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ROBERTO COGO

eccoci ancora…

non le vedi anche tu le donne
togliere la polvere
impotenti

i resti sparsi di mobilio
tra i detriti e gli avanzi
di case

non li vedi adesso
anche tu lì seduto davanti
allo schermo

l'occhio divaricato
in un raptus di dogmatismo

pendola che oscilla
tra l'immagine e la lettera

la realtà così poco poetica
diffusa

in impossibile fuga

citi alla lettera un brivido
di nuvola

nonostante tutto
ancora si vive

quello che ti dice il fantasma
fonico

l'affrantumazione che ancora
resiste


…in guerra


terribile vedere terribile
un tantino d'orrore
che non basta

riconsiderare ammettere
del tempo l'ingoio passato
l'indigesto
e trattenere

un cuore che s'invela tra nature
più-o-meno ispide

rincoglionendo la materia
del pensare

nel porta-a-porta
del punto in questione
si rimpicciolisce

così l'oblio
devoluto all'utile
la sopravvivenza in spermi
di speranza

testicolando

l'orrore che s'invera in strozzature
in attimi in forzata
leggerezza

Roberto Cogo




Vagabondi della storia

in memoria di Emmi Lapp
che ha subito la guerra

eri là, alle termopili
ti divertivi come un pazzo
tra le ceneri

la mattanza ha forma di isola
segue tracce
che la nebbia poi intrinseca

la costa frastaglia anche l'umido
fiato di guerre,

la memoria non ti soccorre:

così è il primo evento,
così è tacere

facendoti scudo tra gli incubi
apri le strade e trafiggi

battaglie

anche l'orrore sembra possedere
il motivo di sempre
e scodinzola

mentre il laccio si tende,
poi s'attenua

quel guinzaglio che hai leccato
non ha misura:

la tua memoria è un cane
bastonato,

il vagabondo della storia


Roberto Cogo 2001

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