Versinguerra
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GIORGIO
LUZZI
Sull'erta di Assisi
Su, abbandoniamoli. Qui o lì, abbandoniamoli.
Scostiamoli subito, abbandoniamoli.
Come cassettine scarichiamoli, scricchioliamoli
Prima che ci prendano di nuovo con l'oblio
Che il tempo coli e cementifichi l'oblio
Catturiamoli, obliamoli.
Su, abbandoniamoli.
Sono forti come quelle volpi o faine
Come le sontuose lontre sono teneri e cinici
Come gli animali crudeli che occorre abbandonare
Prima che l'amore in noi sia troppo garnde
E occorre stivarli prima che ci inteneriscano
Ah i ricatti degli animali infanti
Struggente nome dei bimbi animali
E noi che quasi li abbiamo amati e sorretti
E loro che sapevano di tradirci
Gli eleganti i forbiti
I democraticamente abbronzati
E così hanno parlato con gli altri
Sono stati ammessi alle celie del Duca
Dietro l'ala di un giornale si sono sorrisi
Noi siamo rimasti lì
Bersagli di riprovazione
Colmi di vergogna per questo vizio di pace
Carichi di dileggio forati dalla pioggia
Soli senza un capannone.
Abbiamo azzardato parole anziché bombe
Loro si sono girati dietro quel giornale
Dietro quell'ala si sono intesi.
Abbandoniamoli ora, non domani. Domani
Potremmo non ricordarcene più
Potrebbe quel loro pelo tornare a intenerirci
Quelle loro cravatte educate
La cavità elegante dei fonemi.
Ma sono uguali agli uguali
Potrebbero nel docile pelo ancora sedurci.
Su, abbandoniamoli. Domani?
Perché non oggi? Domani
Ci parlerebbero ancora
E sarebbe un miele amaro.
Oggi stesso, decostruiamoli.
Se saliranno sull'erta di Assisi, isoliamoli.
Smontiamoli come i ritrattini delle amanti
Deviamogli i fiumi e le strade
Via, dimentichiamoli. Oggi, non domani.
Giorgio Luzzi
10-11 ottobre 2001
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