Anticipazioni – Milena Tagliavini

Pubblicato il 28 maggio 2022 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni
Vedi a: http://www.milanocosa.it/recensioni-e-segnalazioni/anticipazioni
Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
*****

Milena Tagliavini
Inediti 2022
***
Nota di lettura di Luigi Cannillo
***

Nota di poetica
La mia scrittura segue gli stimoli della realtà, l’osservazione, l’attenzione ai “movimenti minimi” di ciò che mi circonda in un percorso che, in fondo, è uno sforzo per restare a osservare immersa nelle cose, insomma un “movimento-non movimento”. Senza sfoggio di ammonimenti o ragionamenti, ma solo con l’uso delle possibilità evocative degli oggetti e delle azioni. Nelle poesie si parla di “un brulicare minimo di vita dove la persistenza si coniuga alla trasformazione”. La rappresentazione concreta di gesti, di situazioni comuni, colloca il dettato poetico all’interno della vita qualunque. In questo modo la poesia diventa “quasi una preghiera materiale”.
La mia ultima raccolta ha il titolo “Ricognizioni” sia nel senso del linguaggio militare di uscite fatte perché possano offrire gli strumenti per affrontare l’esistenza, sia nel senso di un cercare di re-cognoscere, un conoscere di nuovo situazioni, che potrebbero altrimenti cadere nell’invisibilità, per avere la possibilità di uno sguardo diverso sulla vita.

Milena Tagliavini

UN VELO

Un velo ricamo di straccifoglie
nella magia della luna
di notte. Sotto, piccoli lumi
covano nelle case, ignari.
Un fango nei pensieri
imprigiona i piedi
e nella stanza la porta è chiavata.
Sconfinare nel giallo non si può,
ha perso il senso altro. È scienza ormai.
Riesco solo, come Laura, a essere “silente
osservatrice dell’inconcepibile”:
un invisibile mi annienta.
Poi penso che la forza stia nel canto
-non quello sui balconi-
stia nel canto di sirene della vita.

*
HALLOWEEN

I bimbi non suonano alla porta.
Scheletri e ragnatele pendono
nella nebbia dei giardini in fila.
Le tue mani insanguinate
escono dal prato,
ma stanotte non si esorcizza la morte
portandola tra noi con la magia:
c’è già nella realtà.
Resta solo plastica tra il verde.
*
LUNA PIENA

La luna piena prima del buio,
medaglia in sospensione
nell’azzurro sempre più
scuro del silenzio. Ricerca di senso,
cupo occhio di Ciclope attonito:
non crede a ciò che vede.
Il brulicare di uomini formica
dai vissuti senza spiegazioni.
Tutto un trascinarsi nelle gallerie
delle vie tra plastiche e rumori.

*
IGNAVIA

Senso di straniamento.
Non voglio guerre. Sono pacifista,
ma armata fino ai denti per difendermi,
per sostenerle – fomentarle?-
contro chi non la pensa come me.
Gli ordigni -finora-
sono sempre abbastanza distanti
da non ammazzarmi. Al peggio
sarò meno ricca o avrò
la temperatura in casa più bassa.
Tetti sfondati, morti, feriti
sono pixel svaniti se il dito spegne.
Senza traccia.

Senza traccia?
Ma non esiste solo quello che si vede.
C’è un mondo dentro, un sottofondo in colpa.

Mai non fui viva? Ignavia con le vesti,
senza punture d’api e sangue e vermi.
Ignavia indegna anche della pena?

Sono impotente. Non so fare niente
per una cosa che mi è tanto cara.

La primavera scoppia e rode dentro.

*
LA BOMBA

La bomba non squarcia case e fiori in boccio.
Il mirino freddo, con dentro l’occhio
non si rivolge qui. Qui come sempre
le piante sono scoppi gialli e rosa
e la peris butta foglie di unghie rosse.
I vestiti schiariscono e attirano
dietro la trasparenza delle vetrine.
Sembra che non accada nulla. Solo
-da dentro- un grido, un sapore d’ossa.
E un polverone di parole
dalle onde sonore.

*
ANGOSCIAMI

Angosciami. Rincorro
parole senza senso, suoni
che mi portino via. Senza timone.
Apri la finestra, il segno, il giro,
il volo della mosca. Canto
a squarciagola. Il buio imbianca.
Non so più nulla. Trascinami
alla caverna per i capelli.
Strappami la ragione. Il velo
di presunzione. Accoccolàti
scorriamo catastrofi
di sangue o impercettibili.
Nell’occhio della casa. In fondo.

*
PARLAMI COME NON SAPESSIMO

Parlami come non sapessimo
chi siamo. In fondo ci conosciamo
solo con gli occhi piccoli del qui.
Parlami come se il confine
che ci divide potesse
svanire. Viviamo altre vite in una
con le mani che grattano i fogli.
Voliamo su musiche interne.
Ma le parole quadrate, le patelle
sulla faccia esposta, di roccia,
della cosa -come se fosse la sola!-
perdono ogni sostegno. Il vento,
l’onda del senso sommuovono tutto.
La voce prende corpo d’acqua,
di roccia, di fuoco
e la carne perde il suo peso.

*
L’INCHINO

L’inchino, il bacio, la rosa.
Ovunque tu li abbia reperiti,
sono congiungimenti. Sono
momenti in cui il mondo mi dice
come è bello ascoltare, credergli.
Portami via con te.

*
TUTTO È PRONTO

Le gemme e i cani stessi.
Anch’io lo sento,
ma il corpo non sale.
È una brughiera azzannata dal freddo.

Aiutami affinché io non sia
il topo morto sbrindellato
riportato tra i tuoi denti stamattina.

*
L’ AMORE MALINTESO

Ti amo così tanto
da non potermi staccare da te,
mia costola, mio terreno arato.
Mi sbrindello se scegli strade
dirette dove vuoi tu. Che io non so
seguire. Aspetta! Fermati!
Lo dico con la voce, un urlo. Un pugno
è una fermata sul tuo viso rossa e blu.
Ti amo così tanto che la rabbia …
esplode: il colmo della rabbia è il colmo
del mio amore.
Non ti possiederò mai tutta intera.
Nemmeno se ti mangio,
perché diventi me e non sei più tu.
Non sarai mai del tutto mia.
Per questo spezzo con la furia la tua pelle.

(mi scuso per il mancato uso del congiuntivo e dei condizionali, ma nello sproloquio del parlante mi sembrerebbero fuori luogo)

*
Notizia Biobiblio

MILENA TAGLIAVINI è nata a Milano. Suoi testi – poesie, racconti, recensioni- sono apparsi su verie riviste su carta e online
Compare sul sito www.modulazioni.it e sul blog “nebbia e risaie”. Ha composto e tradotto in francese le poesie per la campagna pubblicitaria dell’anno 2000 di Nordberg Italia sulla rivista Quarry and Construction ed. PEI Parma. (si tratta di frantumazione)
Ha scritto il testo “L’amore si nutre di se stesso” per “Sogno e poesia” di Alda Merini (ed. La Vita Felice –Mi). Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesie: PIANETI DIVERSI (La Vita Felice, Milano 1998); SABATO ( nota introduttiva di Nicola Gardini) Ed. Ibiskos –Empoli 2004 –intervento critico di S. Montalto su “Tradizione e ricerca nella poesia contemporanea”; LA VERITA’ (ota di Gabriela Fantato) Book Editore Castel Maggiore –Bo 2006 – intervento critico di N. Vacca; DAL CORPO (Nota di Monia B. Balsamello) Ibiskos Editrice Risolo – Empoli 2012; ARRIVI E PARTENZE (nota di M.B. Balsamello ) Ibiskos Ed. 2017; RICOGNIZIONI (nota di Giulio Greco) Giuliano Ladolfi editore.; Ha pubblicato su carta STORIA DI UN CORPO DI DONNA (autobiografia) ed. Ibiskos 2017.

*
Nota di lettura
La poesia di Milena Tagliavini si presenta ricca di angoli. I suoi testi si articolano in modo solo apparentemente lineare; in realtà si sviluppano per assestamenti progressivi e snodi inattesi. Questo avviene, già nella prima poesia, nello sviluppo del tema suggerito dal titolo, come anche nelle dinamiche alto/basso, attraverso accelerazioni e assonanze (Un fango nei pensieri/ imprigiona i piedi), la creazione di neologismi e parole composte (straccifgoglie), l’inserimento di nuovi elementi eterogenei nel contesto (Laura) e infine nella chiusa. Nelle poesie successive il riferimento a Halloween fa entrare in gioco il tema della maschera, delle sue caratteristiche opposte di simulare e ri-velare la morte e l’esorcismo. Secondo un criterio di opposizione si inseguono le contraddizioni tra la realtà della guerra e la sua rappresentazione virtuale – e tra pacifismo e aggressività – oppure gli ossimori (la primavera scoppia e rode dentro), (il buio imbianca), o anche, dal punto di vista formale, lo scivolamento della rima al mezzo del verso successivo (Tutto un trascinarsi nelle gallerie/ delle vie tra plastiche e rumori) riprendendo lo slittamento tra alto/sopra ( la luna) e il basso/sotto (gallerie, vie). Nel tono e nel lessico coesistono, infilati nella stessa asola, un piano più rarefatto e uno più colloquiale e crudo: “Le gemme e i cani stessi./ Anch’io lo sento, ma il corpo non sale./ È una brughiera azzannata dal freddo.// Aiutami affinché io non sia/ il topo sbrindellato/ riportato trai tuoi denti stamattina.”
Il meccanismo delle antitesi o delle opposizioni si sviluppa anche per altre vie: l’atmosfera oscilla tra effusione in atmosfere lirico-gotiche e dettagli realistici ed espressionistici e forse un effetto di straniamento deriva proprio dal sentire che le realtà percepite possono presentare un doppio fondo, smarrirci sul percorso che dal malinteso può portarci all’ira. E in questo senso la ricerca, l’impulso spingono a una richiesta esplicita e pressante: “Angosciami. Rincorro parole senza senso, suoni/ che mi portino via. Senza timone/ […]/ Strappami la ragione. Il velo/ della presunzione. Accoccolati/ scorriamo catastrofi/ di sangue o impercettibili./ Nell’occhio della casa. In fondo.” Tagliavini scrive una poesia ricca di angoli convessi che diventano veri e propri spigoli, e percorrendoli dobbiamo accettare il rischio di ferirci, o di incontrare l’inatteso, l’invalutabile.
È una poesia non pacificata e non pacificante dalla quale non possiamo aspettarci una funzione edulcorante o consolatoria. Nella sua Nota di poetica l’autrice sottolinea la propria attenzione nei confronti della realtà anche nei suoi “movimenti minimi […] un brulicare minimo di vita dove la persistenza si coniuga alla trasformazione”. Quel microcosmo non si riduce comunque a una entità minimale ma si amplia a condizione umana. La figura dell’occhio osservatore ritorna più volte in questi inediti come periscopio che si azzarda nell’osservare l’orizzonte o come lente introspettiva, ma anche come telescopio alla ricerca di senso. “Ma non esiste solo quello che si vede/ C’è un mondo dentro, un sottofondo in colpa.” In un contesto di tale inquietudine la parola non viene considerata come terapia o abbellimento, ma anch’essa come ricetrasmettitore verbale, per rappresentare quel brulicare, “immersa nelle cose”, in tutte le loro ferite e contraddizioni.

Luigi Cannillo

5 comments

  1. Milena Tagliavini ha detto:

    Ringrazio Milanocosa per l’attenzione e in particolare Luigi Cannillo per l’approfondita e articolata nota di lettura. Ne sono davvero onorata.

  2. Tiziana ha detto:

    Ciò che apprezzo nelle poesie di Milena Tagliavini sono quegli occhi nuovi che mi offre per osservare il conosciuto, quello smurare e aprirmi ad altro. Oltre al mettermi in contatto con ciò che c’è e non so nominare.
    Grazie a Milena e grazie a Milanocosa che offre la possibilità di questi incontri.

  3. Laura Cantelmo ha detto:

    Un linguaggio molto forte, ricco di antitesi, segno di un tormento irrisolto. Una poesia di emozioni e di furia che non lascia indifferenti.
    Grazie a Cannillo per averla attraversata in modo così efficace.

  4. Miriam Donati ha detto:

    I versi di questa raccolta di Milena Tagliavini spiazzano. Coglie in un battito di sillabe aspetti misconosciuti di quanto ci circonda. Sottolinea quello che non vediamo più nella corsa folle verso il nulla. Sorprende con una penna caustica che si fa all’improvviso dolce nella comprensione delle umane fragilità con tocchi ironici e indulgenti per le nostre debolezze.

  5. Olga ferrari ha detto:

    Quelle di Milena sono poesie piene di riflessioni, spunti e immagini che ci regalano la possibilità di soffermarci a riflettere su tanti aspetti della nostra vita che normalmente passerebbero inosservati.
    Brava davvero!

Rispondi a Tiziana Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *