F. Sassetto

Discanto – Francesco Sassetto

Pubblicato il 11 gennaio 2024 su Saggi Poesia da Adam Vaccaro

La Canoscenza cercata e dovuta

Rivelare o Ri-velare nella notte che stiamo attraversando

Adam Vaccaro
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Francesco Sassetto, Discanto, Arcipelago Itaca Ed., Osimo (AN) 2023, pp.114

Quest’ultimo libro1 di Francesco Sassetto, insieme a tutto il suo percorso espressivo precedente, si colloca in quella che ho chiamato qualche decennio fa, nello sviluppo della mia ricerca di Adiacenza, Terza Riva, rispetto a due modalità prevalenti nella poesia contemporanea italiana: una di iperdeterminazione del significante, e l’altra di iperterminazione del significato.
La prima Riva tende ad appagarsi di culto e magia della lingua, con rarefazione di sensi e significati ed effetti di ri-velazione, che ricopre l’Altro ignoto di fascinosi suoni e ritmi neoparnassiani, fino a idolatrie del nulla, che relegano in stanze chiuse un io appagato da ruote pavoneggianti intorno al proprio ombelico, e indifferente alla fame di conoscenza della complessità della realtà in cui viviamo. Forme alonate da ideologia del Testo, per le quali le formiche nere incise sulla carta sono Tutto.
La seconda Riva tende invece, tra minimalismi o visioni ideologiche precotte, a scodellare narrazioni di realtà monca o immaginaria. Forme diverse di chiusure e aperture ugualmente illusorie, che a volte si ammantano del termine civile, e che ri-velano in altri modi la durezza di vita convissuta dalla maggioranza degli esseri umani. La quale si dibatte da sempre tra disperazione e speranze utopiche di orizzonti rispondenti a esigenze primarie, materiali e culturali, tra cui il bisogno di capire, senza il quale rimaniamo a zampettare freneticamente immobili, prede facili dei poteri in essere.
Specificavo nello scritto richiamato2, una “Terza riva, che tenda a coniugare complessità e transitività, adiacente alla totalità del Soggetto Scrivente e del mondo, ricca di sensi e domande sospese ma anche di risposte e aperture rispetto al contesto chiuso e senza speranza che i poteri in atto ci offrono. Contesto che si rafforza quanto più i comportamenti e il dire non mettono in comune, non creano comunità e condivisione ma solo somma fàtica di io io, in ridicola paranoica competizione”
Francesco Sassetto, fa proprio questo mandato e scrive all’incrocio del bisogno di mostrare le falsità e le vergogne del Re odierno, dalle forme invasive e invisibili nella civiltà decantata dalle mille trombe mediatiche, al fine di sollecitare un pensiero critico, senza il quale la maggiore conoscenza diventa impossibile.

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Anticipazioni – Zoom – Ia Terna

Pubblicato il 27 marzo 2021 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Dopo la lunga serie di Anticipazioni, che a partire dal 2016 ha esaminato circa 100 Autori, avviamo incontri Zoom con una prima terna, che offrirà esempi diversi di scritture, linguaggi, età e provenienza, entro la platea degli autori contemporanei di poesia.

I tre Autori sono:

Alberto Bertoni (Bologna) – Presentato da Adam Vaccaro
Francesco Sassetto (Venezia) – Presentato da Luigi Cannillo
Alice Serrao (Milano) – Presentata da Laura Cantelmo

E per i post con testi e note di lettura vedi a: http://www.milanocosa.it/anticipazioni/anticipazioni-alberto-bertoni; http://www.milanocosa.it/anticipazioni/anticipazioni-francesco-sassetto; http://www.milanocosa.it/anticipazioni/anticipazioni-alice-serrao

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Anticipazioni – Francesco Sassetto

Pubblicato il 16 dicembre 2020 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni
Vedi a: http://www.milanocosa.it/recensioni-e-segnalazioni/anticipazioni
Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa

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Francesco Sassetto

Inediti – Con nome di donna

Con commento di Luigi Cannillo
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Nota di poetica
Nei testi qui presentati – estrapolati da una silloge in fieri – ho voluto proporre temi e momenti della società contemporanea che mi sembrano significativi nel mettere a fuoco un quadro desolato e dolente del tempo in cui viviamo. Una poesia cosiddetta “civile” (che pratico con convinzione da tempo) che muove dalla volontà di denudare le offese, le ferite, il dolore che segna – spesso annientandole – le esistenze dei più deboli, vittime di sopraffazioni e violenze. Con nome di donna vuole sottolineare un’attenzione privilegiata alle vicende vissute da donne che, nel corso del tempo, ho incontrato e conosciuto, alle loro vite che hanno attraversato sofferenze, abbandoni, solitudini, nel desiderio di “commuovere” – nel senso etimologico – il lettore, risvegliarne una pietas, una capacità di comprensione e partecipazione troppo spesso assopita e distratta.
Versi che vogliono essere anche “racconto”, adottando per questo un andamento narrativo e descrittivo, insieme, sul piano linguistico-stilistico, ad una sorta di “scivolamento” dell’italiano nel dialetto veneziano e viceversa, a rendere con più efficacia e concretezza fatti ed ambienti (quasi sempre veneziani o veneti), un sermo humilis in grado – mi auguro – di evitare il rischio, sempre in agguato quando si affrontano queste realtà, di cadere nella retorica, nell’enfasi o nel pericolo della “lacrima facile”, per restituire, con voce nitida e robusta, l’asprezza di vicende intrise di umiliazioni e dolori.

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