Recensioni e Segnalazioni

Antonio Porta . Spazio Scopricoop

Pubblicato il 10 dicembre 2012 su Eventi Milanocosa da Maurizio Baldini

Fuori dal margine

incontri con autori finalizzati alla conoscenza e promozione

della letteratura contemporanea

a cura del Sindacato Nazionale Scrittori

e dell’Associazione Culturale Diesis

Spazio Scopricoop

via Arona 15 (1° piano) – Milano

angolo via Giovanni da Procida

martedì 18 dicembre 2012 ore 18,00

In collaborazione con

Associazione Culturale Milanocosa

…che apre, muro, notte, porta

Antonio Porta

in occasione della pubblicazione dei due libri

Leo Paolazzi / Antonio Porta

Poesie in forma di cosa

opere 1959-1964

a cura di Rosemary Liedl P.

con un testo di Mario Bertoni

edizioni del Foglio Clandestino 2012

Il giardiniere contro il becchino

Memoria e (ri)scoperta di Antonio Porta

Atti del convegno 9 dicembre 2009 a Palazzo Sormani, Milano

a cura di Adam Vaccaro

Milanocosa edizioni, 2012

Intervengono

Gilberto Finzi

Rosemary Liedl Porta

Adam Vaccaro

Legge

Francesco Orlando

Durante l’incontro proiezione di immagini tratte da

“Poesie in forma di cosa”


Poesie in forma di cosa

Le opere di Leo Paolazzi (che non aveva ancora deciso di chiamarsi Antonio Porta) riprodotte in questo libro sono sconosciute: soltanto alcune “cronache” del 63-64 erano state pubblicate per merito di Vincenzo Accame che le aveva commentate nel 1999 sulla rivista «Avanguardia».

Rosemary Liedl P.

Queste poesie sono nate come collages. Sollecitando, cioè, l’informazione quotidiana nel senso giusto, nella direzione del grande caos e dell’enigma, dell’ambiguità del presente e del significato degli atti di cui ci giunge notizia attraverso la stampa.

Di fatto ho ritagliato dal linguaggio dei quotidiani ciò che era veramente significativo, ciò che era implicito e vergognoso; o anche, nel gran mare dell’informazione, ho cercato di sorprendere gli accostamenti necessari, i nessi tenuti nascosti e le analogie sostanziali. Di qui i veri e propri collages, sui quali ho ripetuto, seppure in diverse proporzioni, l’operazione della scelta e della sorpresa. ricavando le poesie dell’Enigma naturale.

Si tratta, in certo modo, di nuovi epigrammi, intendendo, naturalmente, con questa definizione, quel genere di poesia che interviene più direttamente nel confronto con la realtà, con una più violenta carica di ironia e grottesca deformazione. Deformazione dell’informazione, appunto, necessaria per arrivare a quella autentica: l’epigramma ha sempre assolto a questo compito, ed ora, con rinnovata violenza, attacca frontalmente l’immagine della società. Antonio Porta in «Malebolge», Anno 1, n° 1, Milano, 1964


Il giardiniere contro il becchino

I testi e materiali raccolti da questi Atti sono la molteplice testimonianza di una presenza nella cultura italiana del ‘900 che ha inciso non poco, in particolare sui modi di intendere e fare poesia. Oggi prevale una poesia che si muove in un perimetro spesso chiuso, autoreferenziale ed epigonico. Spesso declinante solo mozioni affettive o, all’opposto, cerebrali. Antonio Porta è stato uno dei possibili esempi che hanno proposto, non solo con i propri versi, una azione di ricerca di rinnovamento del proprio linguaggio che riuscisse a coniugare complessità e transitività. Che quindi riuscisse ad agire nel corpo sociale, senza rinunciare né alla “sfida della comunicazione”, né ad abbassare il proprio ai linguaggi della comunicazione corrente.

Diceva che “la comunicazione non è un piroscafo di linea”, ma una azione tesa a mettere in comune, nella storia, non in un alveo astratto o libresco. Il linguaggio della poesia tende a farsi linguaggio totale e a inglobarne ogni altro, speculativo e dei sensi. Questo implica incessanti innesti e sperimentazioni tra forme diverse, segni e arti visive, musica ecc., di cui Porta e questo convegno hanno offerto esempi. Una poesia che quindi non vuole porsi né sopra né ante le cose del mondo, ma segno che cerca di dare corpo a una presenza in re, rivendicando la propria tensione specifica verso la totalità della vita, con umiltà ma anche con il rifiuto di qualunque declinazione parnassiana da chierici auto appagati: “i versi ci servono, noi non vogliamo servire i versi”, diceva, sintetizzando. Estrapolando, direi, poesia in azione, come sentire, capire e vedere criticamente il mondo. Per tutto questo ho voluto fortemente il Convegno del 2009 e ora la raccolta dei suoi Atti.

Dalla nota del curatore Adam Vaccaro


Antonio Porta, pseudonimo di Leo Paolazzi, era nato nel 1935.

Giocatore di tennis, nel 1960 si laureò in lettere moderne all’Università Cattolica di Milano, con una tesi sui rapporti tra D’Annunzio e le poetiche del ‘900 italiano.

Nel ‘58 entrò nella redazione della rivista letteraria Il Verri. Nel ’61 fu tra i cinque poeti che formarono la storica antologia I novissimi, curata da Alfredo Giuliani, e successivamente fu tra i fondatori  del Gruppo ’63 e della rivista Quindici. In quegli stessi anni si dedicò alla poesia visiva, partecipando a mostre a Padova, Milano, Roma e Londra, e suoi scritti apparvero sulle riviste di punta Grammatica, Marcatre, Menabò, Malebolge, Host do domu, Phantomas, Cahiers du Sud, L’Herne.

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Carte da gioco

Pubblicato il 13 novembre 2012 su Musica e Concerti da Adam Vaccaro

Un mondo sfuggente e tangibile. La memoria nei versi

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Magdeburgo in Ratisbona e la negazione del vuoto

Pubblicato il 18 ottobre 2012 su Eventi Milanocosa da Maurizio Baldini

Un’evocativa precisione

Pubblicato il 12 settembre 2012 su Recensioni e Segnalazioni da Adam Vaccaro

GEOGRAFIE DELL’ABITARE

Pubblicato il 4 settembre 2012 su Recensioni e Segnalazioni da Maurizio Baldini

Eleonora Fiorani

GEOGRAFIE DELL’ABITARE

Solo interrogandosi su cosa rende denso e definisce un “luogo” e dunque dall’osservazione di ciò che avviene nelle piazze, nelle strade, nei grattacieli, nelle periferie, di tutto ciò che a un primo sguardo sembra solo disordine, è possibile cogliere gli spazi e i momenti che anticipano forme inedite tra passato e presente e tra presente e futuro.
Laddove la vita rivendica il proprio diritto a ridare senso agli spazi e a una città che è diventata una metropoli reticolare, conflitto di identità e differenze, di saperi e poteri, di dentro e fuori, di unità e molteplicità, di autoctonia e alterità, insieme schiuma metropolitana, fuori città e anti-città e miscela di etnie, città banale e città onirica. E proprio per questo continua a essere un luogo di relazioni, un organismo vivente in cui linguaggi, storie, modi diversi di essere e di abitare vengono a contatto, generando nuove circolazioni di senso.

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100 THOUSAND POETS & MUSICIANS for CHANGE 2012

Pubblicato il 28 agosto 2012 su Arte e Mostre da Maurizio Baldini


SEPT. 29th, 2012

650 Events – 110 Countries Confirmed So Far!

Visit the BLOG 2012 to search the Sept. 29th, 2012 Event Locations Index by Country & City!

http://www.bigbridge.org/100thousandpoetsforchange/

View 100,000 Poets for Change 2012 in a larger map

100 THOUSAND POETS & MUSICIANS for CHANGE 2012

Invitiamo a partecipare alla

Maratona di Arte, Musica e Poesia

Organizzata da

Associazione Culturale Milanocosa

a cura di Adam Vaccaro

29 settembre 2012 – dalle ore 10 alle 20

————————————————

Una proposta che si rivolge non solo ai poeti e a tutti coloro che praticano una forma di Arte, ma anche a chi opera in qualsiasi ambito umano e culturale, e che non lo viva al di fuori dei gravi problemi che il mondo sta affrontando: guerre, ignobile distribuzione delle ricchezze, sfruttamento insensato delle risorse della Terra.

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100 THOUSAND POETS & MUSICIANS for CHANGE 2012

Pubblicato il 28 agosto 2012 su Arte e Mostre da admin


SEPT. 29th, 2012

650 Events – 110 Countries Confirmed So Far!

Visit the BLOG 2012 to search the Sept. 29th, 2012 Event Locations Index by Country & City!

http://www.bigbridge.org/100thousandpoetsforchange/

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100 THOUSAND POETS & MUSICIANS for CHANGE 2012

Invitiamo a partecipare alla

Maratona di Arte, Musica e Poesia

Organizzata da

Associazione Culturale Milanocosa

a cura di Adam Vaccaro

29 settembre 2012 – dalle ore 10 alle 20

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Una proposta che si rivolge non solo ai poeti e a tutti coloro che praticano una forma di Arte, ma anche a chi opera in qualsiasi ambito umano e culturale, e che non lo viva al di fuori dei gravi problemi che il mondo sta affrontando: guerre, ignobile distribuzione delle ricchezze, sfruttamento insensato delle risorse della Terra.

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Mindskin, Antonella Zagaroli

Pubblicato il 21 agosto 2012 su Recensioni e Segnalazioni da Maurizio Baldini

Per segnalare questo libro di Antonella Zagaroli, Mindskin, A selection of Poems 1985-2010, pubblicato nel 2011 da Alfredo de Palchi per Chelsea Editions di New York, abbiamo scelto di far seguire la nota dello stesso de Palchi, il quale parlando dell’autrice evidenzia la sua visione, senza remore e peli sulla lingua, sul fare poesia oggi, in particolare in Italia.

Ci è parsa la migliore recensione e una opportuna integrazione del post del 14 luglio scorso, dedicato al libro su de Palchi: UNA VITA SCOMMESSA IN POESIA, Gradiva Publications – A cura di Luigi Fontanella. Vedi a: http://www.milanocosa.it/saggi-poesia/alfredo-de-palchi-una-vita-scommessa-in-poesia

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Il professor Fumagalli e altre figure

Pubblicato il 1 agosto 2012 su Recensioni e Segnalazioni da Adam Vaccaro

Giampiero Neri

Ilprofessor Fumagalli e altre figure –Mondatori 2012

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Alfredo de Palchi – Una vita scommessa in poesia

Pubblicato il 14 luglio 2012 su Recensioni e Segnalazioni da Adam Vaccaro

Alfredo de Palchi è parola che emigra senza soste da tutto lo scontato, ma non lascia mai la terra e per questo fa sentire in bocca il suo sapore, per dirci che senza di essa diventiamo materia inconsistente. Cosa che, per chi ama la poesia, la poesia che si fa mondo e inventa forme della carne del mondo, è peccato imperdonabile.

E allora via navigando in tutte le direzioni cardinali, ma anche in su, verso alture cieli e altri universi, con una cima però attorno alla vita forte e leggera, a tratti invisibile ma che lega come un giuramento senza scampo, o un cordiglio doloroso e allegro, o un cordone ombelicale necessario a trasmettere alito di vita. Alfredo è un boscaiolo poco accomodante, dotato di una accetta che non consente bon ton verso quelli che considera rami secchi o falsa poesia o, come dice lui, poesia che non si muove, poesia magari letterariamente impeccabile ma priva di energia vitale.

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