senza accettare la condivisione del codice che mi si vuole imporre:
mi basta un chabot per trasformare quella altrui nella vittoria di pirro.

Francesco Mandrino
Modena

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