Anticipazioni – Gabriella Cinti

Pubblicato il 1 dicembre 2018 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni
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Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa

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Gabriella Cinti

Testi inediti
Da “La Lingua del sorriso: Poema da viaggio”
(in uscita a marzo 2019)

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Con un commento di Laura Cantelmo

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Nota alle poesie tratte da “LA LINGUA DEL SORRISO: POEMA DA VIAGGIO”

Il mio viaggio poematico è in direzione di un oltre originario, percepito per istanti, nella divinazione e nella poesia. Una ricerca del divino dentro la voce della parola come contatto con il fondamento salvifico dell’essere: per guadare, l’abisso del mistero e quello del silenzio, interrogato ed espugnato con armi di parola, di sorriso e inesausto slancio volitivo. Non meno significativo, è l’afflato cosmogonico che circola nella raccolta, nel ripensamento di un’origine sempre più primordiale come sfondo di ogni tensione vitale e metafisica.

Gabriella Cinti

DA CAOS A CAOS

L’incontro era già nell’Alto,
confusi primordi dell’essere,
noi indistinti portatori di intento.

Nel momento esploso della collisione,
capiremo il senso del riconoscersi,
la fiammella dal caos al caos,
materia anima significato.

Eravamo nubi di spore vaganti
pellegrini dei sistemi solari,
intermittenza di sorrisi stellari.

Io ero un ramo del tuo pensiero,
la fronte coraggiosa della tua chimera,
l’amore dell’ombra,
il segreto del gioco astrale.

Nel transito d’abisso,
tra le intenzioni incenerite,
si dissemina informe
la storia delle nostre pupille,
il palpito invisibile disincarnato,
la Rosa di sangue precipitata nel buio.

Ed ora, tra pareti d’inverno,
tra araldi di gru, alati pentagrammi
a bordo del nulla,
dipingo l’antico soffio,
le convergenze, le frecce
e il ricordo della luce.

Strappata dal tutto,
incommensurabile esilio,
vedo, ai lati del tempo,
Sovrumana dimora,

La Risposta di tutte le vite,
l’ultima Domanda d’amore,
infine esaudita

*

FORS SIT
SIA DESTINO

Donare un cielo stellato di parole
a chi lo moltiplichi in comete raggianti

FORS SIT

Per muovermi con te in direzione
dell’universo e il vento danzato
sia ruota di ebbrezza.

FORS SIT

Voltare verso la luce
il mio respiro impreparato
a raggiungerti nel centro-specchio
lasciato a noi da Destino,
dove è rimasto il settembre del sorriso.

FORS SIT

Riconoscerti anche nel pre-sente,
quando mi sei giunto davanti
in un gioco del tempo-tondo.

Quando più leggero è il mattino
e si fa profumo di pensiero tuo
e dolce sapienza dell’istante.

FORS SIT

Capire il tuo raggio nell’attimo
in cui si è e si diviene:
l’indicibile sorride alle tue mani

Rosa di memoria, fiamma viva
dimora ardente del tempo diradato.

FORS SIT

*

LEZIONI DI ABISSO

L’orlo della tua risposta, inafferrabile frangia
tende le corde del silenzio

accade la tua presenza rarefatta
a celebrare l’impossibile

La luce incontra il bordo del tuo respiro
e le tue mani alte oltre l’orizzonte
non tramontano quando il vuoto
si insedia tra le ombre del viso.

Vacillando permani
a tracciarmi il disegno del salto,
salpato l’ultimo volo augurale
il Deserto astrale pure vibra
dei tuoi echi espansi.

Nell’ora che annulla la voce
quando la Signora della vertigine
ha dismesso ogni possibile sorriso,
la curva del visibile dislocata è
senza sembianza d’ascolto,
invasa dal niente.

Da te ora prendo lezioni di abisso.

*

DA LIBERA AGGREGAZIONE DI ATOMI

Da libera aggregazione di atomi,
imperfetta comunione di cristalli,
dal brulichio siderale …

È così simile alla nostra storia.
Sorride specchiata l’anomalia del destino
nell’asimmetrico incontro tra materia e antimateria.

Sono sempre stata il tuo negativo fotografico
e la camera oscura delle stelle
moltiplica l’imperfezione della vita e dell’amore.

Eravamo lì, deviazione perfetta
tra le bolle del primo vuoto,
nel mistero attrattivo della materia oscura.

Ci fu sempre familiare deviare le galassie
per inclinazione arcana,
lo scarto infinitesimo che genera il tutto.

Di questa natura è il tuo sorriso segreto,
dislocato nel sogno tra i miei frammenti,
deragliato dal tuo altrove astrale.

Compiuta la transizione nel difetto
divenuto prodigio
vola la mia voce di carta
coro solitario di elettroni d’amore.

*

Nota bibliografica

Gabriella Cinti, nata a Jesi, italianista, poeta, scrittrice, saggista, performer in greco antico.
Libri: Poesia: Suite per la parola (Péquod, 2008), Euridice è Orfeo, (Achille e la Tartaruga, 2016), Madre del respiro, (Moretti e Vitali, 2017). Saggi: Il canto di Saffo-Musicalità e pensiero mitico nei lirici greci, Moretti e Vitali, 2010. Di prossima pubblicazione: La lingua del sorriso: poema da viaggio. Sulla sua poesia, il saggio: Franco Manzoni, Femminea estasi. Sulla poetica di Gabriella Cinti, Akgra editore, Catania, 2018. Vincitrice di numerosi premi nazionali e internazionali, sue poesie sono presenti in diverse antologie. Tradotta in inglese e greco moderno.

*

Nota di lettura
Nel restituire alla poesia l’antico ruolo divinatorio, Gabriella Cinti si confronta con il mistero primordiale dell’essere. Ricerca che inevitabilmente ha luogo fuori dal tempo/Cronos, come unica modalità concessa all’interrogazione umana di fronte a questioni ontologiche e metafisiche.
È nell’ineffabile atmosfera del Caos primigenio, dove l’essere è ancora materia indistinta e al tempo stesso energia, che l’Io, ma soprattutto l’Es, si incontrano con l’Alto, il divino (‘Da Caos a Caos’). Lentamente, poi, la presenza dell’Altro da sé assume forma nebulosa nella collisione con l’indistinta materia del Caos, ed è qui che scaturisce il primo barlume della conoscenza, da cui procedono l’accoglienza – ’il sorriso’ – e la domanda d’amore che viene esaudita. È la presenza di un tu percepito come affine, cioè ramo di uno stesso albero evocativo dell’Eden, a dire che l’Altro ha preso forma. Ed è così che nasce lo scambio.
Il tempo ‘tondo’, ciclico (‘Fors Sit’), che nel mondo classico caro all’Autrice segnava la scansione di morte e rinascita in base ai ritmi della vegetazione, rimanda a un’idea arcaica del destino universale. Il mistero dell’Altro, carpito e al fine posseduto, fa sì che l’impossibile e l’indicibile si manifestino nel sorriso, che è accettazione reciproca.
Forse desiderio inespresso di una palingenesi, i versi si espandono entro una visione in cui il nostro duro presente ancora non esiste. Suggestive immagini siderali dicono che la ricerca si sviluppa entro uno stato originario della materia, ove il pensiero non ha ancora trovato formulazione, ma dalla cui oscurità può scaturire l’amore.
Si tratta di una cosmogonia, spiega l’Autrice, su basi più religiose che mitologiche o scientifiche. Religione pagana, della quale l’arte è prima interprete e la parola, strumento del poeta, è il medium che conduce all’uscita dal silenzio e dalla immensa solitudine di un sentire arcano.

Laura Cantelmo

8 comments

  1. Fabrizio Bregoli ha detto:

    Ho da tempo familiarità con la poesia di Gabriella, una voce sicuramente personale e originale nel quadro della poesia contemporanea, con questa sua precisa scelta di campo: l’ancoraggio al mito come strumento di indagine dell’Essere, il tentativo di scalfire la barriera di silenzio per trarne senso, indagarne l’abisso e ricavarne qualche barbaglio di speranza e di verità. In queste nuove poesie noto la volontà di cercare un punto d’unione fra la percezione metafisica del cosmo e la rappresentazione che ne dà la scienza, da cui i riferimenti evidenti alla fisica quantistica, alla teoria delle particelle, all’atomismo. La realtà asettica della scienza viene così illuminata dalla forza della parola che la indaga, la restituisce al suo valore conoscitivo più ampio come testimonianza della ricerca incessante dell’uomo che tramite l’esplorazione del cosmo, dell’Altro da sé, cerca in realtà una maggiore comprensione di se stesso. E Gabriella persegue con coerenza la sua linea poetica, attingendo alla grande tradizione della grecità e dell’Oriente antico, al linguaggio presocratico e liturgico-misterico, fino alla restituzione della parola al suo sostrato magmatico e sussultorio.

    • beppe mariano ha detto:

      Sono d’accordo con Fabrizio. Condivido la sua disamina

    • beppe mariano ha detto:

      Sono d’accordo con Fabrizio. Condivido la sua disamina insieme con quella di Laura.
      Io ho avuto il privilegio di veder sbocciare la poesia di Gabriella e di aver contribuito alla pubblicazione della sua seconda raccolta poetica: “Euridice è Orfeo”.

    • Gabriella Cinti ha detto:

      Carissimo Fabrizio, con commosso stupore leggo il tuo generoso quanto profondo commento. Mi hai letto come un radar ermeneutico che raggiunge i centri nodali del mio mondo interiore, cogliendo quelle vibrazioni che mi sono più consone, i percorsi inquieti verso il mistero anche nelle forme metamorfiche della mia più recente evoluzione…grazie di cuore per l’intelligenza del tuo approccio!!

  2. Gabriella Cinti ha detto:

    Ringrazio vivamente Adam Vaccaro e Laura Cantelmo per l’opportunità offertami di portare alla luce la mia più recente produzione poetica. In particolare sono grata a Laura Cantelmo per il tracciato ermeneutico che ha dispiegato, cogliendo a pieno la tensione interrogatoria che mi guida e mi sospinge, ultimamente, verso confini metafisici, alla ricerca di quell’Altro che può anche avere fattezze cosmogoniche. E grazie ancora per aver percepito quell’afflato “religioso” in senso espanso che mi sospinge alla ricerca del Senso ultimo, tra le pieghe più arcane del mistero.

  3. Laura Cantelmo ha detto:

    Grazie, Gabriella, dell’apprezzamento. Anticipazioni ci consente di capire come batte il cuore della poesia oggi. Ed è uno specchio che rimanda a una realtà variegata e palpitante, dicendoci che davvero la poesia, checché se ne dica, nelle sue mille sfaccettature, ancora esiste.

  4. Fabia Ghenzovich ha detto:

    vola la mia voce di carta
    coro solitario di elettroni d’amore.

    Direi che questi versi condensano il sentire e la poesia di Gabriella Cinti. Visione cosmica e condensazione nell’umano. Non siamo forse atomi di luce?

    Ancora una voce originale che Milanocosa e Laura Cantelmo, ci offrono e che ringrazio.

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