ottobre 2015

Il funambolo ciarlatano

Pubblicato il 23 ottobre 2015 su Saggi Società da Adam Vaccaro

Analisi e dinamiche del renzismo

(da Il Fatto quotidiano, il manifesto e Pagine Online del 22 ottobre 2015)

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L’analisi del sociologo Marco Revelli: “Il premier è un funambolo che sta sulla fune senza rete”.

Renzi arrogante come Craxi, ciarlatano come B. (ma è peggio ).

E’ il distruttore, che corre senza fiato e lascerà solo macerie

di Marco Revelli sul Fatto quotidiano di giovedi 22 ottobre 2015

L’emergere di “un populismo di tipo nuovo, virulento e nello stesso tempo istituzionale”. È il tema di “Dentro e contro”, il nuovo libro del sociologo Marco Revelli, in uscita oggi, di cui il Fatto Quotidiano pubblica un estratto. Dal 25 febbraio 2014 l’Italia danza sull’abisso, nelle mani di un funambolo che cammina sulla fune senza rete.E tutti lì sotto,con il naso in aria, a gridargli di accelerare. È l’immagine che emerge dai tanti messaggi augurali pervenuti a Renzi nella giornata del compimento della sua resistibile ascesa. Di Eugenio Scalfari. Di Gad Lerner. Di Mario Calabresi. Di Massimo Cacciari. Del Messaggero e del Sole 24 Ore.Delle Coop e di Confindustria.

Tutti improntati a un’euforia di maniera (bisognava “fare qualcosa”). Tutti in realtà segnati dalla paura. E dalla vertigine. La costante accelerazione, dalle primarie di dicembre in poi, l’ha rivelato: nella sua corsa folle alla conquista del Palazzo, Matteo Renzi ha concentrato su di sé tutto – la crisi interna al Pd, la crisi di governabilità del Parlamento, la crisi di iniziativa del governo, lo stato comatoso dell’economia,la crisi di fiducia della società. Cosicché davvero, se fallisce, cade tutto: finisce il Pd,si scioglie il parlamento,si commissaria il paese, si accelera la dissoluzione sociale.

Motivo per cui, appunto, soprattutto per chi sta nell’establishment o nei suoi dintorni, non resta che sperare. Sperare a prescindere. Contro l’evidenza, che avrebbe dovuto dire che uno così non può farcela. Perché – la cosa si poteva vedere a occhio nudo fin d’allora – il personaggio non ha nè le competenze, nè l’autorevolezza, nè la forza politica (ha seminato troppi cadaveri nella sua marcia forzata), per fare un miracolo del genere, sollevare tutto insieme – partito, istituzioni, paese – come fossero un unico fardello.

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Cibi del Cambiamento

Pubblicato il 7 ottobre 2015 su Eventi Milanocosa da Maurizio Baldini

Via Laghetto 2 – Milano

23 ottobre 2015 – H 18,30

Associazione Culturale Milanocosa

presenta

Cibi del Cambiamento

a cura di Adam Vaccaro

Di fronte all’ intreccio di condizioni e problemi sempre più gravi, economici, sociali e culturali che stiamo vivendo, gli Autori che
articolano questa proposta pongono la domanda: Quale cambiamento? Domanda riproposta con ricerca di senso alternativo
a quello spacciato dal pensiero dominante. La realtà, la verità, la felicità e la bellezza umane crescono solo se
interconnesse a una rete e a un terreno di relazioni prive di calcoli mercantili o strumentali.

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Crampi – romanzo di Fausta Squatriti

Pubblicato il 1 ottobre 2015 su Saggi Prosa da Adam Vaccaro

Malati terminali

La realtà de-scritta nei Crampi di Fausta Squatriti

Adam Vaccaro

La protagonista principale di questo romanzo di Fausta Squatriti – Crampi, Abramo Editore, Catanzaro 2006, pp. 230, 18 € – è una “antropologa fané”, così la definisce nell’articolata e acuta Prefazione Mauro F. Minervino, che cura con Mario Desiati la collana Onde, in cui l’opera è inserita. Antropologa di città, di una realtà metropolitana che pare senza centro nel suo dilatarsi da Milano a Parigi alla Finlandia alle metropoli sudamericane. Ma il centro c’è ed è Milano, anche se per “un vezzo di nomenclatura” non è nominata, come (con poche eccezioni) tutti i personaggi schizzati o adombrati; a cominciare dalla figura, centro del centro, di questa “Antropologa virtuale” (dice la stessa Autrice) o naïf, di cui il prefatore specifica ulteriori connotati che condivido e riporto perché utili a questa lettura: “sobria Bukowsky alla milanese, altoborghese, assolutamente egoista ed elegantemente dissoluta, autodistruttiva e lievemente feroce”, ma anche “belloccia sessantenne, intellettuale, libera, sessualmente disinibita e ostinatamente praticante, madre fallita, mancata suicida”.

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