Anticipazioni – Francesco De Napoli

Pubblicato il 15 settembre 2018 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni
Vedi a: http://www.milanocosa.it/recensioni-e-segnalazioni/anticipazioni
Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa

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Francesco De Napoli

Inediti
Epigrammi
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Con un commento di Adam Vaccaro

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BREVE NOTA DI POETICA

La mia produzione poetica si snoda seguendo due diversi registri o filoni. Il primo, lirico-esistenziale, si sviluppa dipanando il sottile filo d’una memoria elaborata come simbolo ed espressione d’un mondo, quello del “profondo Sud”, ormai dileguatosi. Il secondo, satirico-epigrammatico, è impegnato nell’impietosa osservazione della società in cui viviamo, con condanna di malcostume e abiezioni.
Sono due versanti non antitetici, bensì complementari, d’una poetica volta a penetrare e abbracciare le manifestazioni più inquietanti o paradigmatiche dell’esistenza, che sembra aver rinnegato del tutto i bei sogni di libertà, fratellanza, giustizia, uguaglianza.

Francesco De Napoli

IGNOTE SCRITTURE

Vorrei partecipare
a una riunione
per ricordare
i versi strani
lividi e profani
di autori senza nome.

Libere troverei
intere file di poltrone
ma un posto
per me rimedierei
nel più riposto
negato interrato.

IMPRIMATUR

Le riviste di poesia
registrate nei tribunali
sanno di leggi speciali,
di esercizi spirituali
nelle celle conventuali.

I codici a barre
sono tetre sbarre
che tarpano le ali,
evocano antichi mali.
Hanno effetti letali.

POTENZA DEL LINGUAGGIO
(Acque chete e quieto vivere)

Mette d’accordo tutti
l’enigma-dogma:
“Il bicchiere è
mezzo pieno
o mezzo vuoto?”

Fiacco motto,
sofisma morto.
Nessuno che obietti:
“Può essere mai
vuoto a metà?”

DIALETTICA POLITICO-TEATRALE

Tesi
I Repubblica

D’idee e viltà palestra
per un piatto di minestra.

Antitesi
II Repubblica

Scanni con poggiapiedi
in sostegno alle fedi.

Sintesi
III Repubblica

Plebee scaramucce in platea
antiche dinastie in galleria.

URINO-CULTURA

Il gabinetto
dell’ex cinema-teatro
è ora della biblioteca
l’ufficio-conclave.

Al piano superiore
s’è trasferito il tribunale
e colà l’antico orinale
– secundum ius naturale –
è rimasto tale.

Così su di me,
dalle perdite dell’eletto pitale,
discendono gocce
di diritto sapienziale:
il mio debito
pago in natura
alla pubblica
urino-cultura.

PATTUME DEL NAZARENO

Offertorio
pubblico/privato
desecretato
sconsacrato.

Apocrifo Evangelio
secondo
Silvio e Matteo.

*
NOTA BIO-BIBLIOGRAFICA
Francesco De Napoli è nato a Potenza (PZ), poi trasferito a Cassino (FR). Ha pubblicato: “Noùmeno e realtà” (1979), “Fernfahrplan” (1980), “La dinamica degli eventi” (1983), Il pane di Siviglia” (1989), “Urna d’amore” (1992), “Dialogo serale” (1993).
Significativa la trilogia dell’infanzia, composta dai poemetti: “L’attesa” (1987), “La casa del porto” (1994), “Carte da gioco” (1999), riuniti in seguito sotto l’unico titolo di “Carte da gioco” (2011).
È autore di tre raccolte di epigrammi: “Contagi” (1991); “Giogo/forza” (2000); “Welfare all’italiana” (2011), pubblicate a un decennio di distanza l’una dall’altra, a conclusione d’un rigoroso lavoro di ricerca linguistica e concettuale. Ha dedicato liriche e saggi compresi nel volume “Nel Tempo. A Ženja” (1998) al Poeta russo Evgenji A. Evtušenko ha, a cui ha fatto seguito “Evgenij Evtušenko – Cantore dei mali del mondo” (2002). Ha inoltre dedicato saggi a Cesare Pavese: “Del mito, del simbolo e d’altro. Cesare Pavese e il suo tempo” (2000); “La Collana Viola e l’epistolario Pavese-De Martino” (2007); “L’Epistolario di Cesare Pavese” (2014).
Ha pubblicato la raccolta di racconti “Banalità” (1994) e il diario-pamphlet, “Animatore d’ombre. Professione di fede d’un bibliotecario” (1996). E tra le sue molteplici attività culturali, non va dimenticata la Direzione della Rivista Paìdeia, di Cassino. Va infine ricordata la sua antologia del 2003 “La dimensione del noùmeno”, a cura di Sandro Montalto, comprendente liriche scelte dalle raccolte pubblicate.

*
Nota di lettura
In questi testi inediti di Francesco De Napoli risulta evidente la radice eticosociale, che preme e chiede parola. La passione della scrittura e della poesia che scruta l’altro da sé della lingua, per entrare in crepe cui chiedere aiuto come fa un alpinista con la roccia. Senza questa ricerca, la roccia e l’azione della lingua rimarranno muti ammassi incapaci da dare forma a qualunque scommessa ardita e inusuale.
Anche se nulla è scontato e la caduta non è esclusa, qualche stella alpina può essere scovata contro il sole che domina e a volte acceca. L’obiettivo è cercare raggi di luce anche “nel più riposto/ negato interrato” e contro “tetre sbarre/ che tarpano le ali”, smascherando magari luci illusorie. Un registro, come dice l’Autore nella sua nota con cui sintetizza gli indirizzi della sua ricerca espressiva, che accentua il suo dire fuori dallo scontato e dai cori prevalenti – dentro e fuori l’ambito della poesia.
Così, infilza e irride un “Fiacco motto,/ sofisma morto” della falsa saggezza del “bicchiere…mezzo pieno/ o mezzo vuoto”, rigenerando senso critico con sapiente azione di lingua: “Nessuno che obietti:/ “Può essere mai/ vuoto a metà?”
Gioco verbale, ma non jeu de mots, appagato di sé in un esercizio-giardino chiuso nel letterario. Troppo gravi i problemi vitali in cui siamo immersi per appartarci beatamente, come tuttavia fanno oggi tanti imbelli poetanti.
Farsene carico e farne materia delle proprie invenzioni e dei propri esercizi letterari, non vuol dire nemmeno mettersene al di sopra per dettare con supponenza soluzioni. Significa invece – come nel caso di Francesco De Napoli – dire che scrivendo non possiamo evadere da soli da tali “tetre sbarre”. Occorre invece offrire attraverso la scrittura uno sguardo umile, che faccia sentire la mancanza di una comunità (spesso in frammenti) e spazi di condivisione meno alienati di quelli offerti dalle protesi tecnologiche.
Ho seguito da molti anni l’impegno costante dell’Autore, in parte appartato ma sempre fedele alla ricerca di senso, innervato tra vita e poesia. Anche questi testi inediti lo confermano, dissacrando le ritualità del potere, con sarcasmo, ironia, autoironia e sberleffi apparentemente impotenti: “il mio debito/ pago in natura/ alla pubblica/ urino-cultura.”

Adam Vaccaro
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2 comments

  1. Adam ha detto:

    Ricevo con la richiesta di pubblicare questo commento di Francesco De Napoli, di cui ovviamente mi compiaccio. A.V.
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    Carissimo ADAM,

    ti sono molto grato per l’importante spazio che hai voluto dedicare ai miei epigrammi in Anticipazioni. In particolare, ti ringrazio per la tua acutissima e penetrante Nota di lettura.

    Il tuo illuminante giudizio conferma e rafforza l’idea che sin dal primo momento mi sono formato di te e del tuo impegno letterario, ossia di uno studioso – oltre che di un grande poeta – dotato di una straordinaria iper-sensibilità critica.

    Ti abbraccio caramente. A presto.

    Francesco

  2. WILMA MINOTTI ha detto:

    In qualche modo pur non essendoci ancora conosciuti di persona, ho avuto modo di leggere alcuni suoi epigrammi tradotti in inglese da Peter Russell poeta di cui mi sto occupando con un lavoro di compendio delle sue opere poetiche, al quale Francesco De Napoli ha scritto delle interessanti recensioni Mi farà piacere se avrò modo di incontrarlo alle iniziative di Milanocosa dell’amico Adam Vaccaro.

    Wilma Minotti Cerini

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