ALBA – Nuovo movimento politico

Pubblicato il 3 maggio 2012 su Resoconti Esperienze da Adam Vaccaro

Franco Romanò ha fatto una sintesi di quanto è avvenuto a Firenze, tra i promotori di un nuovo soggetto politico (Alba). Il tutto nel silenzio stampa più assordante, specie da parte del PDR (Partito di Repubblica, quello che fa finta di essere di sinistra ed è strenuo sostenitore del più bieco liberismo di Monti-Fornero, fattorini della BCE). Se non vogliamo cadere nelle grinfie di Grillo, che dice tutto e l’opposto di tutto e il cui unico programma è vaffa…

Laura Cantelmo

ALBA

Resoconto di Franco Romanò

Ho radunato in questo file tutto quello che era facilmente reperibile in rete su Alba il movimento politico nato a Firenze domenica scorsa, a cominciare dalla relazione che segue di Marco Revelli, reperibile anche sul sito del manifesto.

Credo che si debba avere una certa generosità rispetto a questi documenti, di cui sarebbe facile anche da parte mia sottolineare certe mancanze. Tuttavia penso che per chi è stanco della politica istituzionale travestita da tecnici o meno e ancor più dell’anti politica questa sia un’occasione da non perdere.

Circa 1400 persone hanno aderito all’invito contenuto nel Manifesto per un soggetto politico nuovo redatto da Paul Ginsborg, Alberto Lucarelli, Ugo Mattei, Nicoletta Pirotta, Chiara Giunti, Andrea Bagni, Claudio Giorno, Marco Revelli.

Siamo al nostro primo appuntamento. In molti non ci conosciamo neppure tra di noi. Non siamo certo “i soliti noti”, venuti a recitare il “solito copione”. Se siamo qui, in questo sabato di ponte, è perché avvertiamo che non c’è più tempo: che i pilastri fondamentali che la Costituzione aveva posto alla base della nostra democrazia – intendo i partiti politici – stanno sgretolandosi. Rapidamente. E rischiano di trascinare nel loro crollo le stesse istituzioni repubblicane.

Parafrasando il Presidente del Consiglio potremmo dire che “se siamo qui, è perché gli altri hanno fallito”: e cioè i politici di professione, i partiti (a cominciare dai più grandi), la “politica” come la conosciamo dai giornali e dalla televisione. Non ci fa piacere, ma è così. C’è la concreta, concretissima possibilità che si arrivi al più importante appuntamento elettorale della storia Repubblicana – a questa sorta di “ultima spiaggia” che saranno le elezioni politiche prossime – con un sistema politico liquefatto. Per metà abbandonato dagli elettori, per l’altra metà frantumato in mille schegge impazzite.

Convocati dall’urgenza, ci tocca l’obbligo di dire, fin da subito, “chi siamo”. E insieme, naturalmente, “cosa non siamo” e non vogliamo essere. Non siamo materia di gossip per i media. L’abbiamo percepito, con una certa sorpresa, non lo nego, dal silenzio mediatico sul nostro esordio: non uno dei grandi quotidiani nazionali ci ha degnato di uno sguardo. E forse è un bene. Intanto perché godiamo del grande privilegio di poter scegliere in autonomia il nostro nome, invece di vedercelo imposto dagli altri. E di poter costruire con i nostri tempi la nostra identità, invece di vedercela appiccicata dall’esterno da altri. Crediamo più nel fare che nell’apparire; nel lavoro paziente di elaborazione e di organizzazione più che nel fuoco d’artificio.

Non siamo nemmeno l’urlo roco del populismo a buon mercato. La voce sguaiata del rancore e della rabbia impotente. Non cerchiamo “serbatoi dell’ira” da poter sfruttare per un effimero consenso elettorale. Non useremo mai il linguaggio come una clava, l’invettiva come forma del discorso. Crediamo nella parola come mezzo di comunicazione e di argomentazione: per intendersi e magari distinguersi, non per separarsi in amici e nemici. E all’argomentazione ci affideremo sempre per affermare le nostre ragioni.

Non siamo, infine, una nuova, piccola formazione politica. Un ennesimo partitino: uno tra gli altri, uno contro gli altri. La gravità della crisi in atto – il suo intreccio di crisi politica e di crisi economica, entrambi potenzialmente terminali – non lascia spazio né tempo alle vocazioni minoritarie. Allo spirito di setta. Richiede la messa in movimento di un fronte molto ampio. Soprattutto richiede una svolta radicale ma tendenzialmente maggioritaria. Un “cambio di paradigma” nel modo di pensare le cose e di fare la politica. Nei programmi, certo, ma anche negli stili di comportamento e di organizzazione. Nel metodo, che qui diventa contenuto. Nel rapporto inevitabilmente nuovo, tra governanti e governati, che rovesci l’attuale deriva che va, ferocemente, dall’alto verso (e contro) il basso. Nel linguaggio, che sappia parlare non ai già convinti, ai “nostri” come si dice, ma alla platea ampia, larghissima, delle vittime dell’attuale modello economico e sociale – fallito e fallimentare, ma totalitario –: a quel 99% a cui si rivolge il movimento di Occupy Wall Street, tanto per intenderci, e che non si riconosce nella lingua morta delle diverse tradizioni politiche…

E un “salto di paradigma” – diciamocelo pure – anche negli strumenti organizzativi, che non possono essere quelli tradizionali – centralistici, verticali e gerarchici – delle burocrazie dominanti, ma che sappiano praticare, all’opposto, l’orizzontalità della rete, la comunicazione decentrata, l’eguaglianza nella parola e nell’ascolto “tra diversi”. Tutto questo vuol dire – come ci è stato contestato – rimuovere il “conflitto sociale”? Cancellare le “forme di organizzazione” – i “corpi intermedi” costituiti dai partiti politici –, in nome di uno spontaneismo un po’ anarchico? O non significa, piuttosto, ripensare il conflitto – e insieme l’organizzazione – nelle forme e nei modi in cui ce lo ripropone quello che Luciano Gallino ha definito il finanz-capitalismo (che non cancella certo le classi sociali e il loro antagonismo, ma che le ridisegna in forma del tutto inedita)? E d’altra parte, che ne pensereste se qualcuno, dopo il 1848, avesse continuato a proporre i vecchi club del 1789, come strumenti della lotta politica (i Cordiglieri, i Montagnardi, i Foglianti, i Girondini…), e la jacquerie contadina come via all’emancipazione? Insomma, per dirla in positivo: “cosa vogliamo”?

Vogliamo essere gli abitanti di un nuovo spazio pubblico liberato dalle presenze ingombranti dei vecchi monopolisti della decisione. L’embrione di una nuova cittadinanza, che ha mostrato il proprio profilo esattamente un anno fa, con la vittoria referendaria e con i risultati “eretici” delle amministrative in molti comuni. Abbiamo scritto a chiare lettere che “intendiamo dar vita a uno strumento costituzionale di partecipazione della cittadinanza alla vita democratica del paese”. Una forma organizzata che raccolga la testarda domanda di partecipazione di quella parte di cittadini che (oggi in Francia, domani in Italia) non vogliono rassegnarsi al cappio del fiscal compact e alla dogmatica ferocia di Berlino e di Bruxelles, alla riduzione dei diritti sociali in costi da tagliare e sacrificare sull’altare dei mercati, allo smantellamento del modello sociale europeo e alla mercificazione sistematica della vita individuale e collettiva…

Abbiamo aggiunto che parlare di “beni comuni” al plurale significa, in primo luogo, riappropriazione dello spazio pubblico e indisponibilità alla delega per le decisioni impegnative per tutti. L’abbiamo detto, e da oggi dobbiamo incominciare a praticarlo. Non come punto, lontano, di un programma futuribile, ma qui ed ora. Come esperienza in atto. In cima alla nostra “agenda” sta la questione della democrazia. Della malattia grave – per certi versi “terminale” – che l’affligge; e dei possibili antidoti, da mettere in campo urgentemente. Ebbene, questo è il luogo e il tempo per sperimentarli. Per questo seguiremo, fin da oggi, nella gestione di questa giornata, alcune semplici, ma impegnative REGOLE:

Intanto per quanto riguarda il programma, a cui è dedicata la seconda parte di questa plenaria: verrà elaborato dal basso, con la più ampia partecipazione, senza pregiudiziali iniziali, né punti già scritti, con due sole eccezioni.

1) la pregiudiziale antiliberista – la constatazione del fallimento totale del dogma che ci ha portato alla catastrofe attuale e la necessità di contrapporgli un organico modello alternativo;

2) la centralità della questione del lavoro, a cominciare dalla difesa intransigente dello Statuto dei lavoratori nella sua integralità. Tutto il resto sarà oggetto di un percorso che incomincia oggi, si articolerà nei territori, e sarà alimentato da contributi, schede, materiali di informazione per favorire la più ampia “partecipazione informata”.

E poi:

Prima regola: gli interventi dureranno tutti, senza eccezioni, 7 minuti. E saremo feroci nel far rispettare a tutti questi tempi, in modo da favorire la massima partecipazione alla discussione. Poi, dal prossimo incontro, ci organizzeremo anche per TAVOLI, come si dice nel Manifesto.

Seconda regola: il nome. E’ il prodotto anch’esso di un’ampia consultazione, di un primo pronunciamento in rete, e oggi ne completeremo il percorso con una votazione in aula preceduta da brevi interventi esplicativi.

Terza regola: le strutture, il coordinamento. Gli organi di coordinamento sono tutti a termine – a breve termine –: il gruppo promotore si presenterà dimissionario. L’articolazione territoriale è l’asse portante del “soggetto nuovo”: il coordinamento dovrà rispondere a questo principio.

Quarta regola: la trasparenza. Tutti i passaggi della nostra elaborazione e della nostra vita collettiva dovranno essere visibili, accessibili, conoscibili tra tutti. Il dibattito, le scelte, e anche le (scarse) finanze. Nessuna carica o ruolo sarà retribuita.

Quinta regola: l’appartenenza. Non vogliamo l’esclusiva dell’appartenenza. Non diremo mai: “o con noi o fuori (o contro) di noi”. Siamo per l’appartenenza plurima. Per l’apertura a tutti coloro che condividono questo stile “altro”, anche se militano, contemporaneamente, in un’altra organizzazione.

Firenze, 2 maggio 2012

21 comments

  1. gianni morselli ha detto:

    Aspettavo con ansia un nuovo movimento che corrispondesse alle mie idee ed alle mie aspettative politiche,che ho recentemente ritrovato nel libro intervista di Luciano Gallino “La lotta di classe dopo la lotta di classe”. Non sono iscritto a nessun partito,anche se lo sono stato per più di 40 anni al Partito Comunista Italiano.Ora sono vice presidente dell’ANPI a Spilamberto (MO),e membro del Comitato Direttivo Ptovinciale dell’ANPI di Modena.

  2. maria teresa scarsellini ha detto:

    sono molto interessata alla nascita di questo movimento, ho sempre votato pd,e prima pc, pds, etc, ma ora sono piena di dubbi…

  3. Cesare Crobu ha detto:

    Essendo nato nel gennaio del 45 ad Oristano, non ho vissuto nessun dibatito politico in terra Sarda, fino a quando nel 1963 mi son trasferito in Brianza per lavoro, li mi son iniziato al mio intimo politico senza iscrivermi ad alcun partito, ma sempre sostenendo il P.C. i primi dubbi li ebbi nel 1993 con Occhetto segretario, poi al scioglimento seguii le evoluzioni di Bertinotti, con qualche riserva, non ho mai sostenuto il P.D. inoltre non ho mai saltato una votazione e neanche un referendum.
    Amiro in particolare, le idee e il modo di porle del prof. Marco Revelli, poi frugando su A.L.B.A. in internet. come o sentito la notizia tramite “Prima Pagina” (Rai.Radio3), ho avuto un sobbalzo, e mi son detto che questa era la volta buona nel vedere un movimento che ponesse in prima istanza il rispetto delle regole e l’assoluta onestà delle persone che ne fanno parte e che lo sostengano o che vi partecipino ne diffondere le sue idee.
    mi scuso nella forma del mio scritto, ma volevo dimostravi il mio riconoscimento e ringraziamento per l’ondata di freschezza che difonderete, spero di seguirvi anche da vicino, e se lo gradite, proporvi qualche idea per la greazione di lavoro per i giovani, disocupati e cassaintegrati.
    Cesare Crobu – San Gavino Monreale -CA-

  4. Giuseppe ha detto:

    Per non rischiare di essere MINORITARI,è NECESSARIO non dividersi tra AMICI e NEMICI;APRIRSI alla costituzione di un MOVIMENTO TRASVERSALE,che riesca a FEDERARE quanta più possibile OPPOSIZIONE DEMOCRATICA,senza DISCRIMINAZIONI APRIORISTICHE, e,soprattutto,senza VELLEITA’ MAGGIORITARIE,specie ove si pensasse che l’UNITA’ e l’essere MAGGIORITARI,si possa conseguire con la FORZATURA di un SISTEMA ELETTORALE APPUNTO MAGGIORITARIO-secondo me,sempre,ANTIDEMOCRATICO-,piuttosto che, esclusivamente,grazie alla FORZA PERSUASIVA e AGGREGANTE delle PROPRIE RAGIONI! Si favorisca,dunque,il ritorno al PROPORZIONALE PURO SENZA SBARRAMENTO CON PRIMARIE AUTOGESTITE DI CANDIDAUTRE PROMOSSE DALLA BASE;il DIALOGO con tutte le OPPOSIZIONI.
    E si scelga il NOME,che in maniera ESPLICITA,CHIARA E DISTINTA,contrassegni l’ESSENZA del MOVIMENTO:”DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA”!
    SALUTI

  5. Rosario Margio ha detto:

    Da semplice cittadino, non iscritto a nessun partito politico, ho desiderato sempre e desidero tutt’ora esprimere le mie idee per la realizzazione di una vera e reale convivenza e società civile libera e democratica, e ciò attraverso i miei blogs in Web , sperando in una possibile condivisione e approvazione , anche da parte di semplici cittadini come me.Ma purtroppo, nel periodo di crisi , economica,politica e ideologica, nel quale stiamo vivendo, vi è molto scetticismo e sfiducia l’uno dell’altro, e quindi esasperato individualismo. Pertanto, al fine di poter uscire dal tunnel non resta altro che riuscire ad aggregare in un solo movimento apartitico quante più idee e proposte che siano finalizzate alla realizzazione di una Società Italiana veramente Libera e Democratica, nel pieno rispetto ed osservanza dei principi fondanti della nostra Carta Costituzionale.
    Per questi motivi, io come semplice e onesto cittadino, desidero iscrivermi a codesto Movimento politico ” ALBA”, augurandomi di avere un riscontro, via e-mail , di conoscere quanto più i contenuti e le proposte del movimento stesso e di allargare le mie conoscenze e notizie verso quelli che vi sono iscritti.
    Grazie e Saluti
    Rosario37

  6. maria teresa scarsellini ha detto:

    tramite e-mail gradirei essere informata sulle prossime iniziative del movimento

  7. claudia azzola ha detto:

    Bello, ma non ho capito come in pratica si agisca, quali azioni si intraprendano a partire da subito, se i contatti sono tutti sul web, quale organizzazione e finanziamento (ahimé) siano necessarii per poter intervenire nelle istituzioni già in essere. Siamo in tanti, ma i pochi hanno in mano tutte le leve del comando della decisione della coercizione. Anche se alcuni sindaci cominciano a prendere decisioni nuove, liquidando per esempio Equitalia….

  8. adam ha detto:

    Grazie degli interventi e terrò informati sugli sviluppi quanti hanno manifestato interesse per questa iniziativa, che tutti ci auguriamo possa realmente aprire qualcosa di valido e nuovo rispetto alla melma prevalente esistente. Intanto chi volesse leggere altri interventi e scritti segno qui sotto un link utilizzabile: http://www.glialtrionline.it/2012/04/29/assemblea-di-firenze-prove-dorchestra-di-una-cosa-nuova-davvero/
    Adam Vaccaro

  9. ALESSANDRO ORSI ha detto:

    Bene tutto, solo che è inutile lamentarsi della mancata disponibilità di repubblica se manco ALBA ha un sito, un canale YouTube, nulla… Fatevi conoscere… noi ci siamo.
    Buon Lavoro
    Ale

  10. Teresa Citernesi ha detto:

    Sono molto interessata e vorrei essere informata tramite email per le prossime iniziative.io abito in Liguria,a Lavagna,dove e con chi dovrei prendere contatto ? Teresa

  11. Teresa Citernesi ha detto:

    io sono d’accordo sulla costituzione di un movimento trasversale che aggreghi una federazione di tutte le forze di opposizione anticapitalista e di sinistra. Speriamo,saluti

  12. Monica Fontanelli ha detto:

    Siamo un gruppo di amici, vorremmo sviluppare una rete locale a Bologna.Vorremmo contattarvi, a chi ci dobbiamo rivolgere?
    mon.fonta@gmail.com

  13. Rosario Margio ha detto:

    PROPONGO AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E A TUTTI I RAPPRESENTANTI DEL GOVERNO,CHE DELIBERINO AFFINCHE’ LE SOMME VERSATE PER TUTTE LE “GIOCATE” ( Super enalotto,enalotto,lotto,G24, etc…etc…SIANO DEVOLUTE NELLA MISURA ALMENO DEL 70 PER CENTO , AI COMUNI IN CUI AVVENGONO LE GIOCATE, DESTINANDOLE AL MIGLIORAMENTO DEI SERVIZI SOCIALI E ASSISTENZIALI PER I PIU’ BISOGNOSI…E CHE I RELATIVI BILANCI CIRCA LE EFFETTIVE DESTINAZIONI DI SOMME SIANO POSTI PUBBLICAMENTE A CONOSCENZA DEI CITTADINI.
    GRAZIE !!
    Il cittadino Rosario Margio

  14. Franco Brignone ha detto:

    sono ansioso di conoscere meglio questo movimento. penso di partecipare domani alla riunione di presentazione a Cuneo. esiste un sito su cui seguire l’evolversi del movimento?

  15. Laura Cantelmo ha detto:

    Il sito è : alba nuovo soggetto politico.

  16. EMANUELE CRISCIONE ha detto:

    Ho letto le ragioni di nascita di ALBA e le condivido. Mi interessa conoscere le iniziative del movimento ed ogni proposta di aggregazione nell’area milanese.
    Emanuele

  17. Marcello rollo ha detto:

    Condivido in Toto

  18. Carlo Papi,Agliana (Pistoia) ha detto:

    A mio avviso Alba è l’ennesimo movimento della sinistra incocludente che chiacchiera molto e non riesce a decollare in termini di consensi e di voti, indispensabili se si vuole realizzare il cambiamento degli attuali assetti di potere.

  19. paolo ha detto:

    Il successo immediato del movimento Alba e’ essenziale, per aver senso nel processo della faticosa e improbabile vittoria elettorale appetita.
    Punti fondamentali: – un personalita’ carismatica e simpatica;
    – un programma chiaro e realizzabile;
    – una rete capillare che non puo’ essere che virtuale (tweeter o simili).
    – Endpoints chiari, per ogni stadio del viaggio.
    Buona fortuna, dall’America!

  20. Romeo Portaro ha detto:

    La mia impressione è che nella sinistra italiana ci sono troppe divisioni, troppi particolarismi, personalismi. Ferrando, Turigliatto, Rizzo, i Verdi di Bonelli, Ferrero, Diliberto, Vendola (che ormai va esplicitamente a rimorchio del PD), adesso anche Alba e Rete@Sinistra. Di Pietro che non è di sinistra ma dice anche cose di sinistra (al momento sembraq avere rotto con il PD ma sono sicuro che si riconcilieranno). Si ha difficoltà ad elaborare un programma di sinistra adeguato ai tempi e in grado di dimostrarsi credibile, fattibile ed alternativo alla ideologia liberista. Io non sono più giovane, ho superato i 50, nell’arco della mia vita ho votato i segenti partiti: PCI, PDS, La Rete, DS, CI, PD (nel 2008), successivamente IDV e SEL. Attualmente sono iscritto a SEL, ma dopo le recenti prese di posizione di Vendola e del partito prima sulle aperture al centro e per ultimo sul suo desiderio di fare un partito unico della sinistra insieme al PD (e ovviamente a chi ci stà), non sono orientato a dargli il mio voto alle prossime politiche. Sono sinceramente nauseato da questa corsa verso il centro, verso il liberismo e le politiche di Monti, che poi sono le politiche praticate in tutta Europa e che stanno affossando il continente. Non ho ancora ben chiaro Alba cosa intende fare alle prossime elezioni, con che simbolo si presenterà e con quali alleati cercherà una convergenza di programma.

  21. daniela berluti ha detto:

    Sono una cittadina delusa come tanti in questo periodo, ho votato sempre a sinistra ma ora ho le idee confuse.
    Vorrei seguire ed essere informatasul vostro movimento.
    daniela berluti

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