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DAVIDE
ARGNANI
ALLE CATACOMBE!
ALLE CATACOMBE!
I
Per sette volte
tra mare e deserto
dopo bravura filistea
i pastori a riva sedettero
Arrivò il legionario
col tempo della pietra
col tempo del bronzo
con tempo del ferro
mentre il tram
sulla costa si ferma a
raccogliere ultimi resti
a….
e l'imposta sul sale
coglie tutti di sorpresa
dai Bruzzi ai Galli
da Huang-Ti a Zenone
e corre di valle in valle
il santopadrone
se incominciando la vita
dopo i ventanni
come le coscritte -
e non più oltre i trenta
ci pregiamo di attenuare
la rissosa vitalità
Ciò che pensano e
quello che decidono
là di sopra
non si sa
e non lo capisce
nessuno.
Si odono rumori:
Non si sa
se di passi o
se di parole.
Arrivano flebili mugugni:
non si sa se di passi
se di bisonti o
lamenti di dinosauri.
La circostanza è d'obbligo
come la scienza
del mistificare.
Alle caverne!
Alle caverne!
I
A quattranni
chiede mio figlio
quando dobbiamo morire
e la luna a metà impallidisce
se la nebbia
non cala.
Sulle rocce degli hittiti
scudo gentilizio
intrasegna
blasone
la clava scalfita
dalla roccia
allo spray il segnale
che la rivoluzione
è finita
e stemperato
è il senso del tempo
fuori si odono le voci
delle mandrie
dei dinosauri
e qui il buio filtra
dalle legnaie delle foreste
carbonizzate
Ho inteso un sospiro
ed era il vento
come sempre
filtrava fuori
dalla caverna
lento
II
Ti dico la storia
di dopo le stirpi
mala razza
stèrpo e broncone
dall'età della pietra
a Ottone III
a mia figlia
che gioca con Barbie.
Hatta
e non Assira
l'apice della potenza
al quadrato
ittita o hittita
nell'ora che il melograno
fa più rossi i chicchi
se il sole splende dopo
l'eclisse di luna
III
E fu dopo
dopo il primo terremoto
della mela rotolando
a cercar riposo
scavando nella roccia
o abitando gli anfratti
delle rupi
che il padre stupito
ordinò agli infelici:
alle caverne!
alle caverne!
Davide Argnani
dall'opera "La Casa delle parole"
TWIN TOWERS
Tenebra di fumo e polvere
Forno crematorio
Cigolio della nemesi
Qui vedo, aperta,
la finestra dei morti
Qui non è più dolore che latra.
Rugghia l'idea viva del nulla
nel volo tremendo del dollaro
e né l'uno né l'altro si piega
perché ogni cosa sovrasta il tutto
mentre i tiranti si scuciono
piano piano come garza lenta sulla pelle
Davide Argnani
(ottobre 2001)
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